La prevenzione maschile età per età

In materia di prevenzione, ci sono alcune indicazioni che risultano valide a tutte le età, mentre altre riguardano in particolare determinati periodi della vita, soprattutto quando si parla di screening per la diagnosi precoce.

La grande maggioranza dei tumori negli uomini, ma anche nelle donne, si presenta nelle fasce d’età più avanzate. Il cancro è infatti una malattia legata all’invecchiamento, perché per svilupparsi richiede sia tempo sia sistemi di difesa indeboliti, meno capaci di arginare le cellule tumorali. Occorre infatti che più mutazioni si accumulino, per esempio in geni che hanno a che fare con la proliferazione delle cellule. Tali mutazioni innescano a loro volta la trasformazione neoplastica di una cellula, un processo generalmente lungo, che in molti casi viene bloccato dalle difese interne. Inoltre, è almeno in parte prevenibile. Secondo stime recenti basate sui dati raccolti nell’ambito del Global Burden of Disease Study, pubblicate sulla rivista Lancet, circa il 42% dei decessi per cancro è attribuibile a fattori di rischio ambientali, metabolici o comportamentali che possono aumentare il rischio di ammalarsi di tumore. Tra questi vi sono innanzitutto il fumo, un’alimentazione poco varia ed equilibrata, un consumo eccessivo di alcol, sovrappeso e obesità, scarsa attività fisica e diversi inquinanti ambientali. Se si potessero eliminare tutti i fattori di rischio, gli esperti stimano che si potrebbero evitare circa 4,3 milioni di morti nel mondo all’anno. Negli uomini, in particolare, il 46% circa dei decessi è legata a fattori di rischio modificabili, contro il 36% circa fra le donne.

Non tutti i fattori di rischio sono purtroppo azzerabili, e il rischio zero per molte malattie, tumori compresi, non esiste. Se è possibile scegliere di rinunciare al tabacco e all’alcol, e seguire una alimentazione più salutare, evitare del tutto l’esposizione agli inquinanti ambientali è meno realistico. Fattori ancora meno o per nulla modificabili sono quelli metabolici e le predisposizioni genetiche. Adottare però uno stile di vita sano e aderire ai programmi di screening raccomandati per la diagnosi precoce può consentire di ridurre almeno in parte il rischio e, in caso, di intervenire prima possibile sulla malattia. Alcune regole di prevenzione primaria per ridurre il rischio di cancro valgono sempre e per tutti, mentre quelle per la diagnosi precoce sono specifiche per fasce di popolazione e d’età.

Tra 0 e 49 anni

L’incidenza dei tumori è generalmente bassa nelle persone più giovani, che devono soprattutto puntare a costruire abitudini virtuose. Il cancro può apparire dunque come una malattia degli adulti – e in buona parte lo è – ma è sin da piccoli e poi da giovani che si creano le basi di una buona prevenzione. Tra le strategie che più aiutano a diminuire la probabilità di ammalarsi ci sono smettere o meglio ancora evitare di iniziare a fumare, mantenere un peso nella norma facendo regolarmente esercizio fisico, seguire un’alimentazione ricca di alimenti di origine vegetale come cereali integrali, frutta, verdura e legumi, e limitare o, meglio, evitare del tutto il consumo di alcol. Inoltre, per ridurre il rischio di tumori associati all’infezione da papilloma virus, come il tumore del pene o quelli orofaringei, è raccomandata e offerta gratuitamente agli adolescenti la vaccinazione contro il papilloma virus (HPV).

Pur considerando l’incidenza ridotta in questa fascia d’età, ai fini della prevenzione è importante tenere conto dei tumori più frequenti. Il tumore del testicolo è in assoluto il più comune nei giovani maschi, seguito dai melanomi e dai linfomi. Alcuni comportamenti e abitudini possono però ridurre i rischi associati a questi tipi di tumori. È importante, per esempio, eseguire regolarmente l’autopalpazione dei testicoli, una pratica raccomandata ai ragazzi e ai giovani uomini per identificare eventuali noduli sospetti da riferire al medico. Per quanto riguarda i melanomi è invece consigliato non esporsi in maniera eccessiva al sole, e comunque ricordarsi sempre di proteggersi mettendo la crema solare. I raggi ultravioletti sono infatti il principale fattori di rischio per l’insorgenza del melanoma, e le scottature giovanili sono associate allo sviluppo di melanomi in alcune zone del corpo, come il tronco. Anche nel caso dei tumori della pelle, un autoesame può essere utile per identificare lesioni sospette da far controllare a un dermatologo. Occorre in particolare monitorare i nei, soprattutto quando se ne hanno molti o vi è familiarità per questo tipo di tumore. Gli esperti consigliano di tenere traccia di quelli dall’aspetto strano, di grandi dimensioni, che cambiano nel tempo, asimmetrici o dai bordi irregolari, seguendo la cosiddetta regola ABCDE. Per quanto riguarda i linfomi, i fattori di rischio conosciuti sono diversi, non tutti evitabili, ma l’esposizione a radiazioni, a erbicidi e ad alcune infezioni sembra aumentare la probabilità di sviluppare queste malattie.

Tra 50 e 69 anni

In questa fascia d’età l’incidenza dei tumori aumenta sensibilmente in entrambi i sessi: per quanto riguarda gli uomini, il 40%circa delle diagnosi di cancro maschile in Italia avviene tra i 50 e i 69 anni. In particolare, i tumori più diffusi in Italia e nel resto del mondo negli uomini sono il cancro della prostata, quello del polmone e quello del colon-retto.

Anche in questa fascia d’età è importante continuare a seguire uno stile di vita sano. Allo stesso tempo, bisogna fare attenzione anche a eventuali condizioni comparse nel corso degli anni, come il diabete, e a tutti quei campanelli d’allarme che possono segnalare l’insorgenza di un tumore. Per fare qualche esempio, vanno notati un cambiamento nelle abitudini in bagno (bisogno di urinare più di frequente, difficoltà a trattenere l’urina), una raucedine persistente o la presenza di sangue nelle feci, potenzialmente collegati, rispettivamente, a un tumore della prostata, del polmone o del colon-retto. È proprio per la diagnosi precoce dei tumori del colon-retto che tra i 50 e i 69 anni viene proposto di aderire gratuitamente ai programmi di screening, che possono includere la ricerca del sangue occulto nelle feci o la rettosigmoidoscopia a seconda delle regioni. Per il cancro della prostata, invece, le principali società di urologia oggi raccomandano monitoraggi a seconda di fattori di rischio come la familiarità per questo tipo di tumore, la presenza di mutazioni genetiche predisponenti, l’eventuale presenza di sintomi. Per gli uomini sopra i 55 anni è utile un confronto con il proprio medico riguardo ai pro e i contro del dosaggio del PSA.

Dopo i 70 anni

È dopo i 70 anni che si concentra la maggior parte delle diagnosi di tumore, soprattutto di quelli che colpiscono la prostata, il polmone e il colon-retto. In crescita è anche l’incidenza del tumore della vescica. Per questo motivo, la diagnosi precoce resta importante anche dopo i 70 anni, anche in base alle condizioni generali di salute individuali e all’allungamento generale dell’aspettativa di vita. In questa fascia d’età resta fondamentale non sottovalutare eventuali sintomi sospetti da far controllare al proprio medico e continuare a mantenere abitudini salutari. Il cancro è infatti una malattia multifattoriale e prima che si sviluppi, devono accumularsi gli effetti di più fattori di rischio. Cercare dunque di evitarli o di contenerli il più possibile, anche da anziani, può continuare a ridurre la possibilità di ammalarsi. Per la prevenzione per le persone sopra i 70 anni occorre tuttavia tenere conto delle difficoltà che possono comparire in queste fasi della vita, dai chili di troppo difficili da eliminare alle limitazioni nello svolgimento dei movimenti, alla presenza di altre malattie. Così, se alcune raccomandazioni rimangono sempre valide – come evitare di esporsi al sole senza protezioni e smettere di fumare – per altre potrebbe essere necessaria una rimodulazione sulla base delle possibilità di ciascuno. Così, per esempio, se diventa troppo faticoso fare attività fisica strutturata, può essere utile cercare di muoversi il più possibile anche solo in casa.

Autore originale: Anna Lisa Bonfranceschi

Revisione di Raffaella Gatta in data 3/11/2025

  • Anna Lisa Bonfranceschi

    Dopo gli studi in biologia e una breve esperienza nel mondo della ricerca, dal 2010 scrive storie di scienza, salute e innovazione tecnologia. Oggi è giornalista pubblicista. Fuori dal lavoro soprattutto corre e va in mountain-bike.
  • Articolo pubblicato il:

    3 novembre 2025