Ultimo aggiornamento: 30 ottobre 2024
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Con screening oncologici si intende una serie di esami offerti gratuitamente a persone che rientrano in specifiche popolazioni, allo scopo di individuare una malattia o i suoi precursori, prima che sintomi e disturbi ne facciano sospettare la presenza. In un programma di screening organizzato, l’azienda sanitaria invita direttamente le persone della fascia di popolazione che può ricevere il maggiore beneficio rispetto al maggiore rischio di sviluppare una certa malattia. In tali screening sia il test sia gli eventuali approfondimenti sono offerti gratuitamente e non occorre l’impegnativa del medico di base. L’adesione a un programma di screening è del tutto volontaria.
I programmi di screening si inseriscono in quella che viene chiamata prevenzione secondaria, ossia quella che serve a effettuare diagnosi precoci, quando le malattie sono in principio più curabili. La prevenzione secondaria si differenzia dalla prevenzione primaria, che ha invece lo scopo di ridurre il rischio di sviluppare una malattia, evitando l’esposizione a fattori di rischio e scegliendo abitudini e comportamenti salutari. Esempi di prevenzione primaria sono seguire un’alimentazione varia ed equilibrata ed evitare di fumare.
I programmi di screening oncologico attivi in Italia riguardano la prevenzione secondaria del tumore della mammella, del tumore del colon-retto e del tumore della cervice uterina, con lievi differenze da regione a regione.
Il Ministero della Salute stabilisce per tutte le regioni alcune linee di indirizzo che devono essere seguite da tutte le ASL (aziende sanitarie locali) diventate ATS (agenzie di tutela della salute) ogni azienda sanitaria, quindi, definisce un piano per erogare i test, insieme a tutte le azioni pratiche che ogni cittadino può mettere in atto per prendere parte al programma di screening. Vediamo regione per regione quali sono i passaggi da fare.
Questa sezione riporta le informazioni disponibili sui siti delle diverse regioni alla data indicata all’inizio della pagina. Tali dati possono essere modificati o aggiornati dagli enti competenti; consigliamo quindi di verificare direttamente sui siti ufficiali eventuali aggiornamenti.
Il protocollo di screening per il carcinoma colorettale adottato da regione Abruzzo è un esame rivolto a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e 74 anni da ripetere ogni 2 anni.
La procedura di screening prevede l’esame per valutare la presenza di sangue occulto nelle feci (SOF). Se l’esito è positivo si procede a un esame di secondo livello in cui viene eseguita una colonscopia di approfondimento. Per approfondire consulta le guide screening.
Dal centro di screening viene mandata una comunicazione cartacea di invito a domicilio. Nella lettera d’invito viene riportato la tipologia del test se di primo o secondo livello, le modalità di ritiro del kit e numeri telefonici del centro di screening, con orari e indirizzi e-mail per ulteriori informazioni. Una volta arrivato l’invito, la persona può ritirare il kit per il prelievo presso una farmacia, può eseguire il prelievo e portare il campione a uno dei laboratori convenzionati. Oltre questo limite di tempo, il sistema informativo che gestisce il programma di screening eliminerà il nominativo dalle persone in attesa di effettuare lo screening.
L’esito dell’esame è spedito per lettera se negativo, cioè se non emergono segni sospetti. Se per caso il campione risulta inadeguato, si riceve una lettera che invita a ripetere il test. In caso invece di esito positivo si viene contattati telefonicamente per procedere con l’esame di secondo livello. Quindi si può effettuare una colonscopia gratuita presso le ATS entro 60 giorni da quando sono stati ottenuti i risultati del test di screening.
Per avere ulteriori informazioni riguardo alle campagne di screening in Abruzzo è utile consultare il sito InsiemeinSalute.
In Abruzzo lo screening per il tumore della cervice uterina prevede:
Il protocollo prevede un invito cartaceo con data, ora e luogo dell’appuntamento per il prelievo e i contatti telefonici per eventuali modifiche o richiesta di informazioni.
Entrambi i test durano meno di dieci minuti e non sono dolorosi. Consistono nel prelievo di alcune cellule dal collo dell’utero: con il Pap test, lo specialista identificherà eventuali alterazioni cellulari che potrebbero evolvere in tumori, mentre il test HPV consente di individuare la presenza del DNA di Papillomavirus che potrebbero portare all’insorgenza del cancro della cervice. Per approfondire consulta la guida screening.
Se l’esito degli esami svolti è negativo, il referto verrà inviato a casa. Se risulta positivo o si osserva la necessità di ulteriori approfondimenti, si riceverà una telefonata dal Centro screening. Gli eventuali esami e trattamenti seguenti sono erogati dalle ASL in maniera gratuita.
Nel caso in cui non si venisse contattati è sufficiente chiamare l’azienda sanitaria di competenza.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario in Abruzzo si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 74 anni e va eseguito ogni 2 anni. Il protocollo prevede un esame radiologico della mammella (mammografia) gratuito e senza impegnativa. Il test consente di individuare noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto.
Dall’agenzia sanitaria territoriale viene inviata una comunicazione cartacea a domicilio in cui sono specificati luogo dell’appuntamento e altre indicazioni. L’esame, che dura in media dieci minuti, consiste nella compressione di entrambi i seni tra due piastre. L’esposizione delle mammelle ai raggi X della radiografia è minima e il personale tecnico che effettua l’esame è altamente qualificato. Per la sicurezza sulla diagnosi il referto è inoltre fatto visionare da due radiologi esperti. Per approfondire consulta la guida screening.
Se l’esito dell’esame è negativo, quindi risulta tutto normale, il referto verrà inviato a casa. Se invece risulta necessario un approfondimento perché si evidenziano immagini dubbie o il radiologo vuole eseguire approfondimenti, si riceverà una telefonata. Questo non deve portare ansia o timore: l’approfondimento è utile a capire di più e non sempre è associato alla presenza di un tumore.
Per avere ulteriori informazioni riguardo alle campagne di screening in Abruzzo è utile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo adottato da regione Basilicata per lo screening contro il carcinoma colon-rettale è esteso a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e i 70 anni e va ripetuto ogni due anni.
La procedura di screening prevede l’esame per la ricerca di sangue occulto nelle feci (SOF). Se l’esito è positivo, si procede con un esame di secondo livello in cui viene eseguita una colonscopia per approfondire. Consulta le guide screening per saperne di più.
Dalle diverse agenzie sanitarie del territorio di appartenenza viene mandata una comunicazione cartacea d’invito a domicilio e le indicazioni per il ritiro del kit per raccogliere il campione. Una volta eseguito il prelievo, è necessario tenere in frigorifero il materiale e poi portare la provetta nei punti di raccolta indicati dal Centro di screening per eseguire l’esame in laboratorio. Prima del test non ci sono restrizioni alimentari da seguire.
Dopo circa due o tre settimane il risultato viene comunicato con lettera a domicilio se negativo o se si viene chiamati nuovamente a effettuare il test perché il materiale non era adeguato. Si viene invece contattati telefonicamente se l’esito è positivo al fine di procedere con l’esame di secondo livello ovvero effettuare una colonscopia. Anche questa è gratuita ed è prenotabile online o tramite le farmacie aderenti al programma di screening.
Il protocollo della regione Basilicata per lo screening del tumore al collo dell’utero (o cervice uterina) è rivolta a:
Le donne di 25 anni non vaccinate potranno essere sottoposte a vaccinazione contro l’HPV gratuitamente con la prima chiamata di screening.
In Basilicata, il protocollo prevede una comunicazione via sms da parte del Agenzia sanitaria provinciale che riporta la data dell’appuntamento in cui si potrà eseguire il test presso il consultorio familiare vicino. Sia il Pap test sia l’HPV test consistono nel prelievo non doloroso di alcune cellule della cervice della donna grazie a una spatolina o una piccola spazzolina. Questo esame dura meno di dieci minuti e consente di identificare eventuali alterazioni delle cellule o materiale genetico dell’HPV che potrebbero provocare un tumore. Per approfondire consulta la guida screening.
I risultati sono disponibili entro poche settimane. Per entrambi gli screening, se l’esito è negativo viene recapitato per posta direttamente a casa. In caso, invece, i risultati siano positivi le procedure sono un po’ diverse:
Sono escluse dallo screening le donne che abbiano già effettuato il Pap test o il test HPV al di fuori del programma di screening negli ultimi 12 mesi.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario prevede l’esecuzione di un esame radiologico della mammella (mammografia), gratuito, che consente di individuare anomalie, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto. In Basilicata si rivolge:
L’invito avviene tramite lettera a domicilio con le indicazioni di orario e data per l’esame. Questo viene effettuato da personale altamente qualificato presso i centri radiologici delle ASL del territorio. Dura in media dieci minuti e consiste nella compressione di entrambi i seni tra due piastre e l’esecuzione di una radiografia della mammella, con esposizione ai raggi X minima. Per una maggiore certezza sulla valutazione del referto, la diagnosi è effettuata da due radiologi esperti. Per approfondire consulta la guida screening.
Se l’esito dell’esame è negativo viene spedito a casa. Se si evidenziano immagini dubbie o il radiologo vuole eseguire approfondimenti si verrà contattate telefonicamente. Questo non deve portare ansie o timori: l’approfondimento è utile a capire di più e non sempre è associato alla presenza di un tumore.
Nel caso in cui non si venisse contattati è sufficiente chiamare l’azienda sanitaria di competenza per fissare un appuntamento.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici in Basilicata è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo di screening per il carcinoma colorettale adottato da regione Calabria è esteso a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e i 69 anni e va ripetuto ogni due anni.
La procedura di screening prevede l’esame per la ricerca del sangue occulto nelle feci (SOF). Se l’esito è positivo si procede poi a un esame di secondo livello, una colonscopia, per approfondimento. Per saperne di più consulta le guide screening.
L’invito con le indicazioni per aderire alla campagna di screening consiste in un messaggio telefonico via sms inviato dall’Azienda sanitaria provinciale. Una volta ricevuta questa comunicazione, nelle farmacie aderenti al programma è possibile ritirare il kit e ricevere istruzioni per il prelievo, la conservazione del materiale e il luogo di consegna.
Entro un mese circa il risultato è comunicato con una lettera a domicilio se negativo o per un possibile richiamo se il test risultasse inadeguato. Si verrà contattati telefonicamente se l’esito è positivo per procedere con l’esame di secondo livello e quindi effettuare una colonscopia gratuita prenotabile online o tramite le farmacie che aderiscono al programma di screening.
In Calabria lo screening per il tumore della cervice uterina prevede:
Il protocollo prevede un invito cartaceo con data, ora e luogo dell’appuntamento per il prelievo e i contatti telefonici per eventuali modifiche o richiesta di informazioni.
Entrambi i test durano meno di dieci minuti e non sono dolorosi. Consistono nel prelievo di alcune cellule dal collo dell’utero: con il Pap test, lo specialista identificherà eventuali alterazioni cellulari che potrebbero evolvere in tumori, mentre il test HPV consente di individuare la presenza del DNA di Papillomavirus che potrebbero portare all’insorgenza del cancro della cervice. Per approfondire consulta la guida screening.
Se l’esito degli esami svolti è negativo, il referto verrà inviato a casa. Se risulta positivo o si osserva la necessità di ulteriori approfondimenti, si riceverà una telefonata dal Centro screening. Gli eventuali esami e trattamenti seguenti sono erogati dalle ASL in maniera gratuita.
Nel caso in cui non si venisse contattati è sufficiente chiamare l’azienda sanitaria di competenza.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 74 anni e prevede una mammografia da ripetere ogni due anni. Questo esame consiste in una radiografia, in cui l’esposizione ai raggi X è minima, che consente di individuare anomalie non ancora percepibili altrimenti.
L’invito avviene tramite sms con le indicazioni di orario e data. L’esame, che viene effettuato presso gli ambulatori di radiologia senologica del territorio, dura circa dieci minuti. Le mammelle sono sottoposte a radiografia mentre sono compresse fra due piastre, sotto la guida di personale tecnico altamente qualificato. Per una diagnosi accurata, il referto è fatto visionare da due radiologi esperti. Per approfondire puoi consultare la guida screening.
Se l’esame ha un esito negativo, i risultati sono inviati a mezzo di posta elettronica. Se invece emergono anomalie o immagini poco chiare e il radiologo vuole eseguire approfondimenti si viene contattate telefonicamente. Questo non deve causare ansie o timori: una richiesta di approfondimento è utile a capire di più e non sempre significa che verrà riscontrato un tumore.
Nel caso in cui non si ricevessero i risultati è sufficiente chiamare l’azienda sanitaria di competenza.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici in Calabria è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo adottato da regione Campania prevede il test di screening per il carcinoma colorettale per uomini e donne nella fascia d’età tra i 50 e i 74 anni ed è da ripetere ogni due anni.
La procedura di screening prevede l’esame per la ricerca di sangue occulto nelle feci (SOF). Se l’esito è positivo si procede a un esame di secondo livello in cui viene eseguita una colonscopia di approfondimento. Per ulteriori informazioni consulta le guide screening.
Le agenzie sanitarie del territorio di appartenenza inviano a casa una lettera d’invito che riporta le informazioni su come effettuare il test, le modalità di ritiro del kit per prelevare il campione da analizzare e i contatti del Centro di screening per richiedere eventualmente ulteriori informazioni. Una volta arrivata la comunicazione, la persona può andare a ritirare il kit per il prelievo presso le farmacie più vicine, dal proprio medico curante o nelle ASL di competenza. Quindi, può eseguire il prelievo, tenendo in frigorifero il materiale se conservato per più di poche ore, e consegnarlo a una farmacia convenzionata entro 24 ore. Non ci sono indicazioni da seguire sugli alimenti da assumere prima del test.
L’esito dell’esame viene comunicato dopo circa due o tre settimane. Il risultato è inviato con una lettera a domicilio se è negativo o se è necessario ripetere l’esame se risultasse inadeguato. Si viene invece contattati telefonicamente se l’esito è positivo, in modo da procedere con una colonscopia per approfondire. Anche l’esame di secondo livello è gratuito, e si può prenotare online o tramite le farmacie aderenti al programma di screening.
Il protocollo della regione Campania per lo screening del tumore al collo dell’utero (o cervice uterina) prevede la chiamata attiva per l’esecuzione del Pap test per la popolazione femminile tra i 25 e 64 anni che non è stata vaccinata per HPV (Papillomavirus) entro i 15 anni d’età. Va ripetuto ogni 3 anni.
Le persone a cui è rivolto lo screening ricevono una comunicazione cartacea da parte della Segreteria Screening della sua zona. Nella lettera sono indicate data e luogo dell’appuntamento per l’esecuzione del test. Entrambi i test durano meno di dieci minuti e non sono dolorosi. Consistono nel prelievo di alcune cellule dal collo dell’utero: con il Pap test, lo specialista identificherà eventuali alterazioni cellulari che potrebbero evolvere in tumori, mentre il test HPV consente di individuare la presenza del DNA di Papillomavirus che potrebbero portare all’insorgenza del cancro della cervice. Per approfondire consulta la guida screening.
I risultati arrivano in poche settimane:
Sono esclusi dallo screening coloro che abbiano già effettuato il Pap test o il test dell’HPV al di fuori del programma di screening negli ultimi 12 mesi.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario prevede un esame radiologico della mammella (mammografia) gratuito da eseguire ogni due anni. Si rivolge:
Queste persone ricevono un invito cartaceo dall’ASL di riferimento per fissare ora, data e luogo dell’appuntamento.
L’esame dura in media dieci minuti: consiste nella compressione di entrambi i seni tra due piastre e l’esecuzione di una radiografia della mammella, che con un’esposizione ai raggi X minima consente di individuare noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto. Il personale tecnico che effettua l’esame è altamente qualificato. Per approfondire consulta la guida screening.
Una volta fatto l’esame, se il referto è negativo verrà inviato l’esito a casa; se, invece, si evidenziano immagini dubbie o il radiologo vuole eseguire approfondimenti si verrà contattati telefonicamente. Questo non deve portare ansie o timori: l’approfondimento è utile a capire di più e non sempre significa che c’è un tumore.
Nel caso in cui non si venisse contattati è sufficiente chiamare l’azienda sanitaria di competenza.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici in Campania è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo adottato da regione Emilia-Romagna per lo screening contro il carcinoma colonrettale è esteso a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e i 69 anni da ripetere ogni due anni.
È previsto innanzitutto un esame di primo livello, l’esame per la ricerca del sangue occulto nelle feci (SOF). Se i risultati dell’indagine sono positivi, si procede con un esame di secondo livello, una colonscopia di approfondimento. Per saperne di più consulta le guide screening.
Le diverse agenzie sanitarie del territorio di appartenenza inviano una comunicazione cartacea di invito a domicilio. Quindi, presso le farmacie comunali è possibile ritirare il kit per il prelievo. Una volta raccolto il campione di feci per le analisi, è necessario tenere in frigorifero il materiale e poi portare la provetta nei punti di raccolta nella medesima farmacia, la quale si occuperà di spedire per eseguire l’esame in laboratorio. Prima del test non serve seguire restrizioni alimentari.
Dopo circa due o tre settimane il risultato viene comunicato con una lettera a domicilio se è negativo o se occorre ripetere l’esame perché il campione risulta inadeguato. Si viene invece contattati telefonicamente se l’esito è positivo, per poi procedere con la colonscopia. Anche questa è gratuita e si può prenotare online o nelle farmacie aderenti al programma di screening.
In Emilia-Romagna, il protocollo regionale per lo screening del tumore alla cervice uterina è rivolto a:
Le donne di 25 anni che non erano vaccinate contro il Papillomavirus possono sottoporsi a vaccinazione gratuitamente con la prima chiamata di screening.
Il protocollo prevede una lettera d’invito da parte dell’Agenzia sanitaria provinciale contenente le indicazioni per l’appuntamento presso il consultorio familiare vicino.
L’esame dura in media dieci minuti: consiste nella compressione di entrambi i seni tra due piastre e l’esecuzione di una radiografia della mammella, che con un’esposizione ai raggi X minima consente di individuare noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto. Il personale tecnico che effettua l’esame è altamente qualificato. Per approfondire puoi consultare la guida screening.
I risultati arrivano in poche settimane:
Lo screening per la diagnosi precoce del cancro al seno prevede l’esecuzione di un esame radiologico della mammella (mammografia) gratuito e senza impegnativa. Questo controllo consente di individuare noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto. In Emilia-Romagna, il programma di screening per questo tipo di tumore si rivolge:
L’esame dura in media dieci minuti e consiste nella compressione di entrambi i seni tra due piastre per l’esecuzione della radiografia. L’esposizione ai raggi X è minima e il personale che effettua l’esame è altamente qualificato. Per sicurezza, il referto è fatto visionare da due radiologi esperti. Per approfondire puoi consultare la guida screening.
Una volta eseguito l’esame, se l’esito è negativo si ricevono i risultati a casa. Se invece emergono immagini dubbie e il radiologo vuole eseguire approfondimenti si viene contattate telefonicamente. Questo non deve portare ansie o timori, in quanto queste indagini ulteriori sono utili a capire di più e non sempre emerge la presenza di un tumore.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici in Emilia-Romagna è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo adottato da regione Friuli-Venezia Giulia prevede un test di screening per il carcinoma del colon-retto esteso a uomini e donne nella fascia d’età tra i 50 e 69 anni da ripetere ogni due anni.
La procedura di screening prevede l’esame per la ricerca di sangue occulto nelle feci (SOF). Se l’esito è positivo si procede a un esame di secondo livello in cui viene eseguita una colonscopia di approfondimento. Per saperne di più consulta le guide screening.
Dalle diverse agenzie sanitarie del territorio di appartenenza viene mandata una comunicazione cartacea a domicilio, che riporta le informazioni per effettuare il test, le modalità di ritiro del kit per prelevare le feci da analizzare e contatti utili del centro di screening per chiedere eventuali informazioni. Muniti di documento d’invito è possibile ritirare il kit presso una farmacia entro due mesi dal della lettera stessa. Quindi, si esegue il prelievo e si porta il campione a uno dei laboratori specializzati entro 24 ore (se è necessario conservare il materiale, va tenuto in frigorifero). Prima del test non occorre seguire restrizioni alimentari.
I risultati si ottengono dopo circa due o tre settimane. La comunicazione avviene via posta se l’esito negativo o per un possibile richiamo se il test risultasse inadeguato. Si viene invece contattati telefonicamente se l’esito è positivo, per procedere con l’esame di secondo livello, ovvero effettuare una colonscopia gratuita. Questa è prenotabile online o tramite le farmacie aderenti al programma di screening.
Il protocollo della regione Friuli-Venezia Giulia per lo screening del tumore alla cervice uterina prevede la chiamata attiva della popolazione femminile:
Il protocollo prevede una comunicazione telefonica da parte del call center regionale con cui concordare l’appuntamento.
L’esame dura in media dieci minuti: consiste nella compressione di entrambi i seni tra due piastre e l’esecuzione di una radiografia della mammella, che con un’esposizione ai raggi X minima consente di individuare noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto. Il personale tecnico che effettua l’esame è altamente qualificato. Per approfondire puoi consultare la guida screening.
I risultati dei due esami si ricevono entro poche settimane:
Sono esclusi dallo screening coloro che abbiano già effettuato il Pap test o il test HPV al di fuori del programma di screening negli ultimi 12 mesi.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 45 e i 69 anni, da ripetere ogni 2 anni. Consiste nella mammografia, un esame radiologico della mammella con minima esposizione ai raggi X che consente di individuare noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto. È gratuito e non richiede l’impegnativa del medico.
Innanzitutto, l’agenzia sanitaria territoriale invia una comunicazione cartacea a domicilio in cui specifica luogo e indicazioni per l’appuntamento.
L’esame dura in media dieci minuti e consiste nella compressione di entrambi i seni tra due piastre per una radiografia della mammella con minima esposizione ai raggi X. Il personale tecnico che effettua l’esame è altamente qualificato e, per una diagnosi più accurata, il referto è fatto visionare da due radiologi esperti. Per approfondire consulta la guida screening.
Una volta fatto l’esame, se l’esito è negativo si riceve il referto a casa, per posta. Se si evidenziano immagini dubbie o il radiologo vuole eseguire approfondimenti si viene invece contattati telefonicamente. Questo non deve portare ansie o timori: l’approfondimento è utile a capire di più e non sempre è associato alla presenza di un tumore.
Nel caso in cui non si venisse contattati è sufficiente chiamare l’azienda sanitaria di competenza.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici in Friuli-Venezia Giulia è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo di screening per il carcinoma colon-rettale adottato da regione Lazio è rivolto a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e 74 anni e va ripetuto ogni 2 anni. È previsto un esame di primo livello per valutare la presenza di sangue occulto nelle feci (SOF). Se l’esito è positivo si procede poi a un esame di secondo livello, in cui si esegue una colonscopia. Per approfondire consulta le guide screening.
Le ASL territoriali inviano una comunicazione cartacea a domicilio per invitare alla procedura tutti i residenti e domiciliati nelle aree di riferimento.
La lettera d’invito indica la tipologia di test da eseguire, le modalità di ritiro del kit e i contatti del centro di screening per richiedere eventuali ulteriori informazioni. Una volta arrivato l’invito, basterà recarsi alla farmacia più vicina muniti di documento d’invito, ritirare il kit ed eseguire il prelievo e infine portarlo a uno dei laboratori convenzionati con la campagna vaccinale. Il kit può essere ritirato anche presso il proprio medico curante.
Una volta eseguito il test, il risultato verrà spedito per lettera se negativo. Se invece il test dovesse risultare inadeguato, è possibile che si riceva una lettera che chiama a effettuarlo nuovamente. Infine, se l’esito dell’esame è positivo si verrà contattati telefonicamente per procedere con l’esame di secondo livello e quindi effettuare una colonscopia. Questa è gratuita ed è prenotabile online o tramite le farmacie che aderiscono al programma di screening.
Il protocollo regionale per lo screening del tumore alla cervice uterina è rivolto alla popolazione femminile:
In Lazio, le persone a cui è rivolto il programma di screening ricevono un invito cartaceo con data, ora e luogo dell’appuntamento per il prelievo e i contatti telefonici per eventuali modifiche o richiesta di informazioni.
Sia il Pap-test sia l’HPV-test durano meno di 10 minuti e prevedono il prelievo di cellule della cervice con una sorta di spazzolino per identificare eventuali alterazioni che potrebbero evolvere in tumore o il DNA di alcuni ceppi di Papillomavirus a rischio cancerogeno. Per approfondire consulta la guida screening.
Il referto verrà recapitato per posta a casa se il risultato è negativo. Qualora risultasse positivo si riceverà invece un invito telefonico in cui verrà organizzato un appuntamento per approfondire la situazione clinica.
Sono escluse dallo screening coloro che abbiano già effettuato il Pap test o il test HPV al di fuori del programma di screening negli ultimi 12 mesi.
Il programma di screening del Lazio per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 74 anni. Va ripetuto ogni 2 anni e consiste di un esame radiologico della mammella (mammografia) gratuito e senza impegnativa che consente di individuare noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto.
Le ASL territoriali inviano una comunicazione cartacea a domicilio in cui sono specificati luogo e indicazioni dell’appuntamento. L’esame dura in media dieci minuti: consiste nella compressione di entrambi i seni tra due piastre e l’esecuzione di una radiografia della mammella con un’esposizione ai raggi X minima. Il personale tecnico che effettua l’esame è altamente qualificato, e per maggiore sicurezza sulla diagnosi il referto è visionato da due radiologi esperti. Per approfondire consulta la guida screening.
In Lazio, anche le donne tra i 45 e i 49 anni possono approfittare del programma di screening per il tumore alla mammella: possono fare una mammografia gratuita ogni due anni. Non ricevono una lettera di invito a casa, ma possono chiedere al loro medico curante una specifica impegnativa con esenzione.
Una volta eseguito l’esame, se l’esito è negativo si riceverà il referto a casa, per posta. Se invece emergono immagini dubbie o il radiologo vuole eseguire approfondimenti si verrà contattate telefonicamente. Ricevere questa telefonata, però, può significare solo che sono necessari approfondimenti: non sempre è associato alla presenza di un tumore.
Sono esonerate dal programma le persone incluse in percorsi di screening per motivi anagrafici o clinici.
Per avere ulteriori informazioni riguardo alle campagne di screening in Lazio è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo adottato da regione Liguria per lo screening contro il carcinoma colon-rettale è esteso a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e 74 anni e prevede di ripetere ogni due anni l’esame per la ricerca del sangue occulto nelle feci (SOF). Se l’esito di questo è positivo, si procede con un esame di secondo livello, per approfondimento: una colonscopia. Consulta le guide screening per saperne di più.
Le agenzie sanitarie del territorio di appartenenza inviano a casa una comunicazione cartacea di invito che contiene le indicazioni per il ritiro del kit per eseguire il prelievo. Una volta eseguito, è necessario tenere in frigorifero il materiale e portarlo nei punti di raccolta indicati dal centro di screening affinché sia eseguito l’esame in laboratorio. Prima del test non occorre seguire diete particolari.
Dopo circa due o tre settimane il risultato viene ricevuto via posta se è negativo o se è necessario ripetere il test. Si riceve invece una telefonata se l’esito è positivo per procedere con l’esame di secondo livello, cioè una colonscopia – sempre gratuita. Questa è prenotabile online o tramite le farmacie aderenti al programma di screening.
In Liguria lo screening del tumore alla cervice uterina prevede:
Le donne di 25 anni non vaccinate verranno sottoposte a vaccinazione gratuitamente con la prima chiamata di screening.
Il protocollo prevede una comunicazione via sms da parte del Agenzia sanitaria provinciale che riporta la data in cui sarà eseguito il test presso un consultorio familiare vicino.
Sia il Pap-test sia l’HPV-test durano meno di 10 minuti e prevedono il prelievo di cellule della cervice con una sorta di spazzolino per identificare eventuali alterazioni che potrebbero evolvere in tumore o il DNA di alcuni ceppi di Papillomavirus a rischio cancerogeno. Per approfondire consulta la guida screening.
Il referto verrà recapitato per posta a casa se il risultato è negativo. Qualora risultasse positivo si riceverà invece un invito telefonico in cui verrà organizzato un appuntamento per approfondire la situazione clinica.
Sono esclusi dallo screening coloro che negli ultimi 12 mesi abbiano già effettuato il Pap-test o l’HPV-test al di fuori del programma di screening.
In Liguria, lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario è rivolto alle donne di età compresa tra i 50 e 74 anni da ripetere ogni 2 anni. Questo prevede l’esecuzione di un esame radiologico della mammella (mammografia) gratuito senza impegnativa che consente di individuare noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto.
Le ASL territoriali inviano una comunicazione cartacea a domicilio in cui sono specificati luogo e indicazioni dell’appuntamento. L’esame dura in media dieci minuti: consiste nella compressione di entrambi i seni tra due piastre e l’esecuzione di una radiografia della mammella con un’esposizione ai raggi X minima. Il personale tecnico che effettua l’esame è altamente qualificato, e per maggiore sicurezza sulla diagnosi il referto è visionato da due radiologi esperti. Per approfondire consulta la guida screening.
Una volta fatto l’esame, se il referto è negativo si riceve una comunicazione via posta elettronica. Se invece il radiologo vuole eseguire approfondimenti, a causa di immagini sospette o dubbie, si viene contattate telefonicamente. Questo non deve comportare ansie o timori: con le indagini successive si potrà capire di più e non è detto che si rilevi un tumore.
Nel caso in cui non si venisse contattati è possibile chiamare l’azienda sanitaria di competenza.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici in Liguria è possibile consultare il sito regionale dedicato.
La regione Lombardia rivolge il protocollo di screening per il carcinoma colorettale, da ripetere ogni 2 anni, a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e 74 anni.
La procedura di screening prevede un esame di primo livello per valutare la presenza di sangue occulto nelle feci (SOF). Se l’esito è positivo si procede a un esame di secondo livello, una colonscopia di approfondimento. Per approfondire consulta le guide screening.
Dal centro di screening viene mandata una lettera di invito cartacea a domicilio, che riporta la tipologia del test (se di primo o secondo livello), le modalità di ritiro del kit e contatti utili per ulteriori informazioni. La persona, una volta ricevuto l’invito, si può recare alla farmacia più vicina munita della lettera cartacea e ritirare il kit per il prelievo del campione. Quindi, entro 60-90 giorni dall’invito, può raccogliere le feci nell’apposito contenitore e portare il campione in uno dei laboratori convenzionati.
Il risultato del test è spedito per lettera se negativo, altrimenti è possibile ricevere una lettera per richiamo se il test risulti inadeguato. Se l’esito invece è positivo, si viene contattati telefonicamente per procedere con l’esame di secondo livello e quindi effettuare una colonscopia gratuita presso le ATS da effettuare almeno entro 60 giorni dal riscontro della positività.
Il protocollo per la regione Lombardia prevede di includere nella popolazione target dello screening tutte le persone invitabili a effettuare il test, in base a criteri anagrafici e di residenza. I criteri di esclusione dallo screening possono essere definitivi o temporanei. I sistemi di regione Lombardia considerano esclusione definitiva per tutte quelle persone che:
Mentre sono esclusi temporaneamente coloro che hanno eseguito una colonscopia da meno di 5 anni a seguito di altre implicazioni mediche oppure sono inseriti in percorsi di sorveglianza endoscopica in screening.
È importante parlare con il proprio medico curante su come agire in base alla personale situazione clinica.
Il protocollo della Regione Lombardia per lo screening del tumore alla cervice uterina prevede:
Il protocollo regionale prevede un invito cartaceo con luogo, data e ora dell’appuntamento in cui recarsi per il prelievo, più i contatti telefonici per eventuali modifiche o richiesta di informazioni. Sia il Pap-test sia l’HPV test durano meno di dieci minuti e non sono dolorosi: lo specialista, con una piccola spatolina, preleva delle cellule della cervice per identificare eventuali alterazioni e infezioni. Per approfondire consulta la guida screening.
Si considerano esclusi in maniera definitiva dal programma di screening coloro che hanno avuto un pregresso cancro della cervice uterina, che sono stati sottoposti a isterectomia totale documentata o che hanno alcune condizioni (come disabilità o malattie terminali). Vengono escluse temporaneamente coloro che hanno eseguito recentemente Pap-test e HPV-test in struttura accreditata dal sistema sanitario lombardo.
Se l’esame ha avuto esito negativo, il referto verrà recapitato per posta direttamente a domicilio. Qualora risultasse positivo segue invece un invito telefonico in cui verrà organizzato l’appuntamento per approfondire la situazione clinica.
In Lombardia, lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 74 anni e si esegue ogni 2 anni. L’esame consiste nella mammografia, un esame radiologico della mammella, gratuito e senza impegnativa che consente di individuare noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto. Dal 2017 è stata ampliata la possibilità di eseguire il test di screening gratuito alla fascia 45-49 anni con ripetizione annuale.
L’ASL invia a casa una comunicazione cartacea in cui sono specificati luogo e altre indicazioni per l’appuntamento. L’esame dura in media dieci minuti: consiste nella compressione di entrambi i seni tra due piastre e l’esecuzione di una radiografia della mammella, con esposizione ai raggi X minima. Il personale tecnico che effettua l’esame è altamente qualificato, e per maggiore cautela due radiologi esperti vengono coinvolti per effettuare la diagnosi. Per approfondire consulta la guida screening.
Una volta fatto l’esame, se l’esito è negativo il referto sarà spedito a casa. Se si evidenziano immagini dubbie o il radiologo vuole eseguire approfondimenti si verrà invece contattati telefonicamente. Questo non deve portare ansie o timori: l’approfondimento è utile a capire di più e non sempre è associato alla presenza di un cancro. Nel caso in cui non si venisse contattati è sufficiente chiamare l’azienda sanitaria di competenza.
Per avere ulteriori informazioni riguardo alle campagne di screening in Lombardia è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo adottato da regione Marche prevede il test di screening per il carcinoma colon-rettale esteso a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e 69 anni, da ripetere ogni due anni.
In primo luogo, viene eseguito un esame per valutare la presenza di sangue occulto nelle feci (SOF). In secondo luogo, se l’esito dell’esame di primo livello è positivo, si procede a un esame di secondo livello, ovvero una colonscopia. Per approfondire consulta le guide screening.
Le diverse agenzie sanitarie del territorio di appartenenza inviano alle persone coinvolte nel programma una comunicazione cartacea che riporta indicazioni sul test da effettuare, le modalità di ritiro del kit per il prelievo e numeri utili del centro di screening per ottenere eventuali ulteriori informazioni. Una volta arrivata la comunicazione servirà recarsi alla farmacia più vicina muniti di documento d’invito per ritirare il kit. Quindi si potrà eseguire il prelievo e riportare il materiale nei punti di raccolta entro 24 ore (il campione va tenuto in frigorifero). Prima del test non ci sono restrizioni alimentari da seguire.
Dopo circa due o tre settimane il risultato dell’esame viene comunicato con una lettera a domicilio se negativo o se la persona deve ripetere il test. Si viene invece contattati telefonicamente se l’esito è positivo. In questo caso si procede con l’esame di secondo livello, ovvero una colonscopia, sempre gratuita, prenotabile online o tramite le farmacie che aderiscono al programma di screening.
Il protocollo regionale per lo screening del tumore alla cervice uterina delle Marche prevede:
Per le donne di 25 anni non vaccinate è possibile essere vaccinate gratuitamente con la prima chiamata di screening. Per approfondire consulta la guida screening.
Il protocollo regionale prevede un invito cartaceo con luogo, data e ora dell’appuntamento in cui recarsi per il prelievo, più i contatti telefonici per eventuali modifiche o richiesta di informazioni. Sia il Pap-test sia l’HPV test durano meno di dieci minuti e non sono dolorosi: lo specialista, con una piccola spatolina, preleva delle cellule della cervice per identificare eventuali alterazioni e infezioni. Per approfondire consulta la guida screening.
Se l’esame ha avuto esito negativo, il referto verrà recapitato per posta direttamente a domicilio. Qualora risultasse positivo segue invece un invito telefonico in cui verrà organizzato l’appuntamento per approfondire la situazione clinica.
Sono escluse dal programma di screening le donne che hanno già effettuato il Pap test o il test dell’HPV al di fuori del programma di screening negli ultimi 12 mesi.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore al seno della regione Marche si rivolge alle donne tra i 45 e i 74 anni, da ripetersi ogni 2 anni. Prevede un esame radiologico della mammella (mammografia), che consente di individuare noduli, anche di piccole dimensioni e non ancora percepibili al tatto.
Per fissare l’appuntamento viene inviata una comunicazione telefonica da un call center della regione.
L’esame in genere dura circa dieci minuti, in cui il seno viene sottoposto a radiografia grazie alla compressione fra due piastre. L’esposizione ai raggi X è minima e il personale che effettua l’esame è altamente qualificato. Per la valutazione, le immagini radiografiche sono visionate da due radiologi esperti. Per approfondire consulta la guida screening.
Se il risultato dell’esame è negativo, l’esito viene inviato a casa. Se invece si evidenziano immagini poco chiare o il radiologo vuole eseguire approfondimenti si riceve una telefonata. Il desiderio di approfondire non significa che ci sia un tumore, per cui è consigliato stare tranquille.
Nel caso in cui non si venisse contattati è sufficiente chiamare l’azienda sanitaria di competenza.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici nelle Marche è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo adottato da regione Piemonte per lo screening contro il carcinoma colon-rettale è esteso a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e 69 anni e prevede ogni due anni l’esecuzione di un esame di primo livello, l’esame del sangue occulto nelle feci (SOF), a cui può seguire la colonscopia se l’esito è positivo. Per approfondire consulta
Le diverse agenzie sanitarie del territorio di appartenenza inviano a domicilio una comunicazione cartacea di invito a eseguire il test. Per farlo, lettera in mano è possibile recarsi presso le farmacie comunali a ritirare il kit per il prelievo. Una volta raccolto il campione di feci da analizzare, che può essere tenuto in frigorifero, la provetta può essere portata nei punti di raccolta nella stessa farmacia dove si è preso il kit. Questa si occuperà di spedire il campione al laboratorio che lo esaminerà. Prima di raccogliere il campione non ci sono restrizioni alimentari da seguire.
I risultati pervengono dopo circa due o tre settimane, tramite lettera a domicilio se l’esito è negativo oppure occorre ripeterlo o telefonicamente se l’esito è positivo. In questo caso, si procederà con l’esame di secondo livello, una colonscopia (sempre gratuita) prenotabile online o attraverso le farmacie aderenti al programma di screening.
Il protocollo regionale per lo screening del tumore alla cervice uterina delle Marche prevede:
Le donne tra i 65 e i 75 anni, che non abbiano fatto almeno due test dopo i 50 anni, possono partecipare al programma e prenotare l’esame contattando l’agenzia sanitaria. Per le donne di 25 anni non vaccinate è possibile essere vaccinate gratuitamente con la prima chiamata di screening.
Per approfondire consulta la guida screening.
L’invito arriva tramite sms: qui l’Agenzia sanitaria provinciale indica data e ora dell’appuntamento per eseguire il test presso il Consultorio familiare vicino. Sia il Pap test sia l’HPV test durano meno di dieci minuti e prevedono il prelievo non doloroso, tramite uno spazzolino o una spatolina, di alcune cellule della cervice per identificare eventuali alterazioni o infezioni che potrebbero portare a tumori. Per approfondire consulta la guida screening.
Se l’esame ha avuto esito negativo, il referto verrà recapitato per posta direttamente a domicilio. Qualora risultasse positivo segue invece un invito telefonico in cui verrà organizzato l’appuntamento per approfondire la situazione clinica.
Sono escluse dallo screening le donne che abbiano già effettuato il Pap test o il test dell’HPV al di fuori del programma di screening negli ultimi 12 mesi.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario prevede la mammografia, un esame radiologico della mammella che consente di rilevare noduli anche molto ridotti e ancora non individuabili altrimenti.
Si rivolge:
L’invito consiste in una lettera a domicilio che riporta le indicazioni di orario e data per l’esame, che si effettua presso i centri radiologici delle ASL del territorio.
L’esame dura in media dieci minuti: consiste nella compressione di entrambi i seni tra due piastre e l’esecuzione di una radiografia della mammella. L’esposizione ai raggi X è minima e il personale tecnico che effettua l’esame è altamente qualificato. Per una diagnosi accurata, il referto è fatto visionare da due radiologi esperti. Per approfondire puoi consultare la guida screening.
Una volta fatto l’esame, se il referto è negativo si riceve l’esito a casa. Se invece il radiologo vuole eseguire approfondimenti a causa di immagini sospette o mal riuscite si viene contattate telefonicamente. Questo non significa che verrà rilevato un tumore: l’approfondimento è utile a capire di più.
Nel caso in cui non si venisse contattati è sufficiente chiamare l’azienda sanitaria di competenza.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici in Piemonte è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo adottato da regione Puglia prevede un test di screening per il carcinoma colorettale esteso a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e 69 anni, da ripetere ogni due anni.
La procedura di screening prevede in primo luogo un esame di primo livello, l’esame per la ricerca di sangue occulto nelle feci (SOF). Se l’esito è positivo, si procede a un esame di secondo livello, in cui si esegue una colonscopia di approfondimento. Per approfondire consulta le guide screening.
Il reclutamento per lo screening avviene su invito: le ASL territoriali spediscono a domicilio una lettera di invito a tutti i residenti e domiciliati nella zona di riferimento.
Nella comunicazione viene indicato il tipo di test da effettuare, le modalità di ritiro del kit e contatti e-mail e telefonici del centro di screening per richiedere eventualmente altre informazioni. Con la lettera di invito ci si potrà recare presso la farmacia più vicina o il proprio medico curante per ritirare il kit, per poi eseguire il prelievo e, entro 48 ore, portare il campione a uno dei laboratori convenzionati. Prima del test non ci sono restrizioni alimentari da seguire.
Una volta eseguito il test, il risultato sarà ricevuto per posta se negativo. Altrimenti, è possibile ricevere una comunicazione per eseguire nuovamente il test in caso in cui risultasse inadeguato. Si verrà invece contattati telefonicamente se l’esito è positivo per procedere con l’esame di approfondimento, ovvero la colonscopia. Questa è gratuita ed è prenotabile online o tramite le farmacie che aderiscono al programma di screening.
Il protocollo della regione Puglia per lo screening del tumore alla cervice uterina prevede che la popolazione femminile sia invitata a effettuare diversi test a seconda della fascia d’età e della pregressa vaccinazione contro il Papillomavirus (HPV). In particolare, sono chiamate a eseguire un Pap test le donne tra i 25 e i 29 anni non vaccinate entro i 15 anni. Andrà effettuato poi un richiamo ogni 3 anni. Per le donne già vaccinate contro HPV, invece, si procede con il test dell’HPV all’età di 30 anni. In generale, per la popolazione femminile tra i 30 e i 64 anni è previsto il test HPV con richiamo ogni 5 anni.
Le persone ricevono un invito cartaceo con data, ora e luogo ora dell’appuntamento per effettuare l’esame. La lettera riporta anche i contatti telefonici per eventuali spostamenti dell’appuntamento o richiesta di informazioni. Sia il Pap test sia il test dell’HPV consistono nel prelievo, tramite una sorta di spazzolino, di cellule della cervice. Nel primo caso si cercano eventuali anomalie delle cellule che potrebbero evolvere in tumore, nel secondo si cerca il DNA di alcuni ceppi di Papillomavirus a rischio cancerogeno. Entrambi gli esami durano meno di dieci minuti e non sono dolorosi. Per approfondire consulta la guida screening.
Il referto, se l’esito dell’esame è negativo, verrà recapitato per posta direttamente a casa. Altrimenti:
Sono esclusi dallo screening coloro che abbiano già effettuato il Pap test o il test HPV al di fuori del programma di screening negli ultimi 12 mesi.
In Puglia, lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni, da ripetersi ogni 2 anni. L’esame prevede una mammografia, ovvero una radiografia della mammella, gratuita e senza impegnativa. Grazie a questa indagine è possibile individuare noduli sospetti, anche di piccole dimensioni e non ancora percepibili al tatto.
Innanzitutto, l’ASL territoriale invia una comunicazione cartacea a domicilio in cui viene specificato luogo e indicazioni dell’appuntamento.
L’esame dura in media dieci minuti e consiste nella compressione di entrambe le mammelle fra due piastre. L’esposizione ai raggi X è minima e il personale tecnico che effettua l’esame è altamente qualificato. Per la massima accuratezza, il referto è fatto visionare da due radiologi esperti. Per approfondire consulta la guida screening.
Una volta svolto l’esame, in caso di esito negativo il referto è inviato a casa. Se invece emergono immagini dubbie o il radiologo vuole eseguire approfondimenti si verrà contattati telefonicamente. Questo non significa necessariamente che c’è qualcosa che non va: l’approfondimento è utile a capire di più e non sempre è associato alla presenza di un tumore. Nel caso in cui non si avessero notizie è sufficiente chiamare l’azienda sanitaria di competenza.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici in Puglia è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo adottato da regione Sardegna per lo screening contro il carcinoma colorettale è esteso a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e i 69 anni ed è da ripetere ogni due anni.
La procedura di screening prevede l’esame per valutare la presenza di sangue occulto nelle feci (SOF). Se l’esito di questo test è positivo si procede quindi con un esame di secondo livello, una colonscopia. Per approfondire consulta le guide screening.
Chi deve effettuare l’esame riceve a casa una comunicazione cartacea d’invito a domicilio inviata dall’agenzia sanitaria del territorio di appartenenza. Quindi, può ritirare il kit per raccogliere il campione presso una farmacia comunale. Una volta eseguito il prelievo con il kit, è necessario tenere il materiale in frigorifero e poi portarlo nei punti di raccolta in farmacia, che si occuperà della spedizione della provetta in laboratorio. Prima del test non occorre seguire restrizioni alimentari.
Dopo circa due o tre settimane il risultato viene comunicato:
In Sardegna lo screening del tumore alla cervice uterina prevede:
Le donne di 25 anni non vaccinate verranno sottoposte a vaccinazione gratuitamente con la prima chiamata di screening.
Il protocollo prevede una comunicazione d’invito da parte del Agenzia sanitaria provinciale che riporta la data in cui sarà eseguito il test presso un consultorio familiare vicino.
Sia il Pap-test sia l’HPV-test durano meno di 10 minuti e prevedono il prelievo di cellule della cervice con una sorta di spazzolino per identificare eventuali alterazioni che potrebbero evolvere in tumore o il DNA di alcuni ceppi di Papillomavirus a rischio cancerogeno. Per approfondire consulta la guida screening.
I risultati dei due esami si ricevono entro poche settimane:
se l’HPV test è positivo, il campione viene sottoposto a un’analisi in cui si cercano eventuali anomalie alle cellule della cervice (come avviene nel Pap test). Se questa risulta positiva, ci saranno altri esami di approfondimento, altrimenti il percorso di screening continuerà dopo un anno con l’invito a ripetere l’esame.
Sono escluse dallo screening le donne che hanno già effettuato il Pap test o il test HPV al di fuori del programma di screening negli ultimi 12 mesi.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore al seno consiste in una mammografia, esame radiologico della mammella che comporta un’esposizione minima ai raggi X e consente di individuare noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto. Si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e va ripetuto ogni due anni.
L’agenzia regionale manda una comunicazione cartacea con data, ora e luogo dell’appuntamento. L’esame, che dura in media dieci minuti, consiste nella compressione di entrambi i seni tra due piastre per l’esecuzione di una radiografia. A effettuarlo è personale tecnico altamente qualificato. La diagnosi viene poi confermato da due radiologi esperti. Per approfondire puoi consultare la guida screening.
Il referto viene spedito a casa se l’esito è negativo, mentre se si evidenziano immagini dubbie ed è bene eseguire approfondimenti si viene contattati telefonicamente. In questo caso è consigliato stare tranquille: l’approfondimento è utile a capire di più e non è detto che ci sia un tumore.
Nel caso in cui non si avessero notizie, è sufficiente chiamare l’azienda sanitaria di competenza.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici in Sardegna è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo adottato da regione Sicilia per lo screening contro il carcinoma colorettale è esteso a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e 69 anni e va ripetuto ogni due anni.
In primo luogo, è previsto l’esame del sangue occulto nelle feci (SOF), che consiste nell’analisi di un campione fecale della persona raccolto in provetta. Se l’esito è positivo si procede in secondo luogo con un esame di secondo livello, una colonscopia di approfondimento. Per saperne di più consulta le guide screening.
Le persone a cui è rivolto lo screening ricevono a domicilio una comunicazione cartacea d’invito da parte dell’agenzia sanitaria del territorio di appartenenza, Dopodiché, può ritirare il kit per il prelievo presso una farmacia comunale ed eseguire il prelievo del campione, che va tenuto in frigorifero e portato nei punti di raccolta nella farmacia, che si occuperà della spedizione per eseguire l’esame in laboratorio. Non è necessario seguire restrizioni alimentari prima del test.
Dopo circa due o tre settimane il risultato viene comunicato:
Il protocollo della regione Puglia per lo screening del tumore alla cervice uterina prevede che la popolazione femminile sia invitata a effettuare diversi test a seconda della fascia d’età e della pregressa vaccinazione contro il Papillomavirus (HPV). In particolare, sono chiamate a eseguire un Pap test le donne tra i 25 e i 29 anni non vaccinate entro i 15 anni. Andrà effettuato poi un richiamo ogni 3 anni. Per le donne già vaccinate contro HPV, invece, si procede con il test dell’HPV all’età di 30 anni. In generale, per la popolazione femminile tra i 30 e i 64 anni è previsto il test HPV con richiamo ogni 5 anni.
Le persone ricevono un invito cartaceo con data, ora e luogo ora dell’appuntamento per effettuare l’esame. La lettera riporta anche i contatti telefonici per eventuali spostamenti dell’appuntamento o richiesta di informazioni. Sia il Pap test sia il test dell’HPV consistono nel prelievo, tramite una sorta di spazzolino, di cellule della cervice. Nel primo caso si cercano eventuali anomalie delle cellule che potrebbero evolvere in tumore, nel secondo si cerca il DNA di alcuni ceppi di Papillomavirus a rischio cancerogeno. Entrambi gli esami durano meno di dieci minuti e non sono dolorosi. Per approfondire consulta la guida screening.
Il referto, se l’esito dell’esame è negativo, verrà recapitato per posta direttamente a casa. Altrimenti:
Sono esclusi dallo screening coloro che abbiano già effettuato il Pap test o il test HPV al di fuori del programma di screening negli ultimi 12 mesi.
Lo screening per la diagnosi precoce del cancro al seno prevede l’esecuzione di un esame radiologico della mammella (mammografia) gratuito e senza impegnativa. Questo controllo consente di individuare noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto. In Emilia-Romagna, il programma di screening per questo tipo di tumore si rivolge:
L’esame dura in media dieci minuti e consiste nella compressione di entrambi i seni tra due piastre per l’esecuzione della radiografia. L’esposizione ai raggi X è minima e il personale che effettua l’esame è altamente qualificato. Per sicurezza, il referto è fatto visionare da due radiologi esperti. Per approfondire puoi consultare la guida screening.
Una volta eseguito l’esame, se l’esito è negativo si ricevono i risultati a casa. Se invece emergono immagini dubbie e il radiologo vuole eseguire approfondimenti si viene contattate telefonicamente. Questo non deve portare ansie o timori, in quanto queste indagini ulteriori sono utili a capire di più e non sempre emerge la presenza di un tumore.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici in Sicilia è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo adottato da regione Toscana prevede il test di screening per il carcinoma colon-rettale esteso a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e 69 anni da ripetere ogni due anni.
La procedura di screening regionale prevede innanzitutto l’esame per la ricerca di sangue occulto nelle feci (SOF). Se l’esito di questo esame di primo livello è positivo, si procede a un esame di secondo livello: una colonscopia di approfondimento. Per saperne di più puoi consultare le guide screening.
Dalle diverse agenzie sanitarie del territorio di appartenenza viene mandata una comunicazione cartacea d’invito a domicilio. Il cittadino dovrà recarsi presso le farmacie più vicine, o dal proprio medico curante o nelle ASL di competenza e ritirare il kit per il prelievo.
Nella lettera d’invito viene riportata la tipologia del test se di primo o secondo livello, le modalità di ritiro del kit e numeri telefonici del Centro di screening per ulteriori informazioni. Una volta arrivata la comunicazione basterà recarsi alla farmacia più vicina muniti di documento d’invito, ritirare il kit, Quindi, si può eseguire la raccolta del campione e portandolo presso i punti di raccolta convenzionati entro 24 ore (tenendolo in frigorifero se non si riesce a consegnarlo entro poche ore). Prima del test non occorre seguire restrizioni alimentari.
Una volta eseguito il test, dopo circa due o tre settimane il risultato verrà comunicato con lettera a domicilio se negativo o per un possibile richiamo se il test è inadeguato. Si verrà contattati telefonicamente se l’esito è positivo per procedere con l’esame di secondo livello e quindi effettuare una colonscopia. Questa è gratuita ed è prenotabile online o tramite le farmacie aderenti al programma di screening.
Il protocollo regionale per lo screening del tumore alla cervice uterina prevede:
Le persone ricevono un invito cartaceo con data, ora e luogo ora dell’appuntamento per effettuare l’esame. La lettera riporta anche i contatti telefonici per eventuali spostamenti dell’appuntamento o richiesta di informazioni. Sia il Pap test sia il test dell’HPV consistono nel prelievo, tramite una sorta di spazzolino, di cellule della cervice. Nel primo caso si cercano eventuali anomalie delle cellule che potrebbero evolvere in tumore, nel secondo si cerca il DNA di alcuni ceppi di Papillomavirus a rischio cancerogeno. Entrambi gli esami durano meno di dieci minuti e non sono dolorosi. Per approfondire consulta la guida screening.
Il referto, se l’esito dell’esame è negativo, verrà recapitato per posta direttamente a casa. Altrimenti:
Non sono invitate a effettuare lo screening le donne che rientrano in questi criteri ma che hanno già effettuato il Pap test o il test dell’HPV al di fuori del programma di screening negli ultimi 12 mesi.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 45 e i 49 anni, ripetuta ogni anno, e alle donne di età tra i 50 e 74 anni, effettuata ogni due anni. Prevede un esame radiologico della mammella (mammografia), gratuito e senza necessità di impegnativa del medico, e consente di individuare noduli, anche di piccole dimensioni e non ancora percepibili al tatto.
Le persone sono invitate tramite una comunicazione telefonica del Call center regionale, in cui viene fissato l’appuntamento.
L’esame dura in media dieci minuti. Per effettuarlo, le due mammelle sono compresse tra due piastre e viene eseguita una radiografia con esposizione ai raggi X minima. Il personale tecnico che effettua l’esame è altamente qualificato, e la diagnosi è confermata da due radiologi esperti. Per approfondire consulta la guida screening.
Una volta effettuato l’esame, se l’esito è negativo viene inviato a casa. Se invece si evidenziano immagini dubbie o il radiologo richiede approfondimenti si viene contattate telefonicamente. Questo non deve portare ansie o timori: indagare più a fondo serve a chiarire la situazione, e non sempre è associato alla presenza di un tumore. Se non si ricevono i risultati nell’arco di tre settimane si può chiamare l’azienda sanitaria di competenza.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici in Toscana è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo adottato dalla regione Trentino-Alto Adige per lo screening contro il carcinoma colon-rettale è esteso a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e i 69 anni. Prevede che ogni due anni si esegua un esame di primo livello, per valutare la presenza di sangue occulto nelle feci (SOF), e se questo risulta positivo si procede con un esame di secondo livello, una colonscopia. Per approfondire consulta le guide screening.
Dalle diverse agenzie sanitarie del territorio di appartenenza viene mandata una comunicazione cartacea d’invito a domicilio ed è possibile ritirare il kit per il prelievo presso le farmacie comunali . Una volta raccolto il campione, è necessario tenere in frigorifero il materiale e poi portare la provetta nei punti di raccolta nella farmacia che ha fornito il kit e si occuperà di spedire il campione in laboratorio. Prima del test non serve seguire restrizioni alimentari.
Dopo circa due o tre settimane il risultato viene comunicato con lettera a domicilio o tramite la piattaforma digitale preposta se negativo o per un possibile richiamo se il test risultasse inadeguato. Si verrà contattati telefonicamente se l’esito è positivo, per procedere con l’esame di secondo livello e quindi effettuare una colonscopia. Questa è gratuita ed è prenotabile online o tramite le farmacie aderenti al programma di screening.
Il protocollo regionale del Trentino-Alto Adige per lo screening del tumore al collo dell’utero (o cervice uterina) prevede:
Le donne di 25 anni non vaccinate possono essere sottoposte a vaccinazione gratuitamente con la prima chiamata di screening.
Le persone ricevono un invito cartaceo con data, ora e luogo ora dell’appuntamento per effettuare l’esame. La lettera riporta anche i contatti telefonici per eventuali spostamenti dell’appuntamento o richiesta di informazioni. Sia il Pap test sia il test dell’HPV consistono nel prelievo, tramite una sorta di spazzolino, di cellule della cervice. Nel primo caso si cercano eventuali anomalie delle cellule che potrebbero evolvere in tumore, nel secondo si cerca il DNA di alcuni ceppi di Papillomavirus a rischio cancerogeno. Entrambi gli esami durano meno di dieci minuti e non sono dolorosi. Per approfondire consulta la guida screening.
I risultati sono disponibili entro poche settimane:
Non sono invitate allo screening coloro che abbiano già effettuato il Pap test o il test HPV al di fuori del programma di screening entro gli ultimi 12 mesi.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario del Trentino-Alto Adige si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 74 anni. Consiste nella mammografia, esame radiologico che consente di individuare anomalie, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto. L’esame è da ripetere ogni due anni.
L’invito avviene tramite lettera recapitata a domicilio con le indicazioni di orario e data per l’esame, che viene effettuato presso i centri radiologici delle ASL del territorio e dura in media dieci minuti. Consiste nella compressione di entrambi i seni fra due piastre e l’esecuzione di una radiografia della mammella con esposizione ai raggi X minima. Il personale tecnico che effettua l’esame è altamente qualificato e per una diagnosi più accurata il referto è fatto visionare da due radiologi esperti. Per approfondire consulta la guida screening.
Una volta effettuato l’esame, se il risultato è negativo l’esito verrà inviato a casa. Se si evidenziano immagini dubbie e il radiologo vuole eseguire approfondimenti si verrà contattate telefonicamente. Questo non deve portare ansie o timori: l’approfondimento è utile a capire di più e non è detto ci sia un tumore.
Nel caso in cui non si venisse contattate è bene chiamare l’azienda sanitaria di competenza.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici in Trentino-Alto Adige è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo adottato dalla regione Umbria prevede il test di screening per il carcinoma colon-rettale ed è rivolto a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e i 74 anni. L’esame va ripetuto ogni due anni.
Consiste innanzitutto nell’esame per la ricerca di sangue occulto nelle feci (SOF). Se l’esito di quest’analisi è positiva si procede a un esame di secondo livello in cui viene eseguita una colonscopia di approfondimento. Consulta le guide screening per saperne di più.
A chi ha già aderito precedentemente allo screening, le agenzie sanitarie del territorio di appartenenza mandano a casa sia una comunicazione cartacea d’invito sia il kit per l’esecuzione del prelievo. Per le persone che non hanno mai ricevuto la comunicazione prima e coloro che invece non hanno aderito all’ultimo invito arriva una comunicazione cartacea a domicilio con le indicazioni per il ritiro del kit presso le farmacie convenzionate. Dopo che per tre volte consecutive il cittadino non ha aderito all’invito, il kit non viene più spedito a domicilio e si deve procedere al ritiro nelle aziende sanitarie regionali di appartenenza.
Una volta raccolto il campione necessario per le analisi con l’apposito kit, è necessario tenerlo in frigorifero e portarlo nei punti di raccolta entro 24 ore. Il campione non va spedito per posta. Prima del test non è necessario seguire diete particolari.
Dopo circa due o tre settimane il risultato verrà comunicato con lettera a domicilio se negativo o per un possibile richiamo se il test risultasse inadeguato. Si verrà contattati telefonicamente se l’esito è positivo per procedere con l’esame di secondo livello e quindi effettuare una colonscopia. Questa è gratuita e prenotabile online o tramite le farmacie aderenti al programma di screening.
Il protocollo regionale per lo screening del tumore alla cervice uterina delle Marche prevede:
Le donne di 25 anni non vaccinate verranno sottoposte a vaccinazione gratuitamente con la prima chiamata di screening.
Le persone ricevono un invito cartaceo con data, ora e luogo ora dell’appuntamento per effettuare l’esame. La lettera riporta anche i contatti telefonici per eventuali spostamenti dell’appuntamento o richiesta di informazioni. Sia il Pap test sia il test dell’HPV consistono nel prelievo, tramite una sorta di spazzolino, di cellule della cervice. Nel primo caso si cercano eventuali anomalie delle cellule che potrebbero evolvere in tumore, nel secondo si cerca il DNA di alcuni ceppi di Papillomavirus a rischio cancerogeno. Entrambi gli esami durano meno di dieci minuti e non sono dolorosi. Per approfondire consulta la guida screening.
Per entrambi i test, se i risultati sono negativi sono recapitati per posta direttamente a casa entro poche settimane. Invece, si riceve una telefonata in caso di esito positivo, e in particolare:
Sono escluse dallo screening le donne che hanno già effettuato il Pap test o il test HPV negli ultimi 12 mesi.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e 74 anni, per l’esecuzione ogni due anni di una mammografia. Si tratta di un esame radiologico della mammella che consente di individuare noduli impossibili da notare altrimenti.
L’appuntamento viene fissato grazie a una comunicazione telefonica effettuata dal Call center regionale.
L’esame dura in media dieci minuti: consiste nella compressione di entrambi i seni tra due piastre e l’esecuzione di una radiografia della mammella. L’esposizione ai raggi X è minima e il personale tecnico che effettua l’esame è altamente qualificato. Per una maggiore accuratezza della diagnosi, la radiografia è visionata da due radiologi esperti. Per approfondire consulta la guida screening.
Una volta fatto l’esame, se il referto è negativo verrà inviato l’esito a casa. Invece, se si evidenziano immagini dubbie o il radiologo vuole eseguire approfondimenti si verrà contattati telefonicamente. Questo non deve portare timori o ansie: l’approfondimento serve a capire di più e non sempre viene rilevato un tumore maligno.
Nel caso in cui non si ricevessero notizie è sufficiente chiamare l’azienda sanitaria di competenza.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici in Umbria è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo di screening per il carcinoma colorettale adottato da regione Valle d’Aosta è esteso a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e i 69 anni ed è da ripetere ogni due anni.
Lo screening per il tumore del colon-retto in Valle d’Aosta prevede l’esame per la ricerca di sangue occulto nelle feci (SOF) e in seguito, in caso di esito positivo, si esegue una colonscopia di approfondimento. Per saperne di più puoi consultare le guide screening.
Il medico curante consegna direttamente alla persona una lettera d’invito con le indicazioni per un appuntamento in Comune, in cui i volontari consegnano il kit per la raccolta del materiale biologico e spiegano le modalità di svolgimento del test e quali sono i luoghi convenzionati dove consegnare il materiale. Il campione raccolto deve essere mantenuto in frigo per massimo tre giorni e va portato ai centri o alle farmacie che aderiscono al programma di screening.
Dopo circa due o tre settimane il risultato viene comunicato con lettera a domicilio se negativo o se occorre ripetere il test perché è risultato non adeguato. Si viene invece contattati telefonicamente se l’esito è positivo per procedere con l’esame di secondo livello, ovvero effettuare una colonscopia. Questa è gratuita e prenotabile online o tramite le farmacie aderenti al programma di screening.
Il protocollo regionale per lo screening del tumore alla cervice uterina, o collo dell’utero, prevede la chiamata della popolazione femminile in diverse fasce d’età.
Le donne di 25 anni non vaccinate verranno sottoposte a vaccinazione gratuitamente con la prima chiamata di screening.
L’invito consiste in una lettera cartacea da parte di un consultorio della zona e riporta data, ora e luogo dell’appuntamento per l’esecuzione del test presso i poliambulatori in base al distretto di residenza. Entrambi gli esami durano meno di dieci minuti e consistono in un prelievo indolore di cellule della cervice grazie a una spatolina o uno spazzolino. Con il Pap test si ricercano anomalie cellulari e con l’HPV test si cerca il DNA di un Papillomavirus che può causare un tumore. Per approfondire consulta la guida screening.
Per entrambi gli esami, il referto verrà recapitato per posta a casa se l’esito è negativo. Invece, sono diversi i percorsi che seguono in caso di esito positivo dei due test:
Sono esclusi dallo screening coloro che negli ultimi 12 mesi hanno già effettuato il Pap test o il test HPV al di fuori del programma di screening.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 45 e 49 da ripetere ogni anno e alle donne tra i 50 e 74 anni da ripetere ogni 2 anni.
La mammografia è un esame radiologico della mammella che consente di individuare anomalie anche di piccole dimensioni con una esposizione ai raggi X minima.
L’invito consiste in una telefonata da un Call center regionale per fissare l’appuntamento per l’esame. per le donne tra i 50 e 69 anni. Dai 45 anni e dai 70 ai 74 si può aderire spontaneamente telefonando l’agenzia sanitaria territoriale.
La mammografia dura circa dieci minuti, in cui le mammelle sono compresse tra due piastre. A effettuare l’esame è personale tecnico altamente qualificato e per la diagnosi le immagini radiografiche sono valutate da due radiologi esperti. Per saperne di più consulta la guida screening.
Una volta fatto l’esame, l’esito sarà inviato a casa se è negativo entro trenta giorni. Invece, si riceverà una telefonata se si evidenziano immagini dubbie o il radiologo vuole eseguire approfondimenti. Questo non deve portare ansie o timori: l’approfondimento è utile a chiarire la situazione e non sempre è associato alla presenza di un tumore.
Nel caso in cui non si venisse contattati si può telefonare all’azienda sanitaria di competenza per fissare un appuntamento.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici in Val d'Aosta è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Il protocollo adottato da regione Veneto prevede un test di screening per il carcinoma del colon-retto esteso a uomini e donne nella fascia di età tra i 50 e 74 anni, da ripetere ogni due anni.
La procedura di screening della regione Veneto prevede un primo esame in cui gli specialisti valutano la presenza di sangue occulto nelle feci (SOF). Se l’esito dell’esame è positivo si procede a un esame di secondo livello in cui viene eseguita una colonscopia di approfondimento. Per saperne di più consulta le guide screening.
Le ULSS di appartenenza spediscono un invito cartaceo a domicilio con le indicazioni sull’esame da effettuare, che prevede di raccogliere un proprio campione di feci in provetta.
Nella lettera d’invito vengono riportate anche le modalità di ritiro del kit per il prelievo e i contatti (sia telefonici sia e-mail) del centro di screening per richiedere eventuali altre informazioni. Invito alla mano è possibile richiedere il kit al proprio medico curante o presso la farmacia più vicina. Quindi, si potrà eseguire il prelievo e, entro 48 ore, portare la provetta a uno dei laboratori convenzionati. Prima del test si può mangiare regolarmente.
Una volta eseguite le analisi, l’ULSS di riferimento comunica il risultato tramite una lettera se l’esito è negativo oppure telefonicamente se l’esito è positivo. In questo caso si procede con l’esame di secondo livello, ovvero una colonscopia. Questa è gratuita e si può prenotare online o tramite le farmacie che aderiscono al programma di screening.
Se il test ha dato risultati poco chiari, si riceve invece una lettera di invito a effettuarlo nuovamente.
Il protocollo regionale per lo screening del tumore alla cervice uterina, o collo dell’utero, prevede la chiamata della popolazione femminile in diverse fasce d’età.
Secondo il protocollo della regione Veneto, quando occorre effettuare lo screening si riceve un invito cartaceo che riporta luogo, data e ora dell’appuntamento per l’esame più i contatti telefonici per eventuali richieste di informazioni o modifiche dell’appuntamento.
Il Pap test e l’HPV test prevedono il prelievo cellule della cervice: nel primo gli specialisti cercano eventuali alterazioni cellulari che potrebbero portare a un tumore, nel secondo cercano l’eventuale presenza di DNA di ceppi di Papillomavirus correlati al cancro della cervice. In entrambi i casi l’esame dura meno di dieci minuti ed è indolore. Il prelievo avviene con una sorta di spatolina o di spazzolino. Per approfondire consulta la guida screening.
Per entrambi gli esami, il referto verrà recapitato per posta a casa se l’esito è negativo. Invece, sono diversi i percorsi che seguono in caso di esito positivo dei due test:
Sono esclusi dallo screening coloro che negli ultimi 12 mesi hanno già effettuato il Pap test o il test HPV al di fuori del programma di screening.
In Veneto, lo screening gratuito per la diagnosi precoce del tumore mammario è rivolto alle donne di età compresa tra i 50 e i 74 anni e va ripetuto ogni 2 anni. L’esame consiste in una radiografia della mammella (mammografia) ed è gratuito e senza impegnativa. Grazie a un’esposizione minima ai raggi X, consente di individuare noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto.
Le aziende USLL e ospedaliere inviano a casa una lettera in cui sono specificati l’esame da effettuare, dove e quando recarsi e indicazioni utili.
L’esame dura circa dieci minuti, in cui i seni sono compressi fra due piastre per l’esecuzione della radiografia. Il personale tecnico che effettua l’esame è altamente qualificato e la diagnosi è eseguita da due radiologi esperti. Per approfondire consulta la guida screening.
I risultati dell’esame sono inviati a casa, con una lettera, se il referto è negativo. Se invece emergono anomalie o l’esame non è chiaro, si viene contattate telefonicamente. Nel caso in cui non si venisse contattati è sufficiente chiamare l’azienda sanitaria di competenza.
Per avere ulteriori informazioni riguardo ai programmi di screening oncologici in Veneto è possibile consultare il sito regionale dedicato.
Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.
Redazione