Quali benefici dall’attività fisica

Non è mai semplice dimostrare che un certo comportamento o una determinata abitudine offre davvero dei benefici per la prevenzione delle malattie, perché i fattori confondenti possono essere davvero numerosi, e da questo punto di vista l’attività fisica non fa eccezione. Ciò nonostante, a volte l’effetto protettivo è talmente importante da emergere chiaramente. Così i risultati di diversi studi epidemiologici su ampie popolazioni hanno mostrato che tenere il corpo in movimento aiuta a ridurre le probabilità di sviluppare diversi tipi di tumore.

Ma contro quali tipi di tipi di tumore l’esercizio fisico si è dimostrato essere particolarmente utile? E soprattutto, con quali meccanismi generali ci può aiutare a proteggerci dal cancro?

Come agisce?

I ricercatori che hanno studiato questi meccanismi hanno osservato che l’attività fisica influisce su funzioni essenziali dell’organismo, come il metabolismo energetico e ormonale, l’infiammazione e il sistema immunitario.

Muoversi aiuta a restare in forma, a mantenere giovane l’apparato muscolo-scheletrico e circolatorio e a tenere il peso sotto controllo. Per questo non ci sarebbe bisogno di guardare agli studi scientifici: basta l’esperienza personale. Lo sport e il movimento hanno però altre virtù più nascoste, che oggi i ricercatori sono in grado di studiare nel dettaglio e che spiegano ulteriormente gli effetti preventivi contro le malattie cardiovascolari e il cancro.

Innanzitutto è bene distinguere tra due tipi di attività fisica:

  • Nell’attività fisica aerobica (che si attiva dopo circa 3-4 minuti di sforzo intenso e si stabilizza dopo 20), i muscoli consumano ossigeno per sintetizzare l’ATP, la molecola che funge da moneta di scambio energetica in molti processi fisiologici. Esempi di attività fisica anaerobica sono la corsa e la camminata veloce, il ciclismo, il nuoto e lo sci;
  • Nell’attività fisica anaerobica la sintesi di ATP avviene invece in assenza di ossigeno. Esempi di questo secondo tipo di movimento corporeo sono gli esercizi di forza e potenza, come il sollevamento pesi, e gli esercizi a corpo libero (per esempio le flessioni, gli squat e gli affondi).

Con l’esercizio anaerobico i muscoli si allenano e si rafforzano, ma non c’è accelerazione del battito cardiaco. È quindi meno efficace per la prevenzione delle malattie, in particolare di quelle cardiovascolari.

L’attività aerobica regolare aiuta invece a ridurre l’indice di massa corporea e quindi, in modo indiretto, a prevenire i tumori legati al sovrappeso e all’obesità. L’aumento del flusso sanguigno ossigena i tessuti, facilitando anche la distribuzione capillare di sostanze antinfiammatorie. L’infiammazione, specie se cronica, favorisce la comparsa di mutazioni nelle cellule e di conseguenza la loro trasformazione in cellule tumorali. Sempre un flusso di sangue adeguato permette anche di eliminare con maggiore efficienza le sostanze tossiche accumulate. Anche i polmoni sono ovviamente coinvolti in questi processi, dato che sono organi riccamente vascolarizzati, le cui funzioni includono l’ossigenazione del sangue e l’eliminazione dei gas di scarto, come l’anidride carbonica.

Muoversi accelera il transito intestinale. Più lungo è il tempo in cui le sostanze di scarto dell’alimentazione rimangono in contatto con le mucose di stomaco e intestino e più alto è il rischio che eventuali composti tossici o mutageni danneggino le cellule. L’accelerazione del tempo di transito del cibo nell’apparato gastroenterico è considerata una delle principali ragioni per cui il movimento previene il cancro del colon.

Una pratica sportiva costante e moderatamente intensa riduce, invece, la concentrazione di alcuni ormoni (tra i quali gli estrogeni) a cui sono sensibili tumori come quelli dell’utero e del seno. Inoltre, lo sport aumenta la sensibilità dei tessuti all’insulina e ne diminuisce il rilascio nel sangue, favorendo l’utilizzo immediato degli zuccheri. L’insulina, pur essendo un ormone essenziale per l’organismo, se presente in concentrazione troppo elevata nel circolo sanguigno stimola in modo eccessivo l’infiammazione e facilita la crescita dei tumori. Anche per questo quando si parla di prevenzione tramite l’alimentazione si suggerisce sempre il consumo di alimenti a basso indice glicemico, cioè quelli che fanno aumentare più lentamente il livello di insulina nel sangue.

Infine, l’attività fisica favorisce la salute del sistema immunitario e contribuisce a regolare la quantità e la qualità di numerose cellule immunitarie, come i macrofagi e i linfociti natural killer, implicati in diversi tipi di tumore.

Moto e cancro

Gli effetti dell’attività fisica sul cancro del colon sono forse quelli più studiati. Disponiamo di numerosi studi specifici di buona qualità, i cui risultati hanno dimostrato una riduzione del rischio di ammalarsi proporzionale all’intensità, durata o frequenza della pratica sportiva. I dati ottenuti da alcuni studi hanno permesso di stimare che le persone più attive hanno un rischio relativo di sviluppare questo tipo di tumore inferiore del 30-40 per cento rispetto alle persone sedentarie. I benefici massimi si ottengono con 30-60 minuti di attività fisica intensa al giorno, come una corsa ad andatura sostenuta. Anche un impegno minore apporta tuttavia benefici in proporzione, purché sia svolto in maniera continuativa.

L’effetto protettivo è dimostrato con certezza per il tumore del colon, mentre mancano ancora prove altrettanto affidabili per quanto riguarda il tumore del retto. Sembra che muoversi possa ridurre il rischio di questo tipo di cancro perché riduce la massa corporea, e sovrappeso e obesità sono fattori di rischio importante per questo tipo di tumore. Inoltre, l’attività fisica favorisce il transito intestinale, e quindi diminuisce il tempo di contatto tra le sostanze di scarto e la parete intestinale, riducendone così gli effetti tossici e infiammatori.

E il cancro del seno? Anche in questo caso disponiamo di studi eseguiti in molti laboratori nel mondo, i cui risultati sono piuttosto chiari: un’attività fisica frequente e di intensità anche moderata riduce il rischio di sviluppare questo tipo di tumore. Alcune ricerche hanno verificato cosa accade alle donne che dopo la menopausa, nel momento di maggior rischio di ammalarsi, iniziano ad allenarsi. Anche in questo caso i risultati dicono che vi è un beneficio per la riduzione del rischio, se confrontato con quello delle donne che restano sedentarie. In generale mezz’ora di attività intensa giornaliera (per esempio mezz’ora di corsa) sembra sufficiente ad attivare i meccanismi protettivi.

I dati raccolti da studi meno numerosi hanno mostrato che l’attività fisica potrebbe ridurre anche il rischio di ammalarsi di cancro dell’endometrio. Più precisamente, il rischio relativo di sviluppare questo tumore diminuirebbe del 20-40 per cento, rispetto a chi non si esercita, in proporzione all’intensità e alla frequenza dell’impegno fisico. L’effetto sembra essere dovuto alla riduzione del peso e alla conseguente diminuzione degli ormoni femminili in circolo. Questi benefici sono validi per le persone di tutte le età.

Alcune ricerche si sono concentrate sul cancro del polmone. In questo caso sembra che l’attività sportiva riduca del 20 per cento circa il rischio relativo di ammalarsi. Tuttavia, non può contrastare gli effetti negativi e dominanti del fumo di sigaretta per questo tipo di tumore, specialmente nelle donne.

Vi sono poi numerosi studi sul cancro della prostata, i cui risultati non sono ancora riusciti a dimostrare una riduzione significativa del rischio di ammalarsi. I ricercatori ipotizzano che l’attività fisica possa avere effetti positivi, visto che questo tipo di cancro è sensibile agli ormoni, che vengono ridotti dalla pratica sportiva. Tuttavia, quello della prostata è un tumore eterogeneo, e forse anche per questo la ricerca non è ancora giunta a risultati concordi sul ruolo protettivo dell’attività fisica.

Gli scienziati stanno ancora indagando su questi e altri tipi di tumore per capire quanto l’attività fisica possa contribuire a evitarli.

  • Antonino Michienzi

    Giornalista, dopo la laurea in comunicazione e un master in comunicazione della scienza all’Università di Roma La Sapienza ha iniziato l’attività giornalistica con l’agenzia Zadig a Milano. Ha collaborato con diverse testate occupandosi di medicina, ricerca biomedica e sanità. Oggi, oltre che con Fondazione AIRC, collabora con l’Agenzia ANSA e con il portale HealthDesk.
  • Articolo pubblicato il:

    29 ottobre 2024