Ultimo aggiornamento: 25 agosto 2025
I risultati di due recenti studi confermano il rischio di insorgenza di cancro legato al consumo moderato ed eccessivo di birra, vino e superalcolici.
Tra alcol e rischio oncologico c’è un legame forte, come confermano ancora una volta le conclusioni di due recenti studi, che hanno posto in relazione il consumo di bevande alcoliche con l’insorgenza del tumore del pancreas e del tumore al seno. Il primo è uno dei tipi di cancro più temuti, poiché la possibilità di sopravvivenza alla malattia è tra le più basse, mentre il secondo è quello più diffuso nel mondo e in Italia.
Nuovi dati mostrano, confermando evidenze passate, il rischio oncologico dell’alcol per il pancreas. Pubblicati sulla rivista Plos Medicine, tali dati sono emersi nell’ambito di uno studio coordinato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), l’ente dell’Organizzazione mondiale della sanità che valuta e classifica le sostanze e gli agenti cancerogene. I ricercatori hanno in particolare esaminato i dati di quasi 2,5 milioni di persone che, al momento dell’arruolamento negli studi, non avevano una diagnosi oncologica e che sono state seguite per una media di 16 anni. In questo periodo di tempo, 10.000 di loro hanno ricevuto una diagnosi di tumore.
Secondo le analisi, ogni 10 grammi al giorno di alcol (l’equivalente di meno di un bicchiere di vino) sono associati a un incremento del 3% circa del rischio relativo di sviluppare il tumore del pancreas. I dati evidenziano che pure un consumo moderato, ovvero 15 grammi al giorno nelle donne e 30 negli uomini, può aumentare le probabilità di andare incontro a questo tipo di tumore. L’incremento del rischio è stato pressoché sovrapponibile in donne e uomini, anche se in generale questi ultimi sono più colpiti da questa forma di cancro. Inoltre, questo aumento del rischio sembra essere indipendente dall’eventuale compresenza dell’abitudine al fumo di sigaretta. “I risultati rafforzano l’idea che anche un consumo non eccessivo di alcol può contribuire allo sviluppo del tumore del pancreas” spiega Pietro Ferrari, responsabile del gruppo nutrizione e metabolismo della IARC e tra gli autori dell’articolo.
Pubblicati sulla rivista Breast Cancer, i dati considerati nella ricerca sono stati raccolti in oltre 3.700 donne sopra i 40 anni che si sono sottoposte volontariamente allo screening per il tumore al seno (al di fuori del programma nazionale gratuito) in diversi centri in Italia tra il 2018 e il 2023. I ricercatori, coordinati da Sabrina Molinaro, responsabile della sezione epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) di Pisa, hanno posto in relazione le diagnosi con i dati relativi al consumo di alcolici, secondo quanto riportato dalle pazienti. Tenendo conto della storia clinica, del livello di istruzione e delle modalità di accesso all’assistenza sanitaria di ogni donna considerata, i ricercatori hanno osservato che il consumo elevato di alcolici accelera la comparsa di una lesione rispetto all’uso nullo o moderato. L’anticipo è stato quantificato in circa 4 mesi. Un dato che conferma oltre ogni dubbio il potenziale cancerogeno dell’alcol per il tumore al seno, la più diffusa forma di cancro nel nostro Paese, con oltre 53.700 nuove diagnosi registrate nel 2024.
Un fattore preoccupante è il modo in cui sta cambiando l’approccio agli alcolici. Infatti, sono in aumento la tendenza a bere lontano dai pasti e il fenomeno del binge drinking, cioè l’abitudine a consumare alcolici saltuariamente, ma in quantità notevoli. Può essere anche questa una delle cause dell’aumento dei casi di tumore al seno nelle giovani adulte? La domanda, per ora senza risposta, merita ulteriori studi.
Fabio Di Todaro