Ultimo aggiornamento: 21 novembre 2024
Un recente rapporto della IARC è stato frainteso per una comunicazione fuorviante. Il documento infatti non assolve gli alcolici dal loro rischio di provocare il cancro, bensì chiarisce cosa sappiamo sull’eventuale diminuzione di tale rischio, per diversi tipi di tumore quando se ne riducono i consumi.
Ha fatto discutere il recente rapporto sulla relazione tra cancro e alcol pubblicato a dicembre scorso dalla IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). All’apparenza infatti il rapporto ridimensiona l’importanza del consumo di alcol in relazione al cancro, ma le cose non stanno proprio così, come ha tenuto a chiarire Susan M. Gapstur, prima firmataria del rapporto ed epidemiologa della IARC: “I risultati sono stati comunicati in modo scorretto. Il rapporto non assolve l’alcol, tutt’altro. La questione è complessa e riguarda il modo in cui si fa ricerca sui fattori di rischio”.
Uno degli obiettivi degli scienziati che hanno elaborato il rapporto era chiarire se, in base ai dati raccolti in letteratura, smettere di bere alcolici potesse cancellare il rischio accumulato nel tempo in cui si è fatto uso di alcol. Per questo gli esperti hanno preso in considerazione una revisione, pubblicata nel 2016 sulla rivista Addiction Biology, in cui erano stati esaminati 63 articoli sul tema. Occorre ricordare che la IARC non svolge ricerche né studi clinici in proprio, ma emette le proprie raccomandazioni in base alle considerazioni di esperti sull’insieme dei risultati di ricerche già pubblicate. I dati raccolti nella revisione sembrano dimostrare che diminuire o smettere del tutto di bere alcol può ridurre significativamente il rischio di ricoveri, infortuni e morte e portare a un miglioramento tangibile nella salute mentale e fisica, oltre che nella qualità di vita.
Tuttavia, quando ci si limita a valutare la relazione col rischio di cancro, risulta meno definito il collegamento tra la cessazione dell’alcol e la diminuzione della probabilità di sviluppare alcuni tipi di tumore. Gli esperti della IARC hanno esaminato, a questo proposito, una vasta letteratura specifica: per la maggior parte dei tumori associati all’alcol, le prove che collegano l’eliminazione del consumo di alcol alla riduzione del rischio di cancro sono limitate. Questo è particolarmente vero per il cancro della laringe, quello del colon-retto e del seno, nonché per il cancro della faringe e del fegato, per i quali le prove vengono definite “inadeguate”. Ciò non significa che la relazione non esista, ma che non è stata studiata per periodi sufficientemente lunghi o su campioni di pazienti sufficientemente ampi.
Nel rapporto della IARC emergono però due eccezioni importanti, in cui la correlazione è sostenuta da prove solide: il rischio di cancro della bocca e dell’esofago si riduce sensibilmente con la diminuzione o la cessazione del consumo di alcol. Queste conclusioni derivano da studi molto grandi e di buona qualità. Per quanto riguarda invece la maggior parte degli altri tipi di tumori, gli autori hanno sottolineato le “significative lacune scientifiche” nella comprensione della relazione tra la cessazione dell’alcol e la possibile conseguente riduzione del rischio oncologico.
Per esempio, nel caso del cancro del colon-retto, i risultati di alcuni studi indicano che ridurre il consumo di alcol fa diminuire il rischio. Altre ricerche invece, più focalizzate sulla durata della cessazione, non hanno mostrato una correlazione diretta. Di conseguenza, gli esperti della IARC hanno ritenuto che siano limitate le prove a sostegno dell’idea che ridurre o smettere di bere alcol possa ridurre il rischio di cancro colorettale. Il caso del cancro al fegato è ancora più emblematico della necessità di fare ulteriori ricerche, dato che i dati finora raccolti mostrano un’associazione tra la cessazione dell’alcol e una riduzione del rischio, ma solo in uno studio che ha incluso individui con malattie epatiche legate all’alcol. Nel caso del cancro della faringe, smettere di bere per un lungo periodo sembra ridurre il rischio del 26 per cento circa, ma questa correlazione scompare quando la si lega anche al fumo, rendendo complicato capire quale dei due fattori pesi di più.
Il gruppo di lavoro dello IARC ha trovato però prove sufficienti che collegano l’astensione dall’alcol e la riduzione del rischio per i tumori della bocca e dell’esofago. Aver smesso di bere alcol per un periodo fino a 4 anni è associato a una riduzione del rischio di cancro della bocca pari al 19 per cento circa, mentre non bere per 20 anni lo fa diminuire del 55 per cento circa. Vi sono quindi “prove sufficienti che la riduzione o la cessazione dell’alcol riduce il rischio di cancro orale”.
Nel rapporto della IARC gli esperti hanno concluso che colmare le lacune esistenti nelle prove scientifiche potrebbe aiutare a ridurre il consumo di alcolici. Da un lato, infatti, le prove dirette che collegano la cessazione dell’alcol a una riduzione del rischio di cancro rimangono finora limitate soprattutto per carenza di studi di qualità. È invece ben stabilito il legame tra un consumo elevato di alcol e l’aumento del rischio. “Può sembrare controintuitivo, ma si tratta di due meccanismi biologici diversi” spiega ancora Gapstur. “Da un lato esiste il danno diretto del consumo di alcol sulle cellule, dall’altro si cerca di capire se smettere di bere può rendere questo danno reversibile, il che non è scontato”.
Un’analisi precedente della IARC aveva infatti stimato che il consumo di alcol è responsabile, ogni anno, di circa il 4 per cento dei nuovi casi di cancro in tutto il mondo, in particolare all’esofago, al fegato e al seno. Senza contare il fatto che limitare o ridurre il consumo di bevande alcoliche riduce anche il rischio di incorrere in molte altre malattie e garantisce una vita più lunga e in salute.
Agenzia Zoe