Ultimo aggiornamento: 25 ottobre 2021
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Ogni giorno in Italia si diagnosticano più di 1.000 nuovi casi di cancro.
Si stima, infatti, che nel nostro Paese vi siano nel corso dell'anno circa 377.000 nuove diagnosi di tumore, di cui 195.000 fra gli uomini e 182.000 fra le donne
Dalla statistica sono esclusi i tumori della cute non melanomi.
Lo affermano i dati relativi al 2021 derivanti dalla collaborazione tra AIOM (Associazione italiana di oncologia medica), AIRTUM (Associazione italiana registri tumori), Fondazione AIOM e PASSI (Progressi nelle aziende sanitarie per la salute in Italia, che sottolineano come, tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione, l’incidenza dei tumori nel periodo 2008-2016 sia in aumento tra le donne (+1,3 per cento per anno dal 2008) e sostanzialmente stabile tra gli uomini.
Migliorano le percentuali di sopravvivenza: il 65 per cento delle donne e il 59,4 per cento degli uomini è vivo a cinque anni dalla diagnosi.
Quando si valutano i dati statistici riferiti ai tumori, ci si imbatte in termini complicati dei quali è bene conoscere, almeno a grandi linee, il significato: incidenza, mortalità, sopravvivenza, prevalenza e rischio.
L'incidenza indica quanti nuovi casi di una malattia, per esempio di un tipo di tumore, vengono diagnosticati in una popolazione di riferimento, di solito 100.000 abitanti, in un arco di tempo definito, di solito un anno.
La mortalità indica il numero di persone decedute in una popolazione di riferimento, di solito 100.000 abitanti, in un arco di tempo definito, di solito un anno, per una particolare causa o per qualunque causa (per esempio si parla di mortalità per cancro, oppure di mortalità per tumore del polmone, o di mortalità totale).
La sopravvivenza dopo la diagnosi di tumore è uno dei principali indicatori che permette di valutare in base a studi epidemiologici sia la gravità della malattia, sia l'efficacia del sistema sanitario. Si misura calcolando quanto sopravvivono in media le persone che sono colpite da un cancro con determinate caratteristiche al momento della diagnosi. La sopravvivenza è fortemente influenzata da due elementi: la diagnosi precoce e la terapia. La diagnosi precoce che i pazienti ricevono grazie ai programmi di screening per il tumore della mammella, del colon-retto e della cervice uterina, è anche associata a una maggiore probabilità che gli stessi pazienti siano curati più efficacemente. Parallelamente gli sviluppi delle terapie oncologiche (per esempio la recente introduzione di farmaci a bersaglio molecolare) sta contribuendo ad aumentare la sopravvivenza.
Nei cinque anni successivi alla diagnosi gli esami di controllo sono piuttosto ravvicinati, contribuendo a stabilire la cosiddetta sopravvivenza "libera da malattia", un indicatore ormai entrato nell'uso comune.
La prevalenza dei pazienti oncologici corrisponde al numero di persone che vivono dopo una diagnosi di un tumore. La prevalenza è condizionata sia dalla frequenza con cui ci si ammala sia dalla durata della malattia (sopravvivenza): tumori meno frequenti, ma a prognosi favorevole (quindi con lunga sopravvivenza) tendono a essere rappresentati nella popolazione più di tumori molto frequenti, ma caratterizzati purtroppo da una breve sopravvivenza.
Nella popolazione italiana vi sono circa 3.600.000 persone (il 5,7 per cento circa della popolazione) che hanno avuto una diagnosi di tumore.
Il rischio è la probabilità che si verifichi un evento. Si parla di rischio assoluto quando si indica la probabilità che un evento si verifichi in un certo lasso di tempo (per esempio la probabilità teorica individuale di avere una diagnosi di tumore nel corso della vita nell'intervallo di tempo che va dalla nascita agli 84 anni). Con rischio relativo si intende invece l'aumento o la riduzione delle probabilità di ammalarsi per chi ha una particolare condizione predisponente o facilitante la malattia (per esempio una particolarità genetica o uno stile di vita) rispetto a chi non ce l'ha. Il rischio dipende molto dalla frequenza della malattia in questione: se è molto rara, anche con una mutazione genetica che raddoppia il rischio relativo, il rischio assoluto che una persona si ammali resta basso.
Redazione AIRC