Ultimo aggiornamento: 27 gennaio 2023
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Rispetto al 2020, nel 2022 i nuovi casi di tumore si stima che siano aumentati dell’1,4 per cento circa per gli uomini e dello 0,7 per cento per le donne.
Nel corso del 2022 è stato infatti calcolato che in Italia vi siano state circa 391.000 nuove diagnosi di tumore, 14.000 in più di cui quasi 205.000 fra gli uomini e 186.000 fra le donne, escludendo i tumori della cute non melanomi.
Lo afferma il rapporto “I numeri del cancro 2022”, frutto della collaborazione tra AIOM (Associazione italiana di oncologia medica), AIRTUM (Associazione italiana registri tumori), Fondazione AIOM e PASSI (Progressi nelle aziende sanitarie per la salute in Italia).
Sebbene la principale causa dell’aumento delle diagnosi di tumore rimanga l’invecchiamento della popolazione, il documento permette di chiarire anche da questo punto di vista gli effetti secondari della pandemia, conseguenti al blocco delle attività di screening e cura e alla riorganizzazione della sanità. Infatti, nel 2020-2021 i rallentamenti delle diagnosi e degli screening oncologici hanno ritardato le diagnosi dei tumori, dalle fasi precoci a quelle più avanzate. I lock-down e l’ansia da pandemia hanno peraltro indotto un aumento dei comportamenti non salutari e predisponenti ai tumori, come la sedentarietà, il consumo di alcol e l’abitudine al fumo. Tuttavia, migliorano le percentuali di sopravvivenza, soprattutto delle persone che sono ancora in vita a 10-15 anni da una diagnosi di cancro. Grazie ai progressi della ricerca, il cancro sta sempre più diventando una patologia cronica, più prevenibile e curabile rispetto al passato.
Nel rapporto compaiono termini quali incidenza, mortalità, sopravvivenza, prevalenza e rischio, spesso utilizzati per parlare di dati e statistiche relative ai tumori. Vediamo insieme cosa significano e quali sono i numeri in Italia del 2022.
L’incidenza indica quanti nuovi casi di una malattia, per esempio di un tipo di tumore, vengono diagnosticati in una popolazione di riferimento, di solito ogni 100.000 abitanti, in un arco di tempo definito, di solito un anno.
L’incidenza dei tumori in Italia
La mortalità indica il numero di persone decedute in una popolazione di riferimento in un arco di tempo definito, per una particolare causa. Di solito si calcola su 100.000 abitanti in un anno e si parla di mortalità per cancro, per tumore del polmone, o di mortalità totale.
La mortalità per tumori in Italia
La sopravvivenza dopo la diagnosi di tumore è uno dei principali indicatori che permette di valutare in base a studi epidemiologici sia la gravità della malattia, sia l’efficacia del sistema sanitario. Si misura calcolando quanto sopravvivono in media le persone che sono colpite da un cancro con determinate caratteristiche al momento della diagnosi. Per esempio: quante persone non sono morte a causa del cancro alla mammella dopo cinque anni?
La sopravvivenza è fortemente influenzata da due elementi: la diagnosi precoce, promossa dai programmi di screening offerti alla popolazione, e la terapia, sempre più mirata ed efficace, grazie a nuove strategie, come quelle dei farmaci a bersaglio molecolare.
Un parametro differente è invece quello della guarigione, un indicatore spesso difficile da misurare. Alcuni affermano che si possa parlare di guarigione dopo cinque anni dalla fine della terapia senza che si ripresenti la malattia, altri sostengono non ci sia mai una certezza di guarigione completa. La questione assume particolare importanza per quanto riguarda il “diritto all’oblio oncologico”, a tutela gli ex-pazienti contro eventuali discriminazioni nella ricerca di un lavoro, nella domanda di un mutuo o di una polizza assicurativa sulla vita o la salute.
La sopravvivenza dai tumori in Italia
La prevalenza dei pazienti oncologici corrisponde al numero di persone che vivono dopo una diagnosi di un tumore. La prevalenza è condizionata sia dalla frequenza con cui ci si ammala sia dalla durata della malattia (sopravvivenza).Tumori meno frequenti, ma a prognosi favorevole (quindi con lunga sopravvivenza) tendono a essere rappresentati nella popolazione più di tumori molto frequenti, ma caratterizzati purtroppo da una breve sopravvivenza.
Nel 2020 circa 3.600.000 persone, il 5,7 per cento della popolazione italiana, vivono dopo una diagnosi di tumore.
Il rischio è la probabilità che si verifichi un evento. Si parla di rischio assoluto quando si indica la probabilità che un evento si verifichi in un certo lasso di tempo. Per esempio: la probabilità teorica individuale di avere una diagnosi di tumore nel corso della vita nell’intervallo di tempo che va dalla nascita agli 84 anni. Con rischio relativo si intende invece l’aumento o la riduzione delle probabilità di ammalarsi per chi ha una particolare condizione predisponente o facilitante la malattia (per esempio una particolarità genetica o abitudini comportamentali) rispetto a chi non ce l’ha. Il rischio dipende molto dalla frequenza della malattia in questione: se è molto rara, anche con una mutazione genetica che raddoppia il rischio relativo, il rischio assoluto che una persona si ammali resta basso.
Per quanto riguarda i fattori di rischio individuali, il rapporto rileva un incremento dei comportamenti non salutari che predispongono all’insorgenza tumorale.
Secondo le stime PASSI e PASSI d’Argento, nel 2021:
Camilla Fiz