Scoperte in organoidi le cellule che potrebbero essere all'origine del medulloblastoma

Ultimo aggiornamento: 6 luglio 2021

Scoperte in organoidi le cellule che potrebbero essere all'origine del medulloblastoma

Titolo originale dell'articolo: Notch1 switches progenitor competence in inducing medulloblastoma

Titolo della rivista: Science Advances

Data di pubblicazione originale: 23 giugno 2021

È il punto di partenza per il possibile sviluppo, in futuro, di terapie mirate contro il più comune tumore cerebrale infantile. Ad annunciarlo, in un articolo pubblicato su Science Advances, un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall'italiano Luca Tiberi.

Il tipo di cellule nervose da cui sembra avere origine il medulloblastoma è stato identificato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Trento. Il medulloblastoma è un tumore del cervelletto che rappresenta la forma più comune di tumore cerebrale infantile. Si tratta di cellule che presentano livelli più elevati del normale di una proteina chiamata Notch1. A descriverle come cellule in grado di dare il via alla trasformazione tumorale è stato un gruppo internazionale di ricercatori coordinati da Luca Tiberi, del Dipartimento di biologia cellulare, computazionale e integrata dell'Università di Trento. La scoperta, ottenuta grazie al fondamentale sostegno di Fondazione AIRC e resa pubblica sulla rivista Science Advances, rappresenta un primo decisivo passo per il possibile sviluppo di terapie mirate contro la malattia.

Gli esperimenti che hanno portato a questo risultato sono stati condotti sia con topi di laboratorio, sia con organoidi di medulloblastoma messi a punto proprio dal gruppo di ricerca di Tiberi. “Si tratta di colture tridimensionali di cellule nervose che riproducono alcune caratteristiche del tumore più fedelmente di quanto possano fare colture tradizionali, a un singolo strato di cellule.” Per ottenere questi organoidi i ricercatori sono partiti da cellule staminali derivate da cellule del sangue o della pelle, fatte crescere in presenza di una particolare combinazione di sostanze che le ha spinte a differenziarsi in vari tipi di cellule del cervelletto. Il passo successivo è stato far sviluppare, da queste, la massa tumorale.

“Sia nei diversi tipi di cellule che compongono gli organoidi sia negli animali abbiamo introdotto alterazioni a carico di due geni che si presentano spesso alterati nei bambini con medulloblastoma” spiega Tiberi. “In entrambi i casi abbiamo osservato che queste alterazioni sono in grado di avviare la trasformazione tumorale solo quando riguardano un tipo particolare di cellule, che presentano un aumento dei livelli della proteina Notch1.

Il ruolo preciso di queste cellule in un contesto fisiologico non è ancora noto. “Stiamo cercando di capirlo, perché questo ci permetterà di comprendere meglio che cosa succede durante lo sviluppo del tumore e di identificare nuovi possibili bersagli terapeutici.” La ricerca del gruppo di Tiberi in questo senso è già in corso: “Abbiamo sviluppato un ampio numero di organoidi tumorali nei quali stiamo testando varie molecole per cercare di individuare quelle più promettenti dal punto di vista terapeutico”.

  • Valentina Murelli