Ultimo aggiornamento: 7 febbraio 2019
Chiarite origine e funzione di una serie di piccole molecole di RNA già in studio come biomarcatori per la diagnosi precoce della malattia. Una scoperta che potrebbe aprire la strada allo sviluppo di nuove terapie.
Titolo originale dell'articolo: Circulating mir-320a promotes immunosuppressive macrophages M2 phenotype associated with lung cancer risk
Titolo della rivista: International Journal of Cancer
Data di pubblicazione originale: 13 novembre 2018
La ricerca scientifica è un lavoro fatto di approfondimenti continui: si parte da un risultato e via via si aggiungono dettagli e chiarimenti. Esattamente quello che sta facendo il gruppo di Gabriella Sozzi, direttrice della Struttura complessa di genomica tumorale all'Istituto nazionale tumori di Milano, a proposito di una speciale firma molecolare la cui presenza sembra in grado di predire il futuro sviluppo di un tumore del polmone in persone ad alto rischio.
La firma è composta da 24 piccole molecole di RNA (microrna) che funzionano come interruttori in grado di attivare o inattivare gruppi di geni. Sono molecole importantissime nel dialogo che il tumore fin dall’inizio avvia con il microambiente che lo circonda, piegandolo a proprio vantaggio. Dopo aver individuato la firma, aver scoperto che è visibile nel sangue di persone a rischio (per esempio forti fumatori) fino a due anni prima della comparsa di noduli polmonari rilevabili con la TAC, e aver avviato uno studio clinico per valutarne l'efficacia come strumento di diagnosi precoce, il gruppo coordinato da Sozzi ha cercato di scoprire qualcosa in più sull'origine delle molecole che compongono tale firma. Tutto grazie al sostegno fondamentale di AIRC e in particolare ai fondi destinati ad AIRC con il 5 per mille.
I risultati degli ultimi esperimenti sono pubblicati sull'International Journal of Cancer. “Lavorando sia su linee cellulari sia sul plasma di pazienti con tumore del polmone o di persone ad alto rischio di svilupparlo abbiamo scoperto che queste 24 molecole derivano principalmente da cellule del sistema immunitario e sono indice di un microambiente polmonare alterato, pronto a favorire la crescita di un tumore”. Parola di Orazio Fortunato, collaboratore di Sozzi e primo autore di questo studio. Ma i microrna della firma non sono solo spettatori passivi di un ambiente che cambia a favore del tumore: almeno uno, il mir320, ha anche un ruolo attivo in questo senso, inibendo le cellule del sistema immunitario che potrebbero ostacolare la crescita di quelle tumorali.
“Conoscere sempre più in dettaglio i meccanismi di rilascio di queste molecole e la loro funzione nell'insorgenza di un tumore potrebbe permettere, in futuro, lo sviluppo di nuove terapie dirette proprio contro queste molecole attive” auspica Fortunato.
Valentina Murelli