La dieta mediterranea come un trattamento: le prime linee guida, anche per la prevenzione dei tumori

Ultimo aggiornamento: 10 giugno 2025

La dieta mediterranea come un trattamento: le prime linee guida, anche per la prevenzione dei tumori

Pubblicate le prime linee guida sulla dieta mediterranea, contenenti indicazioni per contribuire a prevenire molte malattie croniche, inclusi alcuni tipi di cancro.

È il simbolo della cucina italiana nel mondo, oltre che uno dei tipi di alimentazione più studiati per i suoi effetti sulla salute. La dieta mediterranea ha una storia lunga diversi secoli, ma mai come in questo momento è necessario riscoprirla, poiché la adottiamo sempre meno, nonostante sempre più studi ne mostrino gli effetti benefici per la salute. L’obiettivo delle prime linee guida, promosse dalla Fondazione dieta mediterranea, dalla Società italiana nutrizione artificiale e metabolismo (SINPE) e dalla Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (SIPREC), con il supporto analitico di altre venti società scientifiche e metodologico dell’Istituto superiore di sanità (ISS), è sensibilizzare la comunità scientifica a riscoprire come può aiutare a proteggere la salute umana da diverse malattie croniche. Tra queste, anche numerose forme di cancro.

La dieta mediterranea non si segue soltanto a tavola

Il documento è il risultato di un’analisi della letteratura scientifica e del lavoro di un gruppo multidisciplinare di esperti. Il loro contributo ha portato a elaborare oltre 50 raccomandazioni sull’impatto della dieta mediterranea su mortalità, malattie cardiovascolari, neurologiche, oncologiche, metaboliche, muscolo-scheletriche, fragilità e disabilità negli anziani, malattie autoimmuni e della gravidanza. La premessa è che la dieta mediterranea non è soltanto un regime alimentare, ma un’abitudine di vita salutare e sostenibile. Dal punto di vista di ciò che si porta a tavola, la dieta mediterranea si contraddistingue per l’abbondanza di alimenti di origine vegetale (pane, pasta, orzo, farro, riso e altri cereali, verdure, legumi, frutta fresca e secca), il modesto consumo di alimenti di origine animale (pesce, carne bianca, latticini e uova), quello occasionale di dolci e il ricorso all’olio extravergine di oliva come fonte primaria di grassi. Nel documento si sottolinea però anche l’importanza di ciò che ruota intorno al cibo: fare attività fisica regolarmente, mantenere un peso sano, dormire a sufficienza, evitare il fumo e consumare pasti in un contesto conviviale. Tutti questi elementi concorrono a ridurre il rischio di sviluppare molte malattie croniche.

Dieta mediterranea e prevenzione: che cosa sappiamo?

Le raccomandazioni che maggiormente evidenziano i benefici della dieta mediterranea riguardano la prevenzione sia primaria sia secondaria, per la salute cardiovascolare e contro le malattie metaboliche. In questo secondo caso, il focus è in particolare sul diabete di tipo 2 e sulla sindrome metabolica, che costituiscono, soprattutto se accompagnati dall’obesità, dei fattori di rischio per l’insorgenza di diverse forme di cancro.

In ambito strettamente oncologico, le conclusioni di 126 studi (osservazionali e di intervento) mostrano che la dieta mediterranea è efficace nella prevenzione di diversi tipi di tumore, anche se spesso con impatto modesto. L’adesione alla dieta mediterranea è fortemente caldeggiata fin dalla prevenzione primaria per ridurre l’incidenza dei tumori in tutte le sedi, di quelli del distretto testa-collo, del cavo orale, del polmone, dello stomaco, del fegato e della colecisti, del colon-retto e della mammella (in particolare nelle donne dopo la menopausa).

Non meno rilevante è il contributo che abitudini alimentari di tipo mediterraneo possono offrire ai pazienti oncologici nel ridurre la mortalità dovuta in particolare ai tumori del colon-retto, dello stomaco, del distretto testa-collo, dell’ovaio, della prostata e del seno.

Un’alleata anche contro il cancro: le evidenze scientifiche

Nel caso della prevenzione oncologica, la dieta mediterranea sembra poter agire su più fronti:

  • Antiossidanti: contenuti in frutta, verdura e olio extravergine di oliva, contrastano lo stress ossidativo, uno dei fattori alla base della cancerogenesi;
  • Fibre: migliorano la funzionalità dell’intestino, promuovono un microbiota salutare e riducono l’infiammazione cronica;
  • Grassi “buoni”: quelli monoinsaturi contenuti nell’olio extravergine d’oliva e quelli omega-3 comuni in alcuni tipi di pesce combattono i processi infiammatori;
  • Indice glicemico controllato: la dieta mediterranea agisce anche sul metabolismo ormonale e su alcune vie molecolari, contribuendo così alla prevenzione di alcuni tipi di cancro. Ciò può avvenire attraverso la modifica di alcuni equilibri ormonali, con la risposta più efficace ai picchi glicemici tramite l’insulina e con effetti su alcuni fattori di crescita (per esempio IGF-1);
  • Attività fisica: contribuisce al mantenimento di un adeguato peso corporeo e alla prevenzione dell’obesità, un noto fattore di rischio per almeno 13 forme di cancro.

Ulteriori ricerche per una comprensione più completa

Gli esiti degli studi sul tema hanno evidenziato che seguire una dieta mediterranea si associa “una quasi sempre a una modesta riduzione del rischio di insorgenza e di mortalità per numerose patologie oncologiche”, come scritto dagli autori del documento. Secondo i ricercatori, l’impatto di questo stile alimentare è comunque “di rilevanza clinica e socioeconomica: la dieta mediterranea può rappresentare una strategia efficace nella prevenzione primaria”. A conferma di ciò ci sono anche le conclusioni di una metanalisi appena pubblicata sulla rivista eClinical Medicine, che ricorda che le diete più sostenibili per l’ambiente (e la mediterranea è una di queste) sono alleate anche della prevenzione oncologica. Al netto di alcuni punti ancora da chiarire: su tutti, il ruolo di altri comportamenti salutari, tra cui l’attività fisica, l’astensione dal fumo e dal consumo di bevande alcoliche, che più di frequente si rilevano nelle persone che seguono questo schema alimentare.

  • Fabio Di Todaro

    Laureato in scienze biologiche (indirizzo biologia della nutrizione), è giornalista professionista dal 2010. Dopo aver lavorato nella redazione di Altroconsumo e in seguito a una lunga esperienza in Fondazione Umberto Veronesi, ha vinto il concorso nazionale bandito dalla Rai e lavorato per un anno nella redazione della Tgr Basilicata. La passione per il giornalismo medico-scientifico lo ha riportato però alle origini: attualmente è giornalista medico-scientifico della rivista specializzata AboutPharma e collaboratore di Fondazione AIRC. Per oltre dieci anni ha collaborato con i quotidiani La Gazzetta del Mezzogiorno, La Stampa e La Repubblica. È membro dell'Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione (Unamsi) e dell’associazione Science Writers in Italy (Swim).