Infezioni nosocomiali: nuove linee guida dell’OMS per la prevenzione delle infezioni ospedaliere

Ultimo aggiornamento: 13 maggio 2025

Infezioni nosocomiali: nuove linee guida dell’OMS per la prevenzione delle infezioni ospedaliere

Un nuovo documento dell’Organizzazione mondiale della sanità dà indicazioni per promuovere la prevenzione e il controllo delle infezioni nosocomiali, a beneficio anche dei pazienti oncologici che sono particolarmente vulnerabili.

Infezioni ospedaliere: cosa sono e cosa causano le infezioni nosocomiali

Circa il 7% dei pazienti ricoverati in Europa contrae un’infezione durante la degenza ospedaliera, percentuale che sale al 15% nei Paesi a più basso reddito, come mostrano i dati dellOrganizzazione mondiale della sanità (OMS). 

Le infezioni nosocomiali, ovvero contratte in ospedale, costituiscono un grave problema per i pazienti e un onere importante per i servizi sanitari. Queste infezioni ospedaliere contribuiscono infatti:

  • all’aggravarsi delle malattie
  • al prolungamento dei ricoveri
  • a un aumento della mortalità.

Il problema ha l’impatto maggiore sui pazienti più fragili, tra cui quelli oncologici, che spesso hanno un sistema immunitario indebolito o compromesso.

Cause dell’aumento di infezioni nosocomiali: abuso e resistenza agli antibiotici

Negli ultimi decenni il fenomeno delle infezioni nosocomiali si è ulteriormente aggravato per il numero sempre maggiore di patogeni che hanno sviluppato resistenza agli antibiotici e altri antimicrobici, per cui hanno smesso di rispondere ai farmaci più comuni, lasciando i medici con risorse limitate per debellare alcune infezioni. Ad alimentare il problema è l’uso eccessivo e inappropriato degli antibiotici, sia in ambito ospedaliero sia in altri contesti, tra cui gli allevamenti.

Resistenza agli antibiotici: i dati in Italia e nel mondo

Come riporta l’OMS, ogni anno nel mondo si registrano circa 136 milioni di infezioni ospedaliere legate alla resistenza agli antibiotici, causando circa 3,5 milioni di decessi. Il fenomeno è particolarmente rilevante in Italia, dove si verifica circa un terzo delle morti dovute ad antibiotico-resistenza antimicrobica in Europa. 

Secondo il rapporto annualeL’uso degli antibiotici in Italia - 2023” pubblicato dall’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), tra il 2020 e il 2021 il consumo di antibiotici ospedalieri è aumentato dell’1,3% circa, tornando ai livelli precedenti alla pandemia di Covid-19. Ancora più preoccupante è il dato sull’uso di antibiotici per infezioni da microrganismi multiresistenti, quasi raddoppiato dal 2016 al 2023, passando da 12,7 a 24,4 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti.

Nuove linee guida dell’OMS contro le infezioni nosocomiali e la resistenza antimicrobica

Per affrontare il problema delle infezioni nosocomiali, a marzo 2025 l’OMS ha pubblicato un documento rivolto a governi, istituzioni e ospedali contenente linee guida per la prevenzione delle infezioni ospedaliere.

Come prevenire le infezioni nosocomiali: migliorare gli standard igienico-sanitari

La prevenzione delle infezioni nosocomiali passa innanzitutto dal miglioramento degli standard igienico-sanitari. Gli esperti fanno riferimento a due concetti chiave: il primo è IPC (sigla di “Infection Prevention and Control”, prevenzione e controllo delle infezioni), e il secondo è WASH (“Water, Sanitation and Hygiene”, ovvero acqua, sanificazione e igiene). 

Come attuare le linee guida dell’OMS per prevenire le infezioni ospedaliere

Per investire su questi aspetti occorre adottare misure concrete come: 

  • la presenza di infermieri specializzati nella prevenzione delle infezioni
  • l’installazione di dispenser di soluzioni alcoliche per l’igiene delle mani, 
  • la disponibilità di stanze singole
  • l’uso corretto dei dispositivi di protezione individuale (DPI) 
  • l’applicazione di protocolli di sicurezza per la somministrazione e lo smaltimento dei farmaci. 

Fondamentali sono anche la sterilizzazione degli strumenti medici, la disinfezione regolare degli ambienti ospedalieri e la promozione di tecniche più sicure di iniezione per proteggere pazienti e operatori sanitari. Questi interventi non solo riducono la diffusione delle infezioni, ma aiutano anche a contrastare la resistenza antimicrobica e abbassano i costi sanitari, garantendo al contempo un ambiente di lavoro più sicuro per il personale medico.

Vantaggi economici e sanitari della prevenzione di infezioni ospedaliere

Il nuovo documento dell’OMS evidenzia il significativo ritorno economico degli investimenti in prevenzione e controllo delle infezioni nosocomiali

Prevenire le infezioni a livello mondiale richiederebbe un investimento di 1,3 miliardi di dollari, una cifra pari a meno di un sesto dei 9 miliardi necessari per contenere la resistenza antimicrobica, una volta che questa si è diffusa. Inoltre, ogni dollaro investito in misure di prevenzione genererebbe un ritorno fino a 24,6 dollari (circa 22,7 euro). Questi vantaggi economici, come spiegano gli autori del documento, sarebbero il risultato del risparmio annuo totale sulla spesa sanitaria e dell’aumento della produttività nei 34 Paesi, conseguente all’adesione alle linee guida, diviso per il costo totale di attuazione delle linee guida stesse tra il 2023 e il 2050. 

Quali sono le soluzioni più efficaci contro le infezioni nosocomiali?

Gli interventi più efficaci dal punto di vista dell’impatto economico e della riduzione della mortalità includono: 

  • l’igiene delle mani
  • la prescrizione ritardata degli antibiotici (che prevede di somministrare i farmaci solo in caso di peggioramento dei sintomi) 
  • l’incremento dell’uso dei dispositivi di sicurezza.

 

Infezioni nosocomiali: sfide attuali e prospettive future nella prevenzione e nel trattamento

Nonostante la relativa semplicità degli interventi proposti, la situazione globale è ancora molto migliorabile. Secondo il Rapporto globale OMS sull’IPC 2024, nel 2023 il 9% dei Paesi non disponeva ancora di un programma di prevenzione e controllo delle infezioni, mentre solo il 39% aveva adottato strategie nazionali, alcune delle quali ancora prive di un adeguato sistema di monitoraggio. Inoltre, appena il 44% dei Paesi aveva stanziato un budget dedicato all’implementazione dei piani IPC, e solo il 6% rispettava tutti i requisiti minimi stabiliti dall’OMS. A livello delle singole strutture sanitarie, il quadro è altrettanto preoccupante: su un campione di 5.537 ospedali in 92 Paesi, solo il 15,8% soddisfaceva tutti gli standard minimi per la prevenzione delle infezioni.

Questi numeri evidenziano l’urgenza di un impegno coordinato e continuo per migliorare la sicurezza dei pazienti e rafforzare la resilienza dei sistemi sanitari. Solo attraverso investimenti mirati e strategie efficaci sarà infatti possibile contenere il fenomeno delle infezioni ospedaliere e la crescente minaccia della resistenza antimicrobica.

Grazie alle linee guida dell’OMS, nei prossimi anni la situazione potrebbe migliorare. Inoltre, nel corso della settantasettesima Assemblea mondiale della sanità, tenutasi a Ginevra a maggio 2024, i Paesi membri hanno approvato all’unanimità un piano d’azione globale per prevenire e monitorare le infezioni per il periodo 2024-2030

Il ruolo di AIRC nella protezione dei pazienti oncologici dalle infezioni ospedaliere

Le infezioni nosocomiali rappresentano una minaccia particolarmente seria per i pazienti oncologici, spesso più fragili a causa delle terapie a cui sono sottoposti. Per questo AIRC sostiene la ricerca scientifica che mira a rendere gli ambienti ospedalieri più sicuri e a ridurre il rischio di complicazioni infettive durante il percorso di cura.

Promuovere la prevenzione e il controllo delle infezioni significa anche migliorare la qualità della vita e le prospettive di chi affronta un tumore.

Sostieni la ricerca con una donazione oppure scegli di essere al nostro fianco con una donazione in memoria, un acquisto solidale dal nostro shop o partecipando alle iniziative AIRC lungo tutto l’anno.

  • Cristina Da Rold

    Cristina Da Rold (Belluno, 1988) è data-journalist dal 2012. Si occupa di sanità con approccio data-driven, principalmente su Infodata – Il Sole 24 Ore Le Scienze. Scrive prevalentemente di disuguaglianze sociali, epidemiologia e nuove tecnologie in medicina. Consulente e formatrice nell’ambito della comunicazione sanitaria digitale, dal 2015 è consulente per la comunicazione/social media presso l’Ufficio italiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal 2021 anche presso la Fondazione Pezcoller per la ricerca sul cancro di Trento. Nel 2015 ha pubblicato il libro “Sotto controllo. La salute ai tempi dell’e-health”(Il Pensiero Scientifico Editore). È docente presso il Master in comunicazione della scienza e della salute dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e presso il Master in comunicazione della scienza dell’Università di Parma.