Per avere benefici per la salute dall'esercizio fisico sono sufficienti dai 150 ai 300 minuti a settimana, con un paio di sedute di rafforzamento muscolare
L’attività fisica è uno degli elementi essenziali per una vita in salute. Insieme a non fumare, a consumare moderatamente gli alcolici e a un’alimentazione sana, fare attività fisica è considerato uno dei comportamenti più efficaci per prevenire l’insorgenza di numerose malattie nel corso della vita: patologie cardiache, ictus, diabete, malattie polmonari o ossee. E anche diverse forme di cancro.
Ma a cosa ci si riferisce esattamente quando si parla di attività fisica? Spesso tendiamo ad associarla allo sport o all’esercizio fisico pianificato e strutturato, come per esempio la corsa o le attività in palestra. In realtà, la definizione di attività fisica è molto più ampia: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità è “qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico”. L’espressione attività fisica comprende dunque tutto il movimento che viene svolto nel corso di una giornata: quello necessario per spostarsi da un posto all’altro, le attività svolte durante il tempo libero, lo sport vero e proprio, le comuni faccende domestiche, il giardinaggio e il moto svolto per compiere il proprio lavoro.
Naturalmente non tutte le forme di attività fisica sono uguali in termini di effetti sull’organismo: alcune comportano un dispendio energetico minimo, altre portano a spingere al massimo le proprie capacità fisiche; alcune hanno un maggiore effetto sul sistema cardiovascolare, altre permettono di esercitare di più i muscoli o l’equilibrio.
La ricerca da molti anni cerca di comprendere quali siano, per ogni categoria di persone, il tipo e la quantità di moto necessari a produrre benefici consistenti per la salute. Finora gli studi hanno chiarito che esistono due principi universali, validi per qualsiasi persona a prescindere dall'età: praticare qualunque tipo di attività fisica è meglio che non farne affatto, e i vantaggi sono tanto maggiori quanto più si riesce a protrarre nel tempo l’abitudine a muoversi. Ciò non significa tuttavia che chi è stato pigro in passato non tragga benefici cominciando anche tardivamente a fare del moto. Fatti salvi questi principi, la comunità scientifica ha elaborato apposite linee guida specifiche per età e caratteristiche individuali (per esempio lo stato di gravidanza o una condizione di disabilità). Le ultime linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità su questo argomento risalgono al 2020 e in Italia sono state recepite con apposite raccomandazioni del Ministero della salute a novembre 2021.
Le linee guida dell'OMS non sono pensate specificamente per ridurre il rischio di ammalarsi di cancro, ma per preservare lo stato di salute complessivo. Tuttavia, seguendo queste indicazioni, è possibile ridurre le probabilità di sviluppare diverse neoplasie.
La distinzione che più spesso si trova nelle linee guida sul moto da praticare è quella tra attività fisica moderata e intensa. L’attività fisica moderata è quella che induce un modesto aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, consentendo in genere, mentre la si svolge, di poter parlare abbastanza agevolmente (ma non di cantare). È il caso per esempio della camminata a passo sostenuto. Questo tipo di attività fisica porta a consumare da 3 a 6 volte l’energia che in genere si consuma a riposo.
Praticando attività fisica intensa, invece, l'incremento della frequenza cardiaca e respiratoria rende difficoltoso conversare. È quanto succede per esempio durante una corsetta non troppo sostenuta. Questo tipo di attività fisica comporta un dispendio energetico di almeno 6 volte superiore rispetto a quello che si ha a riposo.
Qual è dunque il livello di attività fisica consigliato? Ecco le principali indicazioni per fascia di età.
ADULTI
Nella fascia di età tra i 18 e i 64 anni, è consigliato svolgere almeno dai 150 ai 300 minuti di attività fisica aerobica di intensità moderata a settimana, oppure almeno 75-150 minuti di attività fisica aerobica intensa. Questi obiettivi possono essere raggiunti, per esempio, con 5 sessioni di esercizio moderato a settimana di almeno 30-60 minuti oppure svolgendo almeno 25-50 minuti di esercizio intenso per 3 volte a settimana.
Sarebbe poi necessario inserire nella “dieta del moto” anche attività di rafforzamento muscolare (esercizi come piegamenti, flessioni, pesi) per almeno due volte a settimana in giorni non consecutivi. Inoltre, agli adulti è consigliato di limitare la quantità di tempo che trascorrono sedentariamente. Per quanto possibile, almeno una parte di tale tempo di inattività andrebbe passata svolgendo un’attività fisica di qualsiasi intensità.
OVER-65
L’età avanzata non è una controindicazione per svolgere attività fisica. Anzi, se possibile sarebbe bene aumentarne la quantità, differenziando le attività svolte. Secondo le linee guida dell’OMS, superati i 65 anni occorre continuare a svolgere attività fisica aerobica di intensità moderata per almeno 150-300 minuti o attività fisica aerobica intensa per 75-150 minuti. A ciò andrebbero aggiunti esercizi di rafforzamento muscolare, due o più volte la settimana. Inoltre, per conservare le abilità fisiche e prevenire le cadute, occorre fare attività fisica multicomponente, cioè una combinazione di attività aerobica, rafforzamento muscolare e allenamento dell’equilibrio, almeno tre giorni a settimana.
Le più comuni malattie croniche, come l’ipertensione o il diabete, dopo i 65 anni non sono una controindicazione a svolgere attività fisica. I livelli di moto suggeriti sono analoghi a quelli dei coetanei non malati, nei limiti di ciò che è compatibile con le abilità fisiche individuali. Anche in questo caso vale il principio per cui è molto meglio fare poca attività fisica che rinunciarvi per timore di non raggiungere le soglie consigliate.
Se si hanno dubbi sull’incompatibilità tra la propria condizione e il moto è bene parlarne con il proprio medico che saprà dare indicazioni in merito.
BAMBINI E ADOLESCENTI (5-17 ANNI)
I bambini e gli adolescenti dovrebbero svolgere almeno 60 minuti al giorno di attività fisica moderata o intensa, principalmente aerobica, per tutta la settimana. In particolare tre giorni alla settimana dovrebbero essere dedicati alle attività aerobiche intense, così come a quelle che rafforzano i muscoli e le ossa. È importantissimo poi limitare la quantità di tempo trascorso in modo sedentario, in particolare quello davanti allo schermo, che si tratti della TV, del computer o dello smartphone.
I livelli di attività fisica raccomandati dalle linee guida sono a prima vista molto ambiziosi: almeno 30-60 minuti di attività fisica di base al giorno per gli adulti e 60 per i bambini, a cui aggiungere almeno due o tre sedute settimanali di allenamento più impegnativo. Il problema non è solo la pigrizia: l’organizzazione sempre più complessa della vita, il lavoro pervasivo e, per i bambini, le molteplici attività scolastiche ed extra-scolastiche sembrano lasciare poco spazio al moto. Tuttavia, da anni le istituzioni sanitarie consigliano di cambiare prospettiva e iniziare a guardare all’attività fisica non come a un ulteriore impegno nelle nostre vite, ma come a un qualcosa che deve fare parte della quotidianità. Usando questo approccio, si possono cogliere innumerevoli occasioni per mantenersi attivi: andare a lavorare o a scuola a piedi o in bicicletta; scendere una fermata prima dai mezzi pubblici, se li si usa, e finire il tragitto a piedi; evitare di prendere l’auto per fare piccoli spostamenti; salire le scale a piedi invece che usare l’ascensore; portare a spasso il cane; fare giardinaggio o i lavori domestici; giocare con i proprio bambini. Sarebbe sufficiente inserire queste semplici attività quotidiane nella propria routine per raggiungere o avvicinarsi molto agli obiettivi di attività fisica.
C’è tuttavia un altro aspetto di cui tenere conto. L’attività fisica da sola non basta se non si combatte anche la sedentarietà. Sembra un controsenso, ma in realtà sedentarietà e inattività fisica non sono due concetti equivalenti. Si può essere fisicamente attivi e raggiungere la quantità raccomandata di attività fisica ma essere contemporaneamente sedentari. Basti pensare a chi fa una corsetta la mattina ma poi trascorre il resto della giornata in auto o seduto alla scrivania. Questo tipo di sedentarietà è considerato un fattore di rischio che si aggiunge alla semplice inattività. Non sono disponibili dati definitivi in merito, tuttavia da diversi studi sembra emergere che svolgere la quantità raccomandata di attività fisica è in grado di contrastare o quanto meno attenuare gli effetti negativi di questo tipo di sedentarietà.
Anche per questo la comunità scientifica consiglia di interrompere frequentemente i periodi nei quali si sta in posizione seduta, almeno ogni 30 minuti, con periodi brevi di attività, anche di soli 2-3 minuti. Si possono fare brevi camminate, piegarsi sulle gambe, anche semplicemente alzandosi ripetutamente da una sedia o dal divano. Alternare periodicamente la posizione seduta con quella in piedi sono piccoli accorgimenti che possono aiutare a contrastare i danni della sedentarietà.
Antonino Michienzi
Articolo pubblicato il:
15 maggio 2024