Gli uomini si ammalano e muoiono di più delle donne a causa di tumori. Un fatto ben noto nella letteratura scientifica, dovuto a cause in parte biologiche e in parte comportamentali, diverse nei due sessi.
La parola “cancro” comprende almeno 200 malattie diverse. Tutti possono ammalarsi di tumore nel corso della vita, ma ci sono alcuni gruppi o categorie di persone che possono essere più suscettibili di altri al cancro a seconda dei fattori di rischio a cui sono esposti. Alcuni fattori di rischio, come quelli legati agli stili di vita, sono modificabili, mentre per altri, come l’età e il patrimonio genetico, non è possibile intervenire. Il fatto che i fattori di rischio siano distribuiti non ugualmente nella popolazione fa sì che, per esempio, i tumori associati ai prodotti del tabacco siano più comuni tra i fumatori, o che l’incidenza dei tumori aumenti con l’età. Vi sono tuttavia associazioni tra cancro e popolazione che sono meno immediate da cogliere. Per esempio, analizzando l’incidenza e la mortalità dei tumori in associazione al sesso, c’è un dato ricorrente: i tipi di cancro che possono colpire entrambi i sessi, di frequente colpiscono di più gli uomini. Si tratta di un’associazione costante praticamente per tutti i tipi di tumore, con pochissime eccezioni, come il tumore della tiroide, quello della colecisti e quello del pancreas, più frequenti nelle donne.
Lo confermano anche i risultati di una recente analisi pubblicata sulla rivista JAMA nel 2024: gli autori hanno esaminato i dati di 185 Paesi, mostrando che per 30 dei 36 tipi di tumore più diffusi, l’incidenza risulta più alta negli uomini. Le differenze tra i due sessi risultano particolarmente marcate nei tumori della laringe, dell’esofago, della vescica e del fegato, in genere più frequenti nel sesso maschile. Anche la mortalità è più elevata nella controparte maschile. Secondo i più recenti dati dell’osservatorio Globocan, a cura dell’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2022 sono stati registrati oltre 9,7 milioni di decessi nel mondo, di cui il 57% nel sesso maschile.
La domanda ha più di una risposta. Innanzitutto, i due tipi di tumori che vengono diagnosticati con più frequenza nei due sessi, rispettivamente il tumore della mammella nelle donne e quello del polmone negli uomini, hanno prognosi molto diverse, più favorevoli per il cancro del seno. Questa prima differenza può spiegare in parte la maggiore mortalità osservata negli uomini. Ma non si tratta solo di questo.
Da tempo nella letteratura scientifica si trovano i risultati di studi in cui sono state analizzate le discrepanze fra i numeri del cancro nei due sessi. Tra le possibili spiegazioni individuate dagli scienziati ci sono abitudini, comportamenti, aspetti biologici e differenze di genere.
Una delle ipotesi più diffuse per spiegare la maggiore incidenza e mortalità di tumori negli uomini è il fatto che, almeno storicamente, sono stati esposti più delle donne a fattori di rischio ambientali come il fumo e i raggi ultravioletti. Anche per quanto riguarda l’alimentazione e il consumo di alcol, gli uomini sono meno virtuosi delle donne perché tendono a mangiare meno porzioni di frutta e verdura e a bere più alcolici. Lo confermano i dati raccolti dalla sorveglianza Passi, le indagini a campione e le informazioni raccolte dall’Istituto superiore di sanità sulla popolazione italiana adulta in merito agli stili di vita e ai fattori di rischio associati all’insorgenza delle malattie croniche non trasmissibili. Lo stesso si può dire dell’esposizione agli inquinanti ambientali per motivi professionali. Non tutti questi fattori hanno però lo stesso impatto su incidenza e mortalità per cancro. Per esempio, gli effetti dell’alcol sono maggiori, in quanto almeno a mortalità, rispetto a quelli dell’esposizione al sole. Ciascuno sembra tuttavia avere un ruolo importante nello spiegare la maggiore suscettibilità maschile ai tumori. Lo sbilanciamento nei fattori di rischio è ben documentato, al punto che, se si potessero eliminare fumo e alcol e riequilibrare diete sbilanciate, è stato calcolato che le morti evitabili sarebbero molte di più negli uomini che nelle donne.
La differenza d’incidenza e mortalità tra uomini e donne potrebbe dipendere anche da alcune caratteristiche biologiche, oltre che da fattori di rischio modificabili. Alcune diversità possono dipendere dai profili ormonali, tra i fattori che più distinguono uomini e donne. Studi recenti hanno tuttavia evidenziato anche diversità genetiche, epigenetiche, immunitarie e metaboliche, alcune delle quali possono emergere fin dallo sviluppo sessuale e persistere anche dopo la menopausa nelle donne. Questi dati rafforzano l’idea che il sesso biologico può influenzare la suscettibilità al cancro e che nelle fasi precliniche e cliniche della ricerca è fondamentale prestare attenzione a ciò che accomuna e differenzia uomini e donne.
Alcuni meccanismi fisiologici, del sistema immunitario e dei geni funzionano diversamente nei maschi rispetto alle femmine. Il sistema immunitario è generalmente più attivo nelle donne che negli uomini, sebbene proprio per questo, verosimilmente, le donne sono più suscettibili alle malattie autoimmuni.
Anche a livello genetico ci sono caratteristiche che tendono a proteggere maggiormente le femmine. Il cromosoma X, uno dei due cromosomi che determinano il sesso, contiene geni coinvolti nella riparazione del DNA e nella regolazione della crescita cellulare. Poiché le donne ne possiedono due copie, è più probabile che questi geni vengano riparati in caso di mutazioni, a differenza degli uomini che, avendone una sola copia, hanno un rischio maggiore di subire mutazioni che possono portare allo sviluppo di un tumore. Questa protezione si manterrebbe nonostante il secondo cromosoma X sia normalmente inattivato, grazie a un meccanismo biologico che però, secondo i risultati di uno studio recente, potrebbe, in alcune circostanze, “rompersi”. In alcuni tumori femminili può infatti rimettersi in funzione il cromosoma X inattivato (X-chromosome reactivation, X-Ra). Si tratta di un’alterazione epigenetica particolarmente frequente nel tumore del seno e solitamente è associata a una prognosi più sfavorevole.
Inoltre, potrebbero avere un ruolo altre caratteristiche più visibili. L’altezza e la massa corporea, per esempio – generalmente maggiori negli uomini –, aumentano il numero di cellule che possono diventare cancerose.
Infine, gli uomini tendono a partecipare meno delle donne ai programmi di screening oncologici e a sottovalutare eventuali sintomi iniziali della malattia evitando di rivolgersi al medico. Tutto questo può portare a un ritardo della diagnosi, contribuendo, di conseguenza, a peggiorare la prognosi. I risultati di alcuni studi suggeriscono che le donne siano generalmente più attente alla propria salute rispetto alla controparte maschile, grazie anche alle molteplici campagne di prevenzione e sensibilizzazione dedicate ai tumori femminili, come i programmi di screening per la diagnosi precoce dei tumori della cervice uterina e della mammella.
Autore originale: Anna Lisa Bonfranceschi
Revisione di Raffaella Gatta in data 3/11/2025
Anna Lisa Bonfranceschi
Articolo pubblicato il:
3 novembre 2025