Verso una possibile strategia terapeutica per la sindrome di Richter

Ultimo aggiornamento: 14 giugno 2021

Verso una possibile strategia terapeutica per la sindrome di Richter

Titolo originale dell'articolo: Synergistic efficacy of dual PI3K-d/g inhibitor Duvelisib with Bcl2 inhibitor Venetoclax in Richter's Syndrome PDX models

Titolo della rivista: Blood

Data di pubblicazione originale: 30 marzo 2021

I risultati di studi condotti in animali di laboratorio mostrano l'efficacia antitumorale della combinazione di duvelisib e venetoclax, inibitori di due vie molecolari coinvolte nello sviluppo di un linfoma aggressivo, conseguenza di una leucemia linfatica cronica.

Sembrano molto promettenti i risultati ottenuti dal gruppo di ricerca di Tiziana Vaisitti dell'Università di Torino, nello studio di nuove strategie terapeutiche per la sindrome di Richter, una possibile complicazione della leucemia linfatica cronica. Quest’ultima è una malattia eterogenea, con una certa percentuale di casi poco aggressivi, per i quali esistono diversi regimi terapeutici, e una minoranza di casi che invece evolve in un linfoma diffuso a grandi cellule B, più aggressivo e resistente ai trattamenti. Vaisitti e colleghi hanno, però, mostrato in animali di laboratorio l'efficacia antitumorale anche per questa sindrome della combinazione di due farmaci – duvelisib e venetoclax – già in uso clinico e in sperimentazione per le forme più aggressive di leucemia linfatica cronica. I dati dello studio, sostenuto da Fondazione AIRC, sono stati pubblicati sulla rivista Blood.

“Studiare i meccanismi alla base della sindrome di Richter non è semplice, perché i pazienti sono relativamente pochi e mancano modelli sperimentali in grado di ricapitolare con efficacia aspetti salienti della malattia” spiega la ricercatrice. Nell’indagare questa sindrome, il gruppo ha per prima cosa ha messo a punto un nuovo sistema per studiarla. “Abbiamo sviluppato modelli murini detti PDX, acronimo inglese che in italiano sta per xenotrapianti derivati da pazienti. In pratica sono topi nei quali vengono impiantate cellule di tumori umani, in grado di dare inizio alla malattia negli animali. A partire dalla massa che cresce nei topi si possono derivare anche linee cellulari da crescere in coltura per studi più approfonditi." 

Una volta disponibile un modello sperimentale, i ricercatori lo hanno utilizzato per valutare la combinazione di duvelisib e venetoclax, due farmaci già sul mercato e in sperimentazione clinica per le forme più aggressive di leucemia linfatica cronica. Sono farmaci a bersaglio molecolare, che agiscono inibendo due vie coinvolte in questo tipo di tumori: una promuove la proliferazione cellulare, mentre l'altra ostacola la morte delle cellule. Dopo aver identificato tra gli xenotrapianti a disposizione quelli che presentavano le molecole bersaglio dei due farmaci in esame, Vaisitti e collaboratori hanno trattato gli animali sia con i singoli composti sia con una combinazione dei due. “In tutti e tre i casi abbiamo osservato un effetto antitumorale, particolarmente evidente utilizzando duvelisib più venetoclax: già nel giro di pochi giorni abbiamo assistito a un blocco della proliferazione, seguito da regressione del tumore.” Si può quindi immaginare un allargamento alla sindrome di Richter degli studi clinici già in corso con questi farmaci. “Inoltre, l'eventuale presenza delle molecole bersaglio dei farmaci potrebbe essere utilizzata come biomarcatore per indirizzare il trattamento.”

Vaisitti e colleghi avevano ottenuto risultati analoghi anche con un’altra strategia terapeutica: un anticorpo monoclonale specifico per le cellule tumorali della sindrome di Richter, associato a una tossina in grado di ucciderle. Anche i risultati di questo studio, condotto sempre con topi PDX, sono stati pubblicati pochi mesi fa sulla rivista Blood.

  • Valentina Murelli