Ultimo aggiornamento: 16 ottobre 2018
I risultati di uno studio coordinato dall'Istituto Mario Negri di Milano suggeriscono che due nuove molecole potrebbero affiancare il tradizionale marcatore utilizzato per il carcinoma pancreatico, aumentandone l’efficacia.
Titolo originale dell'articolo: Soluble stroma-related biomarkers of pancreatic cancer
Titolo della rivista: EMBO Molecular Medicine
Data di pubblicazione originale: 25 giugno 2018
Il cancro del pancreas è uno dei più difficili da diagnosticare e trattare in modo efficace. Una delle ragioni è la mancanza di marcatori molecolari davvero sensibili e specifici per questo tumore. A cambiare le cose potrebbero essere i risultati di uno studio italiano che ha individuato nuovi possibili marcatori da affiancare a CA19.9, quello convenzionalmente utilizzato che presenta però qualche limite
Lo studio ha coinvolto ricercatori di vari centri con il coordinamento di Raffaella Giavazzi dell'Istituto Mario Negri di Milano. In prima linea ha lavorato Dorina Belotti, nell'ambito di un programma sostenuto con fondi 5 per 1000 dell'AIRC e coordinato da Aldo Scarpa all’Università di Verona. I risultati sono pubblicati sulla rivista EMBO Molecular Medicine.
"I marcatori sono importanti per indirizzare o confermare una diagnosi di tumore e per seguire l'andamento della malattia" spiega Giavazzi, sottolineando che a maggior ragione lo sono per un cancro difficile come quello del pancreas. Individuare un marcatore sensibile e specifico, cioè una molecola i cui livelli siano alterati in modo riconoscibile in presenza di un tumore e non in altre condizioni, può essere piuttosto complicato. Il punto di partenza della ricerca è stato il fatto che sia la progressione del carcinoma pancreatico sia la risposta alla terapia sono influenzate dal microambiente che circonda il tumore. Lo stroma, in particolare, ovvero il tessuto connettivo e fibroso che sostiene il tumore, sembra avere un ruolo particolarmente rilevante.
I ricercatori hanno puntato la loro attenzione su 38 molecole dello stroma, confrontandone i livelli nel sangue tra pazienti con cancro del pancreas e individui sani. Ne hanno individuate sette, la cui concentrazione risultava più elevata nel sangue dei malati; una successiva analisi statistica ha confermato che queste molecole, e soprattutto due di loro (MMP7 e CCN2), se usate in combinazione con CA19.9 ne aumentano in modo significativo il potere diagnostico.
Non è tutto: lavorando con topolini di laboratorio, Giavazzi e colleghi hanno anche scoperto che queste molecole sono rilasciate nel sangue proprio nelle prime fasi di progressione del tumore e che la loro concentrazione è associata alla dimensione della massa tumorale e alla risposta alla terapia. Due indizi in più che depongono a favore del loro utilizzo come nuovi marcatori. "Ma attenzione – avverte Giavazzi – per arrivare a questo punto occorrerà ancora moltissimo lavoro".
Valentina Murelli