Ultimo aggiornamento: 7 febbraio 2019
Il primo passo di una sperimentazione clinica italiana conferma la sicurezza della combinazione di trabectedina e olaparib. Suggerisce inoltre un possibile marcatore per individuare i pazienti più sensibili a questa strategia.
Titolo originale dell'articolo: Trabectedin and olaparib in patients with advanced and non-resectable bone and soft-tissue sarcomas (TOMAS): an open-label, phase 1b study from the Italian Sarcoma Group
Titolo della rivista: Lancet Oncology
Data di pubblicazione originale: 11 settembre 2018
Si è conclusa con risultati positivi la prima fase di uno studio clinico che doveva valutare la sicurezza e la tossicità di una nuova combinazione di farmaci, trabectedina più olaparib, per il trattamento dei sarcomi dei tessuti molli. Il lavoro è stato condotto grazie al sostegno di AIRC con il coinvolgimento dell'Italian Sarcoma Group (il network italiano per lo studio dei sarcomi) e il coordinamento di Giovanni Grignani dell'Istituto di Candiolo; i dettagli sono pubblicati sulla prestigiosa rivista Lancet Oncology.
Già da tempo nell'ambito delle terapie contro i sarcomi è utilizzata la trabectedina, un potente antitumorale di origine naturale che agisce provocando l'accumulo nelle cellule cancerose di una serie di danni alla molecola del DNA, che a lungo andare risulta fatale per le cellule stesse. Più di recente, è diventato disponibile un farmaco, l'olaparib, che blocca l'azione di un importante enzima capace di riparare proprio il tipo di danni causato dalla trabectedina. “Abbiamo quindi pensato alla possibilità di combinare i due farmaci” spiega Grignani. “L'ipotesi è stata testata in un primo momento in ambito preclinico, cioè in esperimenti con cellule e animali di laboratorio. Poiché i risultati ottenuti sono stati molto positivi abbiamo deciso di passare alla sperimentazione clinica”.
Il primo passo è la cosiddetta “fase I”, vale a dire la valutazione della dose massima tollerata del nuovo farmaco o della combinazione di farmaci. “A questo scopo abbiamo lavorato con una cinquantina di pazienti con sarcomi dei tessuti molli, ai quali sono stati proposti diversi dosaggi dei due farmaci” racconta lo specialista. Anzitutto, trabectedina e olaparib hanno mostrato un buon profilo di sicurezza anche combinati insieme. Lo studio, inoltre, ha permesso di confermare l'attività antitumorale dei due farmaci e di identificare la dose che sarà impiegata nelle fasi successive della sperimentazione.
Ma non è tutto: “Nel corso del lavoro preclinico avevamo anche individuato un potenziale marcatore per selezionare meglio i pazienti più sensibili alla terapia combinata, in una prospettiva di medicina personalizzata. Abbiamo voluto verificare anche questa ipotesi ed effettivamente i primi dati raccolti nei pazienti sembrano confermare i risultati ottenuti in laboratorio. Anche se servirà ancora molto lavoro per essere certi che questo marcatore sia davvero utile in clinica”.
Valentina Murelli