Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018
Identificato da un gruppo di ricercatori torinesi un nuovo marcatore specifico per il tumore del pancreas che sembra molto promettente nella diagnosi della malattia.
Titolo originale dell'articolo: Circulating autoantibodies to phosphorylated α-enolase are a hallmark of pancreatic cancer
Titolo della rivista: Journal of Proteome Research
Data di pubblicazione originale: 1 gennaio 2011
Il tumore del pancreas è pericoloso perché è difficile da individuare precocemente. Per questo motivo, la possibilità di scoprire nel sangue sostanze associate alla malattia rappresenta un passo importante verso una diagnosi più precoce. Proprio una sostanza con queste caratteristiche è stata scoperta durante lo studio condotto dai ricercatori del Centro ricerche medicina sperimentale (CeRMS) di Torino, coordinati da Francesco Novelli. Si tratta di specifici anticorpi che il sistema immunitario produce contro l'enzima alfa-enolasi e che sono presenti a livelli più elevati del normale in caso di tumore del pancreas.
Lo studio, pubblicato sulle pagine del Journal of Proteome Research, ha confrontato la concentrazione di questi anticorpi nel tessuto normale e in quello tumorale, in particolare nell'adenocarcinoma duttale del pancreas. Il gruppo di Novelli, affiancato da collaboratori nazionali e internazionali, ha scoperto che l'alfa-enolasi è presente in sei forme diverse nei campioni analizzati: quattro sono comuni a campioni malati e sani, mentre due (chiamate ENOA1 e 2) sono presenti esclusivamente in caso di tumore.
Proseguendo le analisi, i ricercatori torinesi hanno anche scoperto che più del 60 per cento dei pazienti con adenocarcinoma del pancreas produce autoanticorpi diretti contro le due forme di alfa-enolasi legate alla presenza del tumore. "Uno dei risvolti più interessanti di questo studio" afferma Novelli "è quello diagnostico. Oggi, infatti, l'unico marcatore presente nel sangue che può essere associato in qualche modo al tumore pancreatico è la proteina CA19.9, ma è un marcatore specifico, dal momento che un suo aumento può essere dovuto a problemi che non hanno nulla a che vedere con il cancro (cirrosi, pancreatiti, ostruzione del tratto biliare eccetera). Tuttavia, se alla misurazione dei livelli di CA19.9 si aggiungesse la ricerca nel sangue di questi anticorpi, si potrebbe raggiungere una precisione diagnostica del 95 per cento sia di tumori in fase avanzata sia di quelli ancora asportabili con un intervento chirurgico.
Per arrivare a questi risultati, che promettono di migliorare la diagnosi del carcinoma del pancreas, è stato necessario l'impegno di un gruppo multidisciplinare. "Solo questo approccio, che crea un legame forte tra clinica e ricerca di base, permette di compiere passi avanti e di portare il prima possibile i risultati di laboratorio fino al paziente" conclude Novelli.
Agenzia Zoe