Un primo, piccolo passo verso i linfonodi artificiali

Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018

Un gruppo di ricercatori dell'Istituto Scientifico San Raffaele di Milano ha individuato come si forma lo stroma, una struttura tridimensionale la cui rete di cellule abbraccia e sostiene gli organi responsabili della risposta immunitaria.

Titolo originale dell'articolo: Titolo originale: Nkx2-5+Islet1+ Mesenchymal Precursors Generate Distinct Spleen Stromal Cell Subsets and Participate in Restoring Stromal Network Integrity

Titolo della rivista: Immunity

Data di pubblicazione originale: 1 aprile 2013

L'obiettivo è ambizioso, e ancora distante, ma la ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista Immunity da un gruppo di ricercatori finanziati da AIRC e coordinati da Andrea Brendolan, dell'Istituto San Raffaele di Milano, è una solida base di partenza per creare in futuro linfonodi artificiali per curare i tumori.

Gli organi linfoidi periferici, come la milza e i linfonodi, sono attraversati da una struttura tridimensionale, chiamata stroma, che assomiglia alle radici di un albero. Con le sue cellule lo stroma forma un sostegno indispensabile a svolgere la funzione immunitaria e di filtro degli organi linfoidi.

«Finora non si conosceva l'origine delle numerose cellule che compongono lo stroma, ma il nostro lavoro dimostra che nascono da progenitori cellulari comuni» spiega Brendolan. «Queste cellule, tra loro uguali, sono poi in grado di differenziarsi e di ricreare in un modello di laboratorio una struttura con caratteristiche simili a quelle degli organi linfoidi naturali» continua il ricercatore.

Brendolan e il suo gruppo hanno lavorato per anni a questo progetto e come artigiani minuziosi sono riusciti a ricostruire in laboratorio una specie di milza artificiale. La soddisfazione è tanta perché le applicazioni di questo studio sono ambiziose: per esempio, i linfonodi artificiali potrebbero in futuro sostituire quelli che sono stati asportati perché invasi dal cancro e rimediare così al fastidioso linfedema che spesso segue questi interventi. Oppure potranno essere usati in laboratorio per sperimentare l'efficacia dei farmaci antitumorali, perché mimano quel che accade nel paziente molto più delle colture cellulari bidimensionali utilizzate abitualmente.

«Non solo» aggiunge Brendolan «capire come si forma e funziona lo stroma significa imparare qualcosa di più sul microambiente che circonda le cellule del sistema immunitario». E quindi, in un secondo tempo, trovare il modo di spezzare quella complicità che spesso si crea tra le cellule tumorali di leucemie e linfomi e il microambiente che le circonda.

  • Agenzia Zadig