Ultimo aggiornamento: 16 maggio 2022
Titolo originale dell'articolo: Fate mapping and scRNA sequencing reveal origin and diversity of lymph node stromal precursors
Titolo della rivista: Immunity
Data di pubblicazione originale: 30 marzo 2022
Ricostruita l’origine staminale dei diversi tipi di cellule che compongono i linfonodi. La scoperta apre la strada alla messa a punto di linfonodi artificiali, che potrebbero essere utili nella lotta ai tumori e nella sperimentazione di nuove terapie.
La ricerca scientifica è un lungo percorso, a maggior ragione quando l’obiettivo è passare dal laboratorio alla clinica. Non a caso, spesso il racconto dei risultati dei ricercatori di Fondazione AIRC termina con l’espressione “la ricerca continua” che può sembrare rituale ed è invece profondamente vera. È esattamente ciò che scrivevamo tre anni fa nel riportare i risultati del gruppo di ricerca di Andrea Brendolan, dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, nello sviluppo di linfonodi artificiali. La ricerca effettivamente è continuata, con nuovi risultati, ottenuti grazie al fondamentale sostegno di Fondazione AIRC, appena pubblicati sulla rivista Immunity. I dati ottenuti costituiscono un passo in avanti verso la possibilità di applicazione clinica di queste nuove strutture.
Andiamo con ordine. I linfonodi sono piccoli organi fondamentali per il funzionamento dei sistemi immunitario e linfatico. I trattamenti oncologici, però, possono comprometterne l’efficacia o costringere addirittura i medici a rimuoverli del tutto, con possibili conseguenze negative come l’insorgenza di linfedema. Da qui l’interesse del gruppo di Brendolan per lo sviluppo di linfonodi artificiali, con l’obiettivo di poterli usare per sostituire quelli “naturali” in caso di bisogno. Tre anni fa i ricercatori avevano ottenuto un primo risultato importante: lo sviluppo di linfonodi artificiali – chiamati anche linfo-organoidi – a partire da cellule stromali. Si tratta delle cellule strutturali che compongono i linfonodi stessi, e che sono state coltivate in laboratorio su una struttura tridimensionale di collagene. Trapiantate in topi di laboratorio, queste strutture si erano auto-organizzate, acquisendo caratteristiche morfologiche e funzionali molto simili a quelle dei linfonodi. “In quella parte dello studio erano state utilizzate cellule staminali embrionali di topo come punto di partenza per la produzione delle cellule stromali” ricorda Brendolan. “Tuttavia, per ottenere linfonodi artificiali umani compatibili con i pazienti che dovranno riceverli, occorre trovare una fonte alternativa di cellule ‘progenitrici’, ovvero cellule più specializzate e specifiche delle cellule staminali embrionali, ma ancora in grado di riprodurre per intero un linfonodo funzionante.”
Ed è esattamente questo il passo in avanti compiuto con il nuovo studio. Utilizzando tecniche cellulari e genomiche di frontiera, i ricercatori hanno ricostruito l’albero genealogico che connette la grande varietà cellulare del linfonodo maturo ai progenitori chiave: due in particolare, uno per i tessuti stromali che compongono il linfonodo, e uno per i tessuti endoteliali che ne costituiscono la componente vascolare. “La scoperta di questi progenitori” conclude Brendolan “apre la strada alla generazione di linfonodi artificiali umani a partire da cellule staminali riprogrammate, che possono essere facilmente ottenute da cellule dei pazienti stessi. In futuro questi linfonodi potrebbero essere utili non solo per la medicina rigenerativa (cioè per sostituire linfonodi mancanti o compromessi), ma anche per sperimentare in laboratorio terapie immunologiche o nuovi vaccini.”
Valentina Murelli