Ultimo aggiornamento: 13 ottobre 2022
Titolo originale dell'articolo: The neuronal protein Neuroligin 1 promotes colorectal cancer progression by modulating the APC/β-catenin pathway
Titolo della rivista: Journal of Experimental & Clinical Cancer Research
Data di pubblicazione originale: 2 settembre 2022
La proteina Neuroligina 1 fa saltare uno dei meccanismi di controllo delle cellule, facilitando l'acquisizione di caratteristiche metastatiche.
Una proteina originariamente isolata nel cervello, il cui nome è Neuroligina 1, aiuta a conferire alle cellule del cancro al colon la capacità di dare origine a metastasi. La scoperta è opera di ricercatori dell’Istituto di Candiolo – IRCCS e dell’Università di Torino, coordinati da Marco Arese e Federico Bussolino. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Experimental & Clinical Cancer Research.
“La ricerca nasce un po’ da una passione scientifica, quella per le proteine che assolvono a funzioni diverse a seconda del contesto in cui si trovano. È affascinante vedere come l’evoluzione abbia trovato il modo di utilizzare in maniera efficiente le stesse componenti, cambiando la loro funzione da un tessuto all’altro dell'organismo” spiega Arese. “La Neuroligina 1, per esempio, era stata isolata come proteina delle sinapsi cerebrali e alcuni studi hanno osservato che è coinvolta nell’autismo. Più di recente abbiamo scoperto che è espressa anche nel tessuto vascolare. Ora ne stiamo indagando la funzione nel cancro del colon retto” aggiunge il ricercatore, il cui studio è stato sostenuto da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.
I ricercatori hanno scoperto che una parte delle cellule del cancro al colon esprimono questa proteina. “In particolare lo fanno le cellule cosiddette ‘budding’, che migrano allontanandosi dalla massa tumorale primaria e andando a invadere altri tessuti o organi. Abbiamo trovato la Neuroligina 1 anche nei cosiddetti microemboli, ossia in ammassi di cellule tumorali che circolano nei vasi sanguigni prima di dare luogo a metastasi in tessuti o organi distanti dal tumore primario” afferma Arese. I risultati dello studio suggeriscono che “questa proteina svolge la sua azione pro-metastatica promuovendo il passaggio delle cellule tumorali staccatesi dalla sede primaria del tumore attraverso l’endotelio”. Si chiama endotelio la parete dei vasi sanguigni, superata la quale le cellule tumorali possono insediarsi in un nuovo tessuto, dando luogo alle metastasi.
I ricercatori hanno anche ricostruito i meccanismi attraverso cui la Neuroligina 1 favorisce il processo di metastatizzazione. Quello principale sembra essere l’interazione con la proteina APC. Questa esercita un’azione antitumorale impedendo, attraverso la degradazione di un’altra proteina (la beta-catenina), la trasformazione da cellula epiteliale a cellula mesenchimale, cioè da cellula “statica” a cellula “in movimento”, capace di dare luogo a metastasi. “La Neuroligina 1 inattiva APC reclutandola sulla membrana. In tal modo APC non può distruggere la beta-catenina, una proteina che entra nel nucleo e stimola la trascrizione di geni pro-metastatici” spiega Arese.
I risultati ottenuti, oltre ad avere chiarito uno dei meccanismi alla base delle metastasi, potrebbero avere ricadute sulla pratica clinica. “La Neuroligina 1 potrebbe essere utile per definire più precisamente la prognosi. Già oggi esistono studi che ci dicono che i tumori in cui è espressa hanno prognosi peggiori. Per il futuro è possibile immaginare farmaci che possano inibirne l’azione, prevenendo il processo di metastatizzazione, anche attingendo proficuamente dalle conoscenze e dagli strumenti biotecnologici raccolti nel campo della neurobiologia. Prima di arrivare a questo, però, occorrono altri studi che chiariscano nel dettaglio i meccanismi in cui questa proteina è coinvolta” conclude Arese.
Antonino Michienzi