Ultimo aggiornamento: 21 ottobre 2021
Titolo originale dell'articolo: Optimizing cisplatin delivery to triple-negative breast cancer through novel EGFR aptamer-conjugated polymeric nanovectors
Titolo della rivista: Journal of Experimental and Clinical Cancer Research
Data di pubblicazione originale: 22 luglio 2021
Grazie alle nanotecnologie, è stato messo a punto un sistema per veicolare in modo mirato il chemioterapico cisplatino in cellule di tumore del seno triplo negativo. Il sistema potrebbe essere usato per trasportare anche altri farmaci.
Alcuni ricercatori napoletani hanno inserito in un involucro di nanoparticelle biodegradabili il chemioterapico cisplatino. Quindi hanno “decorato” la superficie dell’involucro con molecole capaci di guidare in modo mirato le nanoparticelle contenenti il farmaco verso cellule di tumore del seno triplo negativo. Contro questo tumore aggressivo e dalle limitate opzioni terapeutiche, che rappresenta il 20 per cento dei tumori mammari, questo approccio innovativo, se validato, potrebbe essere di aiuto. A mettere a punto l’involucro di nanoparticelle con il cisplatino, dimostrandone l’efficacia in animali di laboratorio, è stato il gruppo di ricerca di Laura Cerchia, dell’Istituto di endocrinologia e oncologia sperimentale del CNR di Napoli, che da anni si occupa di terapie mirate contro il cancro. “Un impegno reso possibile dal sostegno di Fondazione AIRC, indispensabile in un Paese come l’Italia nel quale i finanziamenti pubblici alla ricerca sono minimi” afferma Cerchia. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Experimental and Clinical Cancer Research.
“Alcuni tipi di tumori al seno presentano sulle loro cellule proteine bersaglio per terapie mirate. È il caso dei tumori che hanno in superficie il recettore degli estrogeni, quello del progesterone oppure livelli più elevati del normale della proteina HER2” spiega la ricercatrice. “Per i tumori triplo negativi, che non presentano nessuno di questi bersagli, la chemioterapia è a oggi l’unica opzione terapeutica. Sappiamo però che i chemioterapici, tra i quali il cisplatino, hanno il limite di non colpire in modo specifico le sole cellule tumorali." Per superare questo limite, Cerchia e colleghi hanno lavorato a un sistema che permettesse al cisplatino di arrivare solo a queste cellule.
Per prima cosa hanno inserito il composto in nanoparticelle sintetiche biodegradabili, già autorizzate negli Stati Uniti per l’utilizzo clinico. Per fare in modo che le nanoparticelle portassero il loro carico solo dove serve, i ricercatori le hanno rivestite con molecole capaci di legarsi a specifiche proteine presenti sulla superficie delle cellule del tumore del seno triplo negativo. “Si tratta di aptameri, piccoli RNA che possiamo produrre in laboratorio grazie a una tecnologia che abbiamo sviluppato noi stessi” racconta Cerchia. Grazie agli aptameri, le nanoparticelle cariche riconoscono questo tipo di cellule tumorali e vi si attaccano, per poi penetrarvi e riversare al loro interno il farmaco che infine le uccide. “Il sistema si è rivelato molto efficace sia in cellule di tumore umano coltivate in laboratorio, sia in topi in cui si è cercato di riprodurre il tumore triplo negativo umano della mammella. Dopo il trattamento, abbiamo osservato nei topi un’inibizione completa della crescita del tumore."
Ora i ricercatori stanno valutando l’efficacia di altri farmaci inseriti nelle nanoparticelle e di altri aptameri per bersagli differenti: “L’obiettivo è realizzare un cocktail di farmaci che possano essere veicolati contemporaneamente, per ridurre il rischio che il tumore sviluppi resistenza”.
Valentina Murelli