Un approccio insolito per la diagnosi del tumore al pancreas

Ultimo aggiornamento: 24 luglio 2025

Un approccio insolito per la diagnosi del tumore al pancreas

Titolo originale dell'articolo: Use of the Malaria Protein VAR2CSA for the Detection of Small Extracellular Vesicles to Diagnose Adenocarcinoma

Titolo della rivista: Journal of Extracellular Vesicles

Data di pubblicazione originale: 17 marzo 2025

Quella tra malaria, cellule fetali e cancro può sembrare una combinazione insolita, ma potrebbe permettere di realizzare un nuovo sistema di diagnosi precoce del tumore al pancreas.

Tre elementi all’apparenza molto distanti, come l’infezione all’origine della malaria, lo sviluppo degli organismi nelle prime fasi di vita e la biologia del cancro hanno in realtà qualcosa in comune. Un gruppo di ricerca internazionale ha usato alcune proteine che accomunano questi aspetti per realizzare un accurato sistema di diagnosi del tumore al pancreas nelle prime fasi. Grazie anche al sostegno di AIRC, i risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Extracellular Vesicles.

Da tempo è noto che una proteina prodotta dal plasmodio della malaria, di nome VAR2CSA, quando entra in contatto con una donna incinta può legarsi alle cellule del feto e permettere così di infettarlo. Nel 2015 i risultati di alcuni esperimenti di laboratorio hanno dimostrato che la proteina VAR2CSA può riconoscere anche le cellule di diversi tipi di tumore, compreso quello al pancreas. Ciò può dipendere dal fatto che le cellule tumorali spesso assumono i comportamenti e l’aspetto tipici di quelle fetali, poiché crescono velocemente e perdono le proprie funzioni specifiche.

Oltre a queste caratteristiche, spesso le cellule tumorali espongono sulla propria superficie una particolare proteina che è prodotta di solito dalle cellule del feto. “La condroitin-solfato oncofetale viene espressa nella maggior parte delle cellule tumorali” dice Christopher Heeschen, che ha coordinato la ricerca, dividendosi tra l’Istituto di Candiolo in Piemonte e la Shanghai Jiao Tong University School of Medicine, in Cina. “Grazie a VAR2CSA, le cellule del sangue che vengono infettate dal plasmodio della malaria riescono ad agganciarsi al condroitin-solfato oncofetale. In questo modo il parassita riesce a entrare in contatto con la placenta in caso di gravidanza.” L’interazione tra la proteina della malaria e il condroitin-solfato oncofetale media quindi l’infezione, ma anche il riconoscimento delle cellule neoplastiche.

Questo meccanismo può essere particolarmente utile nel contesto del tumore al pancreas che, soprattutto a causa dei sintomi molto generici nelle prime fasi, viene spesso diagnosticato in uno stadio avanzato e difficile da curare. “Nella pratica clinica quotidiana viene utilizzato un marcatore, il CA 19-9, ma è poco sensibile e specifico e dunque può non bastare per individuare le persone con un tumore al pancreas” spiega Heeschen.

Il gruppo di ricerca ha dunque cercato di usare il legame tra le due proteine, della malaria e delle cellule tumorali, per migliorare il sistema di diagnosi di questo tipo di neoplasia. Dopo alcuni esperimenti di laboratorio su vescicole extra-cellulari, i ricercatori hanno valutato il sistema in campioni ottenuti da pazienti con diverse caratteristiche. In particolare, hanno studiato biopsie di persone con il tumore al pancreas in fase iniziale e di altre senza la neoplasia, quindi sane o con problemi gastro-intestinali benigni. Questi ultimi casi, in particolare, sono stati inclusi perché le loro cellule esprimono una serie di marcatori legati a infiammazioni del pancreas che, se riconosciuti dalla VAR2CSA, potrebbero compromettere la specificità del nuovo metodo di diagnosi allo studio.

Secondo i risultati ottenuti, il legame tra la proteina della malaria e le cellule tumorali ha permesso di individuare i pazienti con tumore con un’elevata sensibilità e specificità. “Questo approccio può essere molto utile per capire chi ha una neoplasia ai primi stadi e chi non ce l’ha” commenta Heeschen. “Pur non essendo specifico per il tumore al pancreas, potrebbe migliorare l’efficacia del marcatore già in uso e favorire la diagnosi.”

Negli ultimi tempi, il gruppo di ricerca ha iniziato a studiare una versione della proteina della malaria più stabile e facile da usare in clinica. “L’idea è valutare uno strumento per seguire nel tempo le persone ad alto rischio di sviluppare il tumore al pancreas, al fine di individuarne precocemente l’eventuale insorgenza. Tra esse vi sono, per esempio, le persone che hanno una predisposizione genetica al cancro del pancreas e coloro che soffrono di un’infiammazione gastro-intestinale cronica”. In ogni caso saranno necessari ulteriori studi, con ampi gruppi di pazienti, per validare questo sistema di diagnosi per uso clinico.

  • Camilla Fiz

    Scrive e svolge attività di ricerca nell’ambito della comunicazione della scienza. Proviene da una formazione in comunicazione della scienza alla SISSA di Trieste, in biotecnologie molecolari all’Università degli studi di Torino e in pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi della stessa città. Oggi è PhD student in Science, Technology, Innovation and Media studies presso l’Università di Padova e collabora con diversi enti esterni. Il suo sito: https://camillafiz.wordpress.com/