Ultimo aggiornamento: 17 maggio 2021
Titolo originale dell'articolo: Optimized EGFR blockade strategies in EGFR addicted gastroesophageal adenocarcinomas
Titolo della rivista: Clinical Cancer Research
Data di pubblicazione originale: 4 febbraio 2021
Per i pazienti con elevato numero di copie del gene EGFR, gli inibitori di questa molecola potrebbero costituire una nuova prospettiva terapeutica, magari in combinazione con altri farmaci.
Una delle principali difficoltà nella ricerca di nuove terapie contro il cancro è che non si tratta di un'unica malattia, ma di un gruppo di malattie che possono avere caratteristiche molecolari molto diverse anche quando l'organo colpito è lo stesso. Così può succedere che un nuovo approccio terapeutico si riveli inizialmente poco efficace se sperimentato in un gruppo eterogeneo di pazienti con la stessa malattia, salvo poi mostrarsi potenzialmente valido per curare un sottogruppo di pazienti con determinate caratteristiche. È ciò che è accaduto in uno studio sul tumore dello stomaco trattato con inibitori di EGFR, condotto dall'équipe di ricerca di Silvia Giordano dell'Istituto di Candiolo-IRCCS e dell'Università di Torino.
“Sappiamo che l'amplificazione del gene EGFR, cioè la presenza di un numero di copie di questo gene superiore al normale, è riscontrabile in vari tipi di tumori” spiega Giordano. “Inibitori di EGFR sono già usati in clinica per la terapia di alcuni tumori, come quelli del polmone e del colon. Sono stati condotti studi clinici utilizzando questi inibitori anche in pazienti con tumore gastrico, ma le sperimentazioni non hanno dato i risultati sperati, probabilmente perché non c’era stata una selezione dei partecipanti in base alle loro caratteristiche molecolari”. Anche tra i pazienti con cancro gastrico, infatti, ce ne sono alcuni (il 3-5 per cento dei casi) con amplificazione di EGFR, ma negli studi condotti questa caratteristica non era stata presa in considerazione.
Giordano e collaboratori hanno quindi valutato l'effetto di inibitori di EGFR in topi nei quali erano stati trapiantati tumori gastrici umani con amplificazione del gene, osservando un effetto importante in termini di arresto della crescita tumorale. Il passo successivo è stato analizzare in modo retrospettivo i dati degli studi clinici già condotti con inibitori di EGFR sul cancro gastrico. “Abbiamo visto che i pazienti con l'amplificazione del gene erano tra quelli con prognosi peggiore, ma anche quelli che rispondevano alla terapia con gli inibitori. Se in generale la percentuale di risposta in questi studi era stata bassa, c'era però una risposta significativa da parte dei pazienti con amplificazione di EGFR.” Questi risultati, ottenuti grazie al fondamentale contributo di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, sono stati pubblicati sulla rivista Clinical Cancer Research.
Ora l'obiettivo è arrivare a uno studio clinico con inibitori di EGFR specifico per questi pazienti, nell’ottica di una medicina di maggiore precisione. E poiché i ricercatori hanno anche individuato una via molecolare in grado di conferire resistenza a questi farmaci, lo studio potrebbe prevedere la combinazione tra inibitori di EGFR e inibitori di questa via di resistenza.
Valentina Murelli