Ultimo aggiornamento: 3 gennaio 2024
Scoperto un meccanismo che potrebbe essere un elemento cruciale della progressione del tumore del pancreas.
Titolo originale dell'articolo: IL-1β+ macrophages fuel pathogenic inflammation in pancreatic cancer
Titolo della rivista: Nature
Data di pubblicazione originale: 1 novembre 2023
Alcune cellule del sistema immunitario innato, i macrofagi IL-1β+ TAM, rilasciano molecole che stimolano sia l’infiammazione sia l’aggressività delle cellule tumorali circostanti. Il meccanismo, appena scoperto da Renato Ostuni e dal suo gruppo di ricerca all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, potrebbe essere un elemento cruciale della progressione del tumore del pancreas, e forse addirittura della sua insorgenza. Renato Ostuni è responsabile del laboratorio di genomica del sistema immunitario innato all’Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica (SR-Tiget) e professore associato all’Università Vita-Salute San Raffaele. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Nature.
In condizioni normali i macrofagi svolgono un’importante azione di difesa contro gli agenti esterni. Il tumore, tuttavia, può riprogrammare queste cellule spingendole a sostenere la progressione della malattia anziché contrastarla. La presenza dei macrofagi nel microambiente tumorale è infatti associata a metastasi e a una minore sopravvivenza dei pazienti; inoltre, la loro abbondanza è associata a resistenza ai trattamenti con immunoterapia.
Nello studio sostenuto da Fondazione AIRC, dal Consiglio europeo delle ricerche (ERC) e dal Ministero della salute, i ricercatori hanno identificato una nuova popolazione di macrofagi associati a tumore e un meccanismo con il quale influenzano la progressione e l’aggressività delle cellule tumorali. “Si tratta di macrofagi in grado di produrre una molecola, l’interleuchina-1β, che promuove l’infiammazione del tumore” spiega Ostuni. Si tratta di un dettaglio chiave: il carcinoma duttale del pancreas è caratterizzato da una forte componente infiammatoria.
Inoltre, spiega il ricercatore, “questi macrofagi si trovano in prossimità delle cellule tumorali particolarmente aggressive. Ma è proprio l’interleuchina-1β rilasciata da tali macrofagi ad agire sulle cellule vicine e a stimolarne l’aggressività”.
Alla base di questi meccanismi c’è un dialogo che si auto-alimenta tra le cellule tumorali e i macrofagi, con le prime che rilasciano molecole, come la prostaglandina E2, capaci di condizionare le proprietà infiammatorie dei macrofagi. Questi, di riflesso, “incattiviscono” ulteriormente le cellule tumorali attraverso il rilascio di molecole infiammatorie.
Il gruppo ha scoperto che tutto ciò avviene già nelle fasi precoci della malattia. È possibile quindi che questi meccanismi non soltanto promuovano la progressione del tumore, ma che possano addirittura essere determinanti per la sua insorgenza.
“Crediamo che bloccare questa interazione possa essere una strategia per contrastare l’insorgenza del tumore al pancreas in persone a rischio o per potenziare le risposta all’immunoterapia in pazienti già colpiti da questo tipo di cancro” dice ancora Ostuni. “Stiamo anche cercando di capire se la presenza di questi macrofagi possa essere utilizzata a fini diagnostici: identificare biomarcatori indicativi di questo processo in corso potrebbe rendere possibile la diagnosi precoce in un tumore per cui molte delle diagnosi sono purtroppo tardive” conclude.
Antonino Michienzi