Ultimo aggiornamento: 14 luglio 2022
Titolo originale dell'articolo: Interferon regulatory factor 1 (IRF1) controls the metabolic programmes of low-grade pancreatic cancer cells
Titolo della rivista: Gut
Data di pubblicazione originale: 13 maggio 2022
Prosegue lo studio del gruppo di Gioacchino Natoli allo IEO di Milano sui diversi tipi di cellule coinvolte nel tumore del pancreas. I ricercatori hanno chiarito un nuovo meccanismo patologico che ha a che fare con aspetti sia metabolici sia immunitari.
“Non ci sono scorciatoie che possano portare in tempi rapidi a nuove cure per un tumore complesso come quello del pancreas. L’unica via da percorrere è quella della comprensione dettagliata delle caratteristiche molecolari dei vari tipi di cellule che compongono questo tumore ancora così difficile da curare.” Le parole sono di Gioacchino Natoli, responsabile dell’Unità di ricerca sul controllo trascrizionale dell’infiammazione e del cancro dell’IEO di Milano. Con il suo gruppo di ricerca, Natoli ha appena pubblicato sulla rivista Gut un articolo su alcuni risultati appena ottenuti che avvicinano a questo obiettivo. Lo studio, condotto in collaborazione con il gruppo di Nico Mitro, anche lui in forza all’IEO, si è avvalso del fondamentale sostegno di Fondazione AIRC. I risultati ottenuti, secondo Natoli, potrebbero aiutare a migliorare l’approccio di immunoterapia per i pazienti con questo tipo di tumore.
“Una delle ragioni per cui questa malattia è ancora così difficile da curare è la sua grande eterogeneità cellulare. È come un puzzle formato da tante cellule di diverso tipo, con proprietà differenti” spiega il ricercatore, che da anni cerca proprio di chiarire questa molteplicità. “Semplificando, possiamo dire che le cellule del tumore del pancreas appartengono a due grandi gruppi principali: le cellule differenziate, che assomigliano a quelle del pancreas maturo, e le cellule indifferenziate, molto diverse da quelle pancreatiche. In quest’ultimo studio abbiamo scoperto un meccanismo molecolare che spiega contemporaneamente sia alcune differenze nel metabolismo dei diversi tipi di cellule tumorali, sia la differente capacità del sistema immunitario di riconoscere e distruggere tali cellule.”
Più in dettaglio, si tratta di un meccanismo di regolazione dell’espressione genica – cioè del livello generale di attività di vari geni – dipendente da una molecola chiamata IRF1. In cellule sane del pancreas i livelli di questa molecola sono molto bassi, mentre salgono in cellule tumorali, raggiungendo però concentrazioni differenti a seconda del tipo di cellula. In particolare, sono più alti nelle cellule più differenziate, che sono anche quelle più facilmente riconoscibili da parte del sistema immunitario, e più bassi nelle cellule indifferenziate. Il ridotto livello di IRF-1 è quindi associato a una minore capacità di riconoscimento e distruzione del tumore da parte del sistema immunitario.
Conoscere bene queste caratteristiche è fondamentale per mettere a punto terapie che siano davvero efficaci contro tutte le componenti cellulari coinvolte e non rischiare che rimanga sempre un serbatoio di cellule tumorali dal quale la malattia può ripartire. “Speriamo inoltre” conclude Natoli “che le informazioni raccolte possano aiutare a ottimizzare i trattamenti immunoterapici anche per il tumore del pancreas.”
Valentina Murelli