Ultimo aggiornamento: 10 dicembre 2018
Un enzima importante per il metabolismo dei grassi, capace di inibire lo sviluppo tumorale, potrebbe essere un nuovo bersaglio terapeutico contro la malattia.
Titolo originale dell'articolo: Forcing ATGL expression in hepatocarcinoma cells imposes glycolytic rewiring through PPAR-α/p300-mediated acetylation of p53
Titolo della rivista: Oncogene
Data di pubblicazione originale: 26 ottobre 2018
La lipasi adipocitaria dei trigliceridi (ATGL) è uno degli enzimi chiave per l'utilizzo dei grassi immagazzinati nel fegato e potrebbe rappresentare un nuovo bersaglio terapeutico contro l'epatocarcinoma, una delle forme più comuni di tumore del fegato. A suggerirlo sono i risultati di uno studio, pubblicati sulla rivista Oncogene dal gruppo di ricerca guidato da Maria Rosa Ciriolo dell'Università Tor Vergata di Roma. Da diversi anni il gruppo si occupa di questa proteina grazie al contributo fondamentale di AIRC.
Ogni cellula per vivere ha bisogno di energia, che in genere può ricavare sia da zuccheri sia da grassi. Le cellule tumorali, e in particolare quelle di epatocarcinoma, tendono però a evitare l'utilizzo di grassi – perché ciò comporta la produzione di radicali liberi, ovvero sostanze che in eccesso potrebbero risultare dannose per la loro stessa sopravvivenza. Ai grassi preferiscono gli zuccheri, e il gruppo di Ciriolo si è chiesto come questa preferenza si manifesti a livello molecolare. “Con un'analisi della letteratura scientifica sull'argomento abbiamo scoperto – spiega la professoressa – che spesso le cellule di epatocarcinoma mostrano carenza o assenza di ATGL, un enzima che ha il compito di avviare la demolizione dei trigliceridi conservati nel fegato, ovvero di fare il primo passo necessario all’utilizzo di questi grassi come fonte di energia”.
Grazie a una serie di esperimenti con topi di laboratorio, i ricercatori hanno verificato che la diminuzione o la scomparsa di questo enzima avvengono proprio durante la trasformazione della cellula del fegato da normale a tumorale e vanno di pari passo con l'accumulo di grassi nella cellula. “Altri esperimenti hanno mostrato che la reintroduzione dell'enzima rallenta la progressione in senso tumorale e rende le cellule cancerose più suscettibili all'azione di alcuni farmaci”, sottolinea Ciriolo. Queste osservazioni rendono ATGL un candidato molto interessante per lo sviluppo di nuove terapie anche personalizzate, se in un eventuale studio clinico saranno validati i risultati sperimentali e si troveranno livelli diversi dell’enzima associati a progressioni tumorali più o meno aggressive.
“Per il futuro il nostro obiettivo è capire meglio i passaggi molecolari che portano le cellule tumorali a inattivare questo enzima, e studiare strategie per evitare tale fenomeno”, conclude Ciriolo. Il recupero della funzione di ATGL potrebbe avere un valore non solo terapeutico ma anche di prevenzione, poiché potrebbe evitare quell'accumulo di grassi che in molti casi è associato al passaggio da cellula normale a cellula tumorale.
Valentina Murelli