Ultimo aggiornamento: 23 agosto 2018
Uno studio internazionale ha permesso di individuare alcune caratteristiche molecolari delle due neoplasie ematologiche che permetteranno di diagnosticare più rapidamente e con maggiore precisione le malattie.
Titolo originale dell'articolo: A novel immunohistochemical classifier to distinguish Hodgkin lymphoma from ALK anaplastic large cell lymphoma
Titolo della rivista: Modern Pathology
Data di pubblicazione originale: 1 ottobre 2014
Il linfoma di Hodgkin e il linfoma anaplastico a grandi cellule sono due neoplasie ematologiche che nascono nel sistema linfatico. Le malattie sono piuttosto rare: se per il primo si registrano circa 2.300 nuovi casi l'anno in Italia, per il secondo le diagnosi sono circa 1.500 in tutta Europa. Entrambi condividono una caratteristica molecolare: sulla superficie delle cellule si trovano concentrazioni anomale ed elevate di CD30, un recettore che, attraverso il legame con altre specifiche molecole, innesca alcuni segnali favorevoli al tumore. CD30 stimola infatti la proliferazione cellulare e riduce la morte cellulare programmata (apoptosi). La somiglianza molecolare non si riflette però nella prognosi delle due malattie. Per il linfoma di Hodgkin i pazienti guariscono nel 90% dei casi, mentre per il linfoma anaplastico a grandi cellule il decorso della malattia è meno favorevole. Serve, dunque, saper distinguere bene e in tempi rapidi tra le due patologie, per poter somministrare fin da subito ai pazienti la terapia più adeguata. Proprio riguardo a questo problema è stato pubblicato di recente, sulla rivista Modern Pathology, il risultato di uno studio che ha visto la collaborazione tra esperti tedeschi e italiani, tra cui Stefano Pileri, fino a poco tempo fa all'Università di Bologna, attualmente all'Istituto europeo di oncologia di Milano, e Fabio Facchetti dell'Università di Brescia. La ricerca, finanziata anche dal Programma AIRC di Oncologia clinica molecolare, ha permesso di identificare dei marcatori specifici e identificativi per ciascuna neoplasia, attraverso la minuziosa analisi del corredo genico delle cellule provenienti dai due linfomi. L'utilizzo di tali informazioni ha consentito ai ricercatori di discriminare tra le due patologie con un'accuratezza pari al 97%. Un importante risultato che potrà avere un'utile applicazione nella pratica clinica.
Agenzia Zadig