Scoperta l'associazione tra danno renale acuto e aumento del rischio di tumore del rene

Ultimo aggiornamento: 18 maggio 2020

Scoperta l'associazione tra danno renale acuto e aumento del rischio di tumore del rene

Titolo originale dell'articolo: Acute kidney injury promotes development of papillary renal cell adenoma and carcinoma from renal progenitor cells

Titolo della rivista: Science Translational Medicine

Data di pubblicazione originale: 25 marzo 2020

Nel processo sono coinvolte le cellule staminali renali, che possono attivarsi in modo anomalo durante la fisiologica riparazione del danno. L'osservazione apre a possibili sviluppi per la diagnosi precoce e la terapia della malattia.

Oltre al danno renale cronico, prolungato nel tempo, anche quello acuto, in grado di alterare la funzionalità dell'organo in poche ore o giorni, può essere associato all'insorgenza di tumore del rene e in particolare della sua forma papillare, che riguarda il 15 per cento circa di tutti i casi di tumore renale. È quanto hanno concluso, analizzando i dati clinici di oltre 13.000 pazienti in Italia e Danimarca, i ricercatori del gruppo coordinato da Paola Romagnani, responsabile dell'Unità operativa di nefrologia dell'Ospedale Meyer di Firenze e docente dell'Università di Firenze.

 

In un articolo pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, che gli ha dedicato la copertina, Romagnani e collaboratori illustrano anche uno dei meccanismi cellulari alla base dell'associazione tra danno renale acuto e tumore papillare del rene. Al centro del processo ci sono le cellule staminali residenti nel rene stesso, isolate alcuni anni fa proprio dal gruppo di Romagnani. “Sono cellule che si attivano per rigenerare il tessuto colpito da un danno renale acuto che può seguire a un’emorragia, un’importante disidratazione o l’esposizione a sostanze tossiche” spiega la ricercatrice. “In queste condizioni le cellule staminali residenti nel rene proliferano massivamente e può succedere che, durante i cicli di intensa replicazione del materiale genetico, in qualche cellula si verifichino alterazioni tali da indurre una proliferazione anomala e continua anche dopo che il danno è stato riparato.” Questo genera la formazione di tumori benigni, gli adenomi, che in una minima percentuale di casi danno infine origine a tumori maligni. Per il tumore del rene è la prima volta che viene descritta la sequenza adenoma-carcinoma, ben nota per altri tipi di tumore come quello del colon.

 

Queste scoperte, rese possibili dal sostegno di Fondazione AIRC, potrebbero avere importanti implicazioni cliniche. “Per prima cosa ci suggeriscono che i pazienti che hanno avuto un danno renale acuto dovrebbero essere sottoposti ad attenti controlli periodici: un controllo ecografico annuale permetterebbe di identificare molto precocemente un eventuale tumore, intervenendo in tempo" sottolinea Romagnani. "Inoltre stiamo studiando in cellule e animali di laboratorio una serie di farmaci che hanno come bersaglio proprio la cellula staminale renale, con l'obiettivo di promuovere una corretta rigenerazione del tessuto dopo un danno acuto, evitando la comparsa e la crescita del tumore o la sua trasformazione da benigno a maligno." Il percorso è ancora lungo ma le prospettive sono molto incoraggianti: la ricerca continua.

  • Valentina Murelli