Ultimo aggiornamento: 23 settembre 2025
Titolo originale dell'articolo: YAP1 promoter-associated noncoding RNA affects Ewing sarcoma cell tumorigenicity by regulating YAP1 expression
Titolo della rivista: Cellular & Molecular Biology Letters
Data di pubblicazione originale: 25 maggio 2025
Ora conosciamo un meccanismo epigenetico in più che potrebbe aiutare a sviluppare nuove terapie mirate contro un tumore raro delle ossa che colpisce prevalentemente i bambini.
È stato individuato un nuovo possibile bersaglio terapeutico per colpire il sarcoma di Ewing. A Roma, presso l’IRCCS Fondazione Santa Lucia, un gruppo di ricercatori sostenuti da AIRC ha scoperto un meccanismo epigenetico regolato da una piccola molecola. Si chiama pncRNA_YAP1-1 e sembra influenzare la crescita di questo tipo di neoplasia. I risultati dello studio sono stati pubblicati a maggio 2025 sulla rivista Cellular & Molecular Biology Letters.
Il sarcoma di Ewing è un raro tumore delle ossa, diagnosticato prevalentemente in bambini e ragazzi entro i 15 anni d’età, soprattutto di sesso maschile. “Conosciamo la causa biologica che scatena lo sviluppo di questa patologia, ma la sua rarità rende difficile condurre studi con pazienti, che drisultati statisticamente significativi” commenta Maria Paola Paronetto, che ha coordinato il gruppo di ricerca. È il principale ostacolo nello studio delle malattie rare e rende più complicato individuare nuovi, validi metodi di diagnosi e cura. Oggi, oltre alla rimozione chirurgica, i protocolli di cura del sarcoma di Ewing prevedono una combinazione di chemioterapia e radioterapia. Non sono però ancora disponibili terapie dirette contro bersagli molecolari che potrebbero migliorare, per esempio, le opzioni di cura dei casi più aggressivi.
Con questo obiettivo in mente, i ricercatori hanno deciso di approfondire lo studio dei meccanismi epigenetici del sarcoma di Ewing. Si sono quindi focalizzati su particolari molecole di RNA che influenzano il funzionamento del genoma senza modificarne direttamente la sequenza. “Negli ultimi anni abbiamo visto che gli RNA sono molecole biologiche importanti dal punto di vista oncologico, da tenere in considerazione per lo sviluppo di nuove prospettive terapeutiche” commenta la ricercatrice. Già nel 2019 il gruppo aveva individuato un particolare tipo di RNA che, tramite meccanismi epigenetici, altera il funzionamento di un gene coinvolto nella progressione dei tumori. “Ispirati da questa scoperta, abbiamo deciso di estendere l’analisi di questo tipo di RNA” continua Paronetto. “La nostra attenzione è così caduta sulla via di segnalazione YAP1, che ha un ruolo chiave nella progressione del sarcoma di Ewing e altre neoplasie.”
In esperimenti con cellule in coltura e animali di laboratorio con sarcoma di Ewing, i ricercatori hanno studiato gli RNA trascritti dal promotore di YAP1, per poi concentrarsi su uno di questi, il pncRNA_YAP1-1. I risultati emersi hanno permesso di delineare il ruolo di questa molecola all’interno della via di segnalazione YAP1 e di comprenderne l’effetto antitumorale. Alti livelli di pncRNA_YAP1-1 inducono una cascata di reazioni molecolari che sembra contrastare la crescita delle cellule neoplastiche. “I nostri dati suggeriscono che modificare i livelli di pncRNA_YAP1-1 potrebbe rappresentare una nuova strategia terapeutica contro il sarcoma di Ewing” commenta Paronetto. “Tutti i target molecolari di YAP1 coinvolti nella trasformazione tumorale possono avere, in principio, tale potenzialità terapeutica.”
Partendo proprio da questi risultati, il gruppo di ricerca ora sta provando a sviluppare degli RNA sintetici che mimano il comportamento di pncRNA_YAP1-1. “In questo modo, vorremmo migliorare la terapia primaria del sarcoma di Ewing” aggiunge Paronetto. Conclude poi che, dal momento che si tratta di un tumore raro, “per approfondire la comprensione della biologia del sarcoma di Ewing e sviluppare nuovi metodi di diagnosi e terapia, è necessario unire le forze tra centri di ricerca e ospedali e condurre studi multicentrici”. Soltanto mettendo insieme i casi e i campioni dei pazienti sarà possibile raggiungere una potenza e una validità statistica adeguate.
Camilla Fiz