Ultimo aggiornamento: 11 agosto 2023
Titolo originale dell'articolo: Spectrum and Frequency of Germline FANCM Protein-Truncating Variants in 44,803 European Female Breast Cancer Cases
Titolo della rivista: Cancers
Data di pubblicazione originale: 23 giugno 2023
Le mutazioni del gene FANCM presenti alla nascita e associate al tumore al seno sono distribuite in modo diverso tra le donne di ascendenza europea. Questi risultati potrebbero suggerire in quali pazienti, a seconda della provenienza, è più opportuno cercare questo tipo di alterazioni.
In circa un tumore al seno su 4 si trovano mutazioni genetiche che possono essere presenti fin dalla nascita, e talvolta anche ereditarie. Identificare queste alterazioni aiuta a individuare precocemente le donne più a rischio di sviluppare il carcinoma mammario, e proporre loro un percorso di prevenzione mirato. Per esempio, a queste persone potrebbe essere consigliato di svolgere più spesso l’autopalpazione e le mammografie, e alcune potrebbero scegliere di sottoporsi a mastectomia preventiva. Le mutazioni più note e studiate legate al tumore alla mammella sono quelle che interessano i geni BRCA1 e 2, ma negli ultimi anni i ricercatori ne hanno trovate altre, tra cui quelle del gene FANCM, che possono portare alla formazione di proteine troncate, ovvero mancanti di un pezzo (PTVs, dall’inglese protein-truncating variants). Secondo i risultati di studi recenti, alcune di queste alterazioni possono essere associate al carcinoma mammario ER negativo e a quello triplo negativo, una delle forme più difficili da curare. Soprattutto per le mutazioni scoperte più di recente non è però ancora chiarissimo di quanto possano fare aumentare il rischio di sviluppare la malattia.
A giugno 2023 un gruppo di ricerca internazionale, coordinato da Paolo Peterlongo, ricercatore IFOM sostenuto da AIRC, ha analizzato la distribuzione di alcune di queste mutazioni tra le donne di ascendenza europea. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Cancers, potrebbero contribuire a individuare le donne a rischio di tumore mammario in modo sempre più mirato.
I ricercatori hanno in particolare analizzato i dati relativi al gene FANCM di quasi 45.000 donne maggiorenni con tumore al seno che avevano partecipato in precedenza al BRIDGES study, un progetto per lo studio dei fattori di rischio per questo tipo di cancro. Le donne erano di 19 Paesi europei o di ascendenza europea, tra cui Italia, Stati Uniti, Finlandia e Irlanda, e non erano portatrici delle mutazioni BRCA1 e 2. Sul totale, solo lo 0,61 per cento delle pazienti era portatrice delle mutazioni di FANCM, ma erano presenti rilevanti differenze tra i Paesi di origine. Tra le donne coinvolte nello studio che provenivano da Grecia o Cipro, nessuna aveva queste alterazioni. In Italia invece ne erano portatrici lo 0,64 per cento, in Svezia circa il 1,2 per cento e in Finlandia lo 2,5 per cento. Sono inoltre state individuate diverse varianti di proteine troncate legate al gene FANCM, alcune frequenti, altre rare. Focalizzandosi sull’Europa, nei Paesi del Sud-Ovest, come Spagna, Portogallo e Francia, le pazienti con questo tipo di mutazione sono meno numerose, ma ne presentano numerose varianti uniche. Invece nei Paesi del Nord-Est, come Finlandia, Svezia e Norvegia, la mutazione è più diffusa, con meno varianti.
I ricercatori si sono anche chiesti se questa alterazione fosse associata in modo statisticamente significativo al tumore al seno ER negativo e se fosse anche ereditaria. Analizzando i dati del campione iniziale di pazienti, è emerso che le mutazioni di FANCM sono presenti in percentuali più alte nelle donne con familiarità al tumore al seno rispetto alle altre, e sono inoltre associate in modo modesto alla forma di carcinoma mammario di tipo ER negativo.
Questi risultati potrebbero contribuire a definire insiemi di alterazioni genetiche legate a specifiche popolazioni o gruppi di provenienza, per calcolarne il rischio di sviluppare il tumore al seno. Se confermati, i dati potranno per esempio suggerire di cercare determinate mutazioni di FANCM nelle donne con origini in specifici paesi europei. Al contrario, potrebbero indicare di evitare la ricerca di queste determinate alterazioni in chi ha origini in Grecia o Cipro, a favore di altre mutazioni di cui possono essere portatrici con maggiore probabilità. In questo modo si potrebbero identificare in modo più mirato ed efficiente i fattori che causano la predisposizione al tumore al seno. In futuro serviranno però ulteriori studi per confermare l’associazione delle alterazioni di FANCM con il carcinoma mammario ER negativo e la sua possibile ereditarietà.
Camilla Fiz