Ultimo aggiornamento: 22 giugno 2023
Titolo originale dell'articolo: Analysis of circulating extracellular vesicle derived microRNAs in breast cancer patients with obesity: a potential role for Let-7a
Titolo della rivista: Journal of Translational Medicine
Data di pubblicazione originale: 31 marzo 2023
Let-7a è un nuovo marcatore che potrebbe aiutare a rilevare la progressione del tumore al seno nelle persone obese e in sovrappeso, una fascia della popolazione soggetta a maggiore rischio oncologico
In Europa aumentano le persone obese o in sovrappeso, due condizioni che solo in Italia riguardano 4 individui su 10 e sono particolarmente frequenti negli ambienti sociali ed economici svantaggiati. Di conseguenza cresce anche il numero delle persone a rischio di sviluppare numerose patologie metaboliche e croniche, compresi i tumori. L’eccesso di peso è infatti coinvolto nel 15-20 per cento dei decessi per cancro, ed è associato a un aumento della mortalità per il carcinoma al seno. Di fronte a questo scenario, il gruppo di ricerca coordinato da Stefania Catalano, del Dipartimento di farmacia e scienze della salute e della nutrizione dell’Università della Calabria, ha identificato un potenziale biomarcatore associato allo sviluppo e alla progressione del tumore al seno nelle persone obese. I risultati dello studio, sostenuto da AIRC, sono stati pubblicati sul Journal of Translational Medicine.
I ricercatori hanno deciso di studiare i miRNA, piccole frazioni di RNA, situati all’interno di vescicole extracellulari (EV). Queste sono come delle navette che trasportano informazioni molecolari, in questo caso i miRNA, nel circolo sanguigno, mediando la comunicazione tra cellule. I miRNA hanno un ruolo cruciale nella regolazione cellulare, perché possono cambiare il modo in cui il genoma di una cellula viene utilizzato, talvolta promuovendo l’insorgenza di tumori e altre patologie. Negli ultimi anni la rilevazione di diversi miRNA si è rivelata utile a migliorare la diagnosi, la prognosi e la cura dei tumori, compreso il carcinoma mammario. Tuttavia identificare un miRNA che sia efficace come marcatore non è per niente semplice: significa dover raccogliere e analizzare un’enorme quantità di materiale biologico.
La strategia del gruppo di ricerca è stata di confrontare i livelli di espressione dei miRNA contenuti nelle vescicole extracellulari di pazienti di peso nella norma, sovrappeso e obese. Gli scienziati hanno quindi prelevato dei campioni di sangue ed estratto le vescicole, per poi analizzare i singoli miRNA. Ne hanno ottenuto un totale di 97, di cui 43 miRNA erano in comune a tutte le categorie di pazienti. Dopo ulteriori analisi statistiche, sono riusciti a ridurre il numero a 7 miRNA, espressi in modo differente nelle diverse popolazioni di pazienti. Per restringere ancora il campo, hanno cercato di comprendere il ruolo di ciascuno dei 7 miRNA, e hanno controllato se fossero presenti anche in un altro gruppo di donne con tumore al seno di peso normale e con un diverso livello di obesità.
Alla fine è rimasto un solo candidato: il miRNA let-7a. Consultando diversi database che raccolgono informazioni cliniche, i ricercatori hanno verificato che, nelle pazienti con carcinoma mammario, bassi livelli di questo miRNA sono associati a uno stadio avanzato del tumore e a una minore sopravvivenza.
Da qui in poi si dovranno svolgere studi su una popolazione più ampia per chiarire il ruolo di let-7a nelle pazienti obese con carcinoma mammario. Se i risultati saranno positivi, l’analisi di questo miRNA potrebbe rappresentare un metodo pratico per monitorare l’evoluzione della neoplasia in una fase precoce e più facile da curare, in una fascia della popolazione, le persone obese, particolarmente a rischio. Tuttavia, quando è possibile, resta di fatto sempre molto importante cercare di prevenire questo fattore di rischio all’origine, e contrastare l’aumento di peso con una dieta alimentare varia ed equilibrata e una costante attività fisica.
Camilla Fiz