Ultimo aggiornamento: 28 luglio 2022
Titolo originale dell'articolo: Platelets from patients with visceral obesity promote colon cancer growth
Titolo della rivista: Communications Biology
Data di pubblicazione originale: 7 giugno 2022
Conosciamo il ruolo delle piastrine nella coagulazione del sangue, ma i risultati di uno studio coordinato dall’Università di Bari indicano che questi frammenti cellulari sono anche coinvolti nella promozione del tumore del colon in pazienti obesi.
Perché l'aggressività del cancro del colon varia a seconda dei pazienti, seppure il profilo genetico e le caratteristiche morfologiche del cancro siano molto simili? Più precisamente, perché questo tumore tende a essere più aggressivo in pazienti con obesità viscerale, caratterizzati cioè dalla presenza di grasso addominale? Si tratta di domande che si pongono numerosi ricercatori nel mondo. Per trovare risposte molti stanno studiando in particolare il microambiente tumorale, cioè l’insieme di cellule, strutture, molecole che circonda il tumore e ne influenza la crescita. È l’approccio seguito anche da Antonio Moschetta all’Università degli studi di Bari, che sulla rivista Communications Biology ha appena descritto un ruolo cruciale delle piastrine nella promozione della crescita del cancro del colon in pazienti obesi. Lo studio è stato condotto con il fondamentale sostegno di Fondazione AIRC.
Le piastrine sono frammenti di cellule coinvolte nel processo della coagulazione del sangue, ma sono anche note per un significativo coinvolgimento nel microambiente tumorale. “Sono tra i primi elementi cellulari a venire richiamati già nelle primissime fasi di sviluppo di un tumore e sappiamo che possono promuoverne la crescita e la formazione di metastasi” spiega Moschetta. “Poiché i pazienti con obesità viscerale corrono un maggior rischio di sviluppare non solo cancro, e in particolare cancro del colon, ma anche difetti della coagulazione, abbiamo pensato di indagare la relazione tra piastrine, obesità e questo tipo di tumore.”
Il primo passo è stato prelevare campioni di piastrine da pazienti con tumore e obesità e metterle in contatto con cellule tumorali. “Abbiamo osservato” racconta Moschetta “una crescita esponenziale di queste cellule rispetto a quelle messe in contatto con piastrine di individui sani.” Il passo successivo è stato il sequenziamento del complesso dei microRNA presente nelle piastrine sia di pazienti obesi sia di individui sani (i microRNA sono piccole molecole di RNA con funzione regolatoria). Il confronto ha rivelato un arricchimento, nei pazienti obesi, di alcuni microRNA tra i quali miR-19a. Infine, i ricercatori hanno verificato che la sola somministrazione di miR-19a alle cellule tumorali le rende significativamente più aggressive.
“Questi risultati indicano che in pazienti con obesità viscerale le piastrine si modificano, emettendo segnali che spingono il cancro a crescere più aggressivamente” commenta Moschetta. “Il processo, però, non è irreversibile: per questo, lavorare sulle abitudini di vita associate all’obesità, come la dieta e l’esercizio fisico, può essere utile sia per ridurre il rischio di ammalarsi di tumore sia per migliorare l’efficacia delle terapie in caso di malattia.”
Valentina Murelli