Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018
Ricercatori dell'Istituto clinico Humanitas, dell'Istituto Mario Negri, dell'INT e dell'Università di Milano uniti in un unico successo, con il sostegno di AIRC.
Titolo originale dell'articolo: Role of Macrophage Targeting in the Anti-Tumor Activity of Trabectedin
Titolo della rivista: Cancer Cell
Data di pubblicazione originale: 1 febbraio 2013
Sono numerosi i prodotti naturali - derivati da piante e microrganismi - utilizzati per la cura dei tumori: infatti, il mare è una fonte ricchissima di biodiversità, ma ancora non pienamente sfruttata dalla farmacologia moderna. In questo contesto è stata identificata una molecola (trabectedin) di un mollusco marino in grado di eliminare le cellule tumorali e bloccare la loro proliferazione interagendo con il DNA. Dopo un lungo percorso, la molecola è arrivata all'approvazione per uso clinico in Europa, dimostrandosi efficace nella cura del cancro dell'ovaio e dei sarcomi.
A Milano, i ricercatori dell'Istituto clinico Humanitas, coordinati da Paola Allavena, responsabile del laboratorio di Immunologia cellulare, e da Maurizio D'Incalci direttore del dipartimento di Oncologia dell'Istituto farmacologico Mario Negri, in collaborazione con l'Istituto nazionale tumori di Milano (unità di Oncologia medica dei tumori mesenchimali dell'adulto, diretta da Paolo Casali, di Immunobiologia dei tumori umani, diretta da Andrea Anichini, e Silvana Pilotti di Patologia) e Università degli Studi di Milano, hanno scoperto che trabectedina ha un secondo meccanismo d'azione e che la sua efficacia si basa anche sulla capacità di colpire il microambiente tumorale. Infatti, la molecola elimina un sottogruppo di cellule immunitarie (macrofagi) che popolano il tessuto tumorale e che sono note come macrofagi associati al tumore (TAM). Queste cellule del sistema immunitario, invece di difendere l'organismo come dovrebbero fare, vengono corrotte dal tumore e aiutano le cellule cancerose in diversi modi, ad esempio producendo fattori di crescita che stimolano la loro proliferazione e lo sviluppo di nuovi vasi, o la disseminazione del tumore. Oggi è noto che la presenza di TAM nel microambiente tumorale provoca resistenza alla chemioterapia e promuove lo sviluppo della malattia.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Cancer Cell e reso possibile da un finanziamento AIRC, dimostra che trabectedina è in grado di eliminare sia i macrofagi tumorali che i loro precursori (monociti). Nella cura dei sarcomi, trabectedina riduce il numero di TAM e ostacola la loro attività pro-tumorale.
Lo studio rivela quindi una nuova modalità di azione di un farmaco anti-cancro già disponibile e apre nuove prospettive di cura.
Redazione