Ultimo aggiornamento: 23 agosto 2018
Ricercatori italiani chiariscono il ruolo della proteina Myc nello sviluppo delle neoplasie.
Titolo originale dell'articolo: Selective transcriptional regulation by Myc in cellular growth control and lymphomagenesis
Titolo della rivista: Nature
Data di pubblicazione originale: 1 luglio 2014
Sviluppare terapie sempre più mirate che riducano al minimo gli effetti collaterali e si concentrino il più possibile solo sul vero bersaglio da colpire. È questa la meta che si prefigge la ricerca sul cancro. Ma serve una conoscenza precisa dei meccanismi molecolari alla base della nascita e della crescita di un tumore. Lo sanno bene alcuni ricercatori dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e dell'Istituto Europeo di Oncologia (IEO) che, in uno studio pubblicato su Nature, hanno indagato a fondo il ruolo della proteina Myc in un particolare tipo di linfoma. Myc è coinvolta nella regolazione dell'espressione di diversi geni.
Agisce, infatti, da "fattore trascrizionale", ovvero controlla l'attivazione di sequenze di DNA affinché vengano copiate in RNA durante la trascrizione. L'RNA verrà poi "tradotto" nelle proteine necessarie al corretto funzionamento della cellula. Da tempo il gene che codifica per Myc è riconosciuto come uno degli oncogeni , ossia delle sequenze di DNA che possono indurrela formazione di tumori. Un'alta quantità di Myc è spesso rilevata in diversi tipi di cancro ed è associata a una crescita incontrollata delle cellule tumorali.
Per studiare il ruolo di questa proteina i ricercatori, guidati da Bruno Amati, direttore del Centro di Scienze Genomiche dell'IIT, si sono concentrati su modelli sperimentali che presentavano il linfoma a cellule B, una neoplasia caratterizzata da un'alta presenza di Myc proprio nei linfociti B, le cellule che producono anticorpi. "Studiare questo modello animale", spiega Amati, "ci ha permesso di seguire l'evoluzione della malattia nelle sue basi molecolari, dalle fasi più precoci a quelle tardive. Cosa che non sarebbe stata possibile in uno studio nell'uomo". Studi precedenti avevano ipotizzato che Myc amplificasse nei tumori l'attività dei geni in modo indiscriminato. La ricerca di Amati mostra come questa proteina in realtà agisca in modo selettivo su gruppi specifici di geni, determinando così la proliferazione tumorale. "Questa scoperta aprirà la strada a nuovi sbocchi terapeutici", conclude Amati, "una volta che saranno ben identificati i geni bersaglio di Myc e se ne sarà compreso il ruolo nell'insorgenza e nella crescita tumorale". L'intenzione dei ricercatori è proseguire gli studi pre-clinici nel modello animale. Una volta che saranno individuati i geni bersaglio per lo sviluppo terapeutico, sarà possibile passare allo sviluppo dei farmaci capaci di interferire con tali geni e quindi a indagini nell'uomo.
Agenzia Zadig