MYTHO: il gene della cachessia tumorale

Ultimo aggiornamento: 28 aprile 2023

MYTHO: il gene della cachessia tumorale

Titolo originale dell'articolo: Mytho is a novel regulator of skeletal muscle autophagy and integrity

Titolo della rivista: Nature Communications

Data di pubblicazione originale: 2 marzo 2023

L’80 per cento circa dei pazienti oncologici soffre di cachessia, una forte riduzione della massa muscolare e del tessuto adiposo che compromette le facoltà fisiche e mentali. La cachessia porta i malati a perdere peso, a sentirsi deboli e affaticati tanto da non aver voglia di mangiare e non riuscire a svolgere azioni quotidiane, come fare la spesa o una semplice passeggiata. Oltre a influire sulla qualità della vita, ai pazienti preclude anche di seguire i trattamenti farmacologici in corso in modo ottimale. Per la cachessia non esiste ancora una cura, ma lo studio dei meccanismi molecolari alla base della perdita di massa muscolare potrebbe aiutare a trovarne una. Con questo obiettivo, un gruppo internazionale di ricercatori, di cui fa parte Marco Sandri dell’Università di Padova, ha appena scoperto il gene MYTHO (Macroautophagy and YouTH Optimizer), tra i responsabili della riduzione muscolare dovuta alla cachessia da tumore o ad altre condizioni, come il digiuno prolungato e la sepsi, uno stato infiammatorio spropositato e persistente conseguente a infezioni. I risultati dello studio, svolto anche grazie anche al sostegno di AIRC, sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications.

Il gene MYTHO regola l’autofagia, uno dei processi con cui le cellule eliminano le proteine danneggiate. Nelle normali condizioni fisiologiche, le cellule mantengono un continuo equilibrio tra produzione di nuove proteine e degradazione di quelle usurate. Questo equilibrio però si interrompe in caso di tumore o di sepsi, situazioni in cui persiste uno stato infiammatorio. Può insorgere così la cachessia che aumenta in modo eccessivo l’autofagia e di conseguenza la degradazione delle proteine nelle cellule muscolari, fino a compromettere l’integrità e la funzionalità dei tessuti. Nel tempo può portare i pazienti a un’eccessiva perdita di peso e a un costante senso di debolezza, di spossatezza e affaticamento, che sono tipici della malattia.

I ricercatori hanno compreso la rilevanza di MYTHO, nel regolare l’autofagia e l’integrità del tessuto muscolare, quando hanno provato a ridurne l’attività in animali di laboratorio con cachessia tumorale, sepsi o a digiuno. Nelle prime settimane la delezione di MYTHO ha avuto un effetto protettivo contro la perdita di massa muscolare. Tuttavia, l’inibizione continuativa per più di un mese di questo gene ha portato alla comparsa di segnali di danno cellulare, come anomalie strutturali nei tessuti, la presenza di uno stato infiammatorio e una crescita eccessiva della massa muscolare con una ridotta capacità di contrazione.

Si tratta di dati importanti, ma preliminari. Ora bisognerà comprendere se il gene è effettivamente espresso, oltre che negli animali di laboratorio, anche nei pazienti oncologici con cachessia. Saranno poi necessarie ulteriori indagini prima di arrivare a sviluppare una terapia per la perdita di massa muscolare. I risultati ottenuti contribuiscono però a chiarire gli importanti meccanismi molecolari dietro questo processo patologico, ancora poco studiati, e a direzionare le prossime ricerche non solo sulla cachessia tumorale, ma anche su altre condizioni, come la sepsi e la distrofia muscolare.

  • Camilla Fiz

    Scrive e svolge attività di ricerca nell’ambito della comunicazione della scienza. Proviene da una formazione in comunicazione della scienza alla SISSA di Trieste, in biotecnologie molecolari all’Università degli studi di Torino e in pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi della stessa città. Oggi è PhD student in Science, Technology, Innovation and Media studies presso l’Università di Padova e collabora con diversi enti esterni. Il suo sito: https://camillafiz.wordpress.com/