Ultimo aggiornamento: 23 agosto 2018
Si chiama ERK5, e stimola la crescita degli epatocarcinomi. Il suo ruolo, e il modo per neutralizzarlo, è stato studiato grazie al sostegno di AIRC.
Titolo originale dell'articolo: The mitogen-activated protein kinase ERK5 regulates the development and growth of hepatocellular carcinoma
Titolo della rivista: Gut
Data di pubblicazione originale: 1 ottobre 2015
Tra i tanti interruttori molecolari che possono stimolare la crescita del cancro c'è un enzima chiamato ERK5. Nelle cellule di epatocarcinoma il gene che codifica per tale enzima è espresso più del normale: a partire da quest'osservazione un gruppo internazionale coordinato da Fabio Marra, dell'Università di Firenze, ha deciso di studiarlo meglio. L'obiettivo era capire se ERK5 può avere un ruolo determinante nello sviluppo della malattia nel fegato e nella sua diffusione nel resto del corpo. L'epatocarcinoma, che è il tipo più comune di tumore epatico, si sviluppa nella maggior parte dei casi in organi già danneggiati da epatiti croniche, provocate dai virus dell'epatite B o C, oppure da altre patologie che, nel corso di molti anni, hanno alterato la struttura del fegato favorendone la fibrosi.
I ricercatori hanno osservato che il gene per ERK5 è più attivo nei tessuti provenienti da tumori del fegato e in quelli cirrotici circostanti rispetto a ciò che si osserva in quelli prelevati da organi sani. "Inoltre in laboratorio abbiamo dimostrato che, bloccando in diversi modi l'azione di questo gene, un numero di cellule maggiore, rispetto al controllo, torna allo stato quiescente e smette di proliferare, e che la loro capacità di migrare è frenata da diversi stimoli" spiega Marra.
Il ruolo determinante di ERK5 è stato confermato, dopo gli esperimenti in cellule isolate, anche in un modello animale della malattia: "Quando il gene è messo fuori uso, negli animali si sviluppano tumori in minor numero e di minori dimensioni" prosegue il ricercatore fiorentino. "Esiste inoltre già una sostanza farmacologica capace di bloccare ERK5 e fermare la crescita del tumore quando è somministrata a topi in cui sono state impiantate cellule di carcinoma del fegato".
Naturalmente è presto per parlare di una cura, ma i risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Gut, aprono una nuova strada di ricerca per lo sviluppo di trattamenti innovativi del tumore del fegato.
Agenzia Zadig