Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018
Nei laboratori dell'Università di Padova è stata identificata una proteina capace di "sbloccare" l'espressione di alcuni geni coinvolti in attività fondamentali per la cellula.
Titolo originale dell'articolo: USP15 is a deubiquitylating enzyme for receptor-activated SMADs
Titolo della rivista: Nature Cell Biology
Data di pubblicazione originale: 1 settembre 2011
Con una sorta di lucchetto molecolare, la cellula è in grado di bloccare l'attività di alcune proteine coinvolte sia nello sviluppo dell'embrione sia nella formazione dei tumori.
Il lucchetto è una molecola chiamata ubiquitina, per la quale esistono però molte chiavi (in genere enzimi) in grado di riattivare le proteine bloccate. Una di queste si chiama USP15, come emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Cell Biology e portato a termine da un gruppo di ricercatori coordinati da Stefano Piccolo del Dipartimento di biotecnologie mediche dell'ateneo padovano.
I ricercatori hanno esplorato a fondo i meccanismi molecolari che regolano le "vie" di comunicazione di un gene (TGFbeta) coinvolto nello sviluppo embrionale e in altri importanti processi cellulari. "TGFbeta attiva un gruppo di proteine chiamate R-SMAD che a loro volta vanno a regolare l'espressione di alcuni geni grazie al fatto che riescono a riconoscere specifici siti ai quali legarsi sul DNA" spiega Piccolo.
Ma non è finita qui. Per rendere ancora più complesso un quadro già molto complicato, la cellula ha escogitato sistemi per inibire l'attività delle R-SMAD attraverso il processo di ubiquitinazione. Dai risultati della ricerca è emerso però che questo blocco non è irreversibile. "Abbiamo scoperto che proprio USP15 è la chiave che riesce a togliere il blocco dell'ubiquitinazione" afferma Piccolo.
"Messi tutti insieme, questi dati offrono nuovi spunti per lo sviluppo di terapie e di strategie di intervento per le molteplici malattie che sono legate a TGFbeta e alle sue vie di comunicazione".
Agenzia Zoe