Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018
La piccola molecola, messa a punto da un gruppo internazionale, con il significativo contributo di AIRC, attacca le cellule tumorali con un meccanismo diverso quello dei farmaci esistenti.
Titolo originale dell'articolo: killerFLIP: a novel lytic peptide specifically inducing cancer cell death
Titolo della rivista: Cell Death and Disease
Data di pubblicazione originale: 1 ottobre 2013
Il nome è tutto un programma. Se i ricercatori l'hanno chiamata killerFLIP è proprio per la sua capacità di uccidere le cellule tumorali risparmiando quelle sane. killerFLIP è una piccola porzione di un'altra molecola, molto più grande, FLIP appunto.
"Analizzando a fondo il rapporto tra la struttura e la funzione della molecola abbiamo scoperto che questa molecola provoca la morte delle cellule tumorali 'bucandone' la membrana, cioè modificandone nel giro di pochi minuti la permeabilità" spiega Walter Malorni, dell'Istituto superiore di sanità, che ha partecipato al lavoro pubblicato su Cell Death and Disease e sostenuto anche grazie ai fondi del 5 per mille ad AIRC. "Il meccanismo d'azione di killerFLIP è molto diverso dall'apoptosi, cioè la morte programmata a cui naturalmente vanno incontro le cellule quando sono danneggiate".
In laboratorio, killerFLIP è stata sperimentata su 12 tipi di cellule tumorali e si è dimostrata molto efficace sulle cellule derivate da tumori del colon, della prostata e da alcune forme di leucemia. "Negli ultimi anni sono state messe a punto molte nuove terapie mirate, ma occorre continuare a cercare nuovi approcci terapeutici per le tante forme di cancro ancora resistenti alle terapie o che riescono a sfuggire alle cure dopo una prima risposta positiva" conclude Alessandro Massimo Gianni, coordinatore del Programma di oncologia clinica molecolare 5 per mille, il significativo finanziamento di AIRC che ha permesso di raggiungere questi risultati. "Molecole come quella descritta in questo lavoro sono facili da sintetizzare, hanno un effetto molto mirato e poco tossico. Il loro uso in passato è stato ostacolato dal fatto che venivano facilmente inattivate ed eliminate dall'organismo, ma queste difficoltà oggi possono essere superate grazie all'avanzamento delle biotecnologie".
Agenzia Zadig