Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2022
A Torino, una ricerca ha gettato nuova luce sul ruolo dei podosomi nella vascolarizzazione dei tumori.
Titolo originale dell'articolo: Endothelial podosome rosettes regulate vascular branching in tumour angiogenesis
Titolo della rivista: Nature Cell Biology
Data di pubblicazione originale: 1 settembre 2014
Il tumore per crescere e diffondersi ha bisogno di nutrimento e questo arriva grazie al sangue. Ecco perché le masse di tessuto neoplastico sono ricche di vasi sanguigni, anche più di un tessuto sano. Ed è lo stesso tumore a promuovere la formazione dei nuovi vasi che andranno poi ad alimentarlo, grazie anche alla produzione di fattori di crescita come il VEGF-A. Ma il processo, che gli addetti ai lavori chiamano angiogenesi, è complesso e comprenderne a fondo i meccanismi è una sfida che chi cerca nuovi strumenti per contrastare il cancro sta cercando di vincere.
Lo stanno facendo anche all'Università di Torino presso l'Istituto di Candiolo - IRCCS, dove un gruppo di ricercatori, guidati da Luca Primo, ha approfondito il ruolo di strutture cellulari di adesione, chiamate podosomi, nell'angiogenesi tumorale. Lo studio è stato condotto in animali di laboratorio e in campioni di tessuto neoplastico umano, e i risultati sono stati poi pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature Cell Biology. Il team di Primo ha scoperto che i podosomi dell'endotelio, lo strato cellulare che riveste la parete interna dei vasi, in seguito allo stimolo tumorale promosso dal VEGF-A si organizzano in strutture cellulari chiamate rosette. Queste degradano poi la membrana basale, la struttura su cui poggia l'endotelio, permettendo così alla cellula endoteliale di invadere il tessuto circostante, dando inizio alla formazione di un nuovo vaso. "È come se i podosomi bucassero il muro che separa la cellula dal resto del tessuto. Queste strutture sono precursori di punti di ramificazione vascolare e rappresentano un elemento chiave nella formazione di nuovi vasi", spiega Primo. È ancora presto, secondo i ricercatori, per ipotizzare ricadute cliniche a breve termine di questa scoperta, ma in futuro si potrebbe pensare di agire proprio sui podosomi per togliere al tumore la sua fonte di nutrimento.