Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018
Con un'attenta analisi del DNA, un gruppo di ricercatori milanesi ha messo in luce i primi passi della trasformazione delle cellule sane in cellule malate.
Titolo originale dell'articolo: Genomic characterization of asymptomatic CT-detected lung cancers
Titolo della rivista: Oncogene
Data di pubblicazione originale: 1 marzo 2011
"Anche i tumori del polmone che non causano ancora sintomi evidenti presentano alcune caratteristiche molecolari, che permettono ai ricercatori di individuare un processo di trasformazione tumorale fin dai suoi esordi" afferma Elena Belloni, autrice assieme ai suoi colleghi dell'IFOM-IEO Campus di Milano, di uno studio da poco pubblicato sulla rivista Oncogene.
"Il nostro punto di partenza è stato uno studio clinico tuttora in corso" spiega Belloni "nel quale più di 5000 forti fumatori - quindi persone ad alto rischio per tumore del polmone - sono sottoposte a uno screening annuale con TC spirale". Come spiegano gli autori della ricerca coordinata da Pier Giuseppe Pelicci e Giulia Veronesi, questo tipo di osservazione ha permesso negli anni di scovare tumori sempre più piccoli e ancora nelle fasi iniziali: fatto raro per un tumore che resta per lungo tempo del tutto asintomatico.
Belloni e colleghi hanno eseguito l'analisi del cariotipo - uno "sguardo d'insieme" ai cromosomi dei tessuti tumorali analizzati - e in 4 casi su 5 (80 per cento) hanno osservato quella che in gergo tecnico si chiama aneuploidia, cioè un numero di cromosomi diverso dal normale. "In pratica possiamo capire quando il tumore è già iniziato, anche se non ha ancora dato segni di sé a livello clinico, da informazioni sul DNA presente nelle cellule" spiega Elena Belloni.
I ricercatori hanno poi concentrato la propria attenzione sul 20 per cento dei pazienti che, pur presentando un tumore, sembrava avere un DNA apparentemente normale nelle cellule. "Effettuando su questi tumori un'analisi più approfondita, a livello delle singole basi di DNA si sono riscontrate in alcuni pazienti alterazioni in punti ben precisi del genoma" ha spiegato Belloni. La tecnica utilizzata permette di visualizzare in un sol colpo cambiamenti a livello delle singole basi del DNA (i mattoncini che compongono il nostro patrimonio genetico) in più di 50.000 tratti del genoma.
Una ricerca di questo tipo permette di concentrare l'attenzione sulle regioni di DNA da considerare più a rischio di mutazione nelle fasi iniziali del tumore del polmone. Ma che funzioni hanno i geni in cui sono state individuate le anomalie? "Speriamo di scoprirlo presto: la nostra prossima sfida è proprio capire che funzione hanno i geni che abbiamo appena individuato".
Agenzia Zoe