Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018
I ricercatori del San Raffaele hanno scoperto che il gene eIF6 influisce sull'insorgenza e sullo sviluppo dei linfomi, aprendo la strada a nuove terapie mirate.
Titolo originale dell'articolo: Impairment of Cytoplasmic eIF6 Activity Restricts Lymphomagenesis and Tumor Progression without Affecting Normal Growth
Titolo della rivista: Cancer Cell
Data di pubblicazione originale: 1 luglio 2011
Tutte le cellule creano proteine per crescere, anche quelle tumorali: rispetto a quelle sane, queste ultime ne producono di più e in maniera sregolata.
Sappiamo da tempo che il gene eIF6 ha un ruolo centrale nella regolazione della sintesi delle proteine, perché agisce sugli oncogeni importanti nello sviluppo del tumore: infatti, è stato dimostrato che cellule in cui l'espressione di eIF6 è ridotta sono poco trasformabili dagli oncogeni.
Con uno studio finanziato anche grazie ad AIRC e pubblicato sulla rivista Cancer Cell, un gruppo di ricercatori della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor di Milano guidati da Stefano Biffo, ha cercato di comprendere se eIF6 eserciti un ruolo causale nella trasformazione da cellula normale a cellula malata e quale sia il suo peso nella crescita dei tumori.
I ricercatori sono riusciti a dimostrare che la riduzione del 50 per cento dei livelli di eIF6 è associata alla minore insorgenza di linfomi a cellule B e a una minore crescita del linfoma, dopo la sua comparsa. Nei modelli sperimentali il risultato finale della diminuzione dell'attività di eIF6 è stato un radicale aumento della sopravvivenza (circa 2,5 volte).
I ricercatori hanno anche chiarito le modalità con cui avviene l'attivazione di eIF6; con questo passo sono stati identificati i tumori in cui, potenzialmente, l'inibizione di eIF6 è particolarmente utile.
Questi studi hanno confermato l'importanza di bloccare l'attività di eIF6, che potrà diventare un bersaglio da colpire con farmaci mirati.
Agenzia Zoe