Identificato un possibile “interruttore generale” del cancro

Ultimo aggiornamento: 21 giugno 2021

Identificato un possibile “interruttore generale” del cancro

Titolo originale dell'articolo: Epigenomic landscape of human colorectal cancer unveils an aberrant core of pan-cancer enhancers orchestrated by YAP/TAZ

Titolo della rivista: Nature Communications

Data di pubblicazione originale: 20 aprile 2021

I risultati di uno studio italiano mostrano che diverse forme di tumore del colon-retto condividono un meccanismo di regolazione dell'espressione genica. E lo stesso sembra valere anche per altri tumori solidi.

Il cancro non è un'unica malattia, ma un insieme di malattie con alcune caratteristiche biologiche comuni a fronte di una grande eterogeneità genetica e molecolare. Da alcuni anni, tuttavia, Massimiliano Pagani e i ricercatori del suo gruppo, all’IFOM di Milano, si chiedono se, al di là della notevole eterogeneità, esista qualche elemento universale in grado di indirizzare la trasformazione da cellule normali a tumorali. Ora i risultati di uno studio svolto in collaborazione con il gruppo di Stefano Piccolo, dell'Università di Padova, sembrano dare una risposta positiva, aprendo alla possibilità di sviluppare nuove strategie terapeutiche. I risultati della ricerca, ampiamente sostenuta da Fondazione AIRC, sono stati pubblicati su Nature Communications.

“Siamo partiti dall'idea di cercare un possibile interruttore generale della trasformazione tumorale tra i regolatori dell’espressione genica: molecole o meccanismi che modulano lo stato di attività dei geni” spiega Pagani. “Ci siamo concentrati su meccanismi epigenetici, che regolano l’espressione genica attraverso modifiche della cromatina, il complesso di proteine e DNA che forma i cromosomi. All’inizio abbiamo deciso di lavorare con i tumori del colon-retto, sia perché ne esistono vari tipi, sia perché in laboratorio disponiamo dei cosiddetti “tumoroidi”, colture tridimensionali di cellule tumorali che riproducono piuttosto fedelmente vari aspetti della malattia e che sono molto utili per indagini genetiche ed epigenetiche.

Dopo aver generato tumoroidi rappresentativi dell'eterogeneità genetica dei tumori del colon-retto, i ricercatori ne hanno analizzato il profilo epigenetico. “Abbiamo scoperto che alcune modifiche riguardano in modo ricorrente sequenze di DNA che promuovono l’attivazione di geni, e che la maggior parte di queste sequenze è a sua volta regolata da un complesso proteico formato dalle proteine YAP e TAZ.” Queste due proteine sono di norma silenti in cellule adulte sane, ma si attivano in modo aberrante in quelle tumorali: da qui l’ipotesi che possano fungere da interruttori molecolari in grado di attivare lo sviluppo e il mantenimento di caratteristiche tumorali in vari tipi di tumore del colon-retto, ma anche in altri carcinomi solidi analizzati.

Infine Pagani e collaboratori hanno testato alcuni inibitori che agiscono in modo selettivo su queste due proteine, scoprendo che sono effettivamente in grado di indurre in poco tempo la morte delle cellule dei tumoroidi. Un risultato decisamente promettente, anche se è presto per pensare a una terapia. “Gli inibitori che abbiamo usato non sono farmaci ma costituiscono un punto di partenza: ora dovremo studiare molecole mirate in modo molto preciso contro la funzione aberrante di YAP e TAZ nelle cellule tumorali.”

  • Valentina Murelli