Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018
Un gruppo di ricercatori dell'Ieos-Cnr di Napoli hanno confermato il ruolo del gene cbx7 nello sviluppo di numerosi tumori e hanno identificato la proteina ciclina E come possibile bersaglio terapeutico.
Titolo originale dell'articolo: CBX7 is a tumor suppressor in mice and humans
Titolo della rivista: Journal of Clinical Investigation
Data di pubblicazione originale: 1 febbraio 2012
Una serie di evidenze scientifiche già suggerivano che il gene cbx7 fosse un oncosoppressore, la cui assenza o mutazione è associata a numerosi tumori. La conferma è arrivata dal gruppo di ricerca guidato da Alfredo Fusco, dell'Istituto di endocrinologia e oncologia sperimentale del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli: il lavoro, finanziato da AIRC, è stato pubblicato sulla rivista The Journal of Clinical Investigation.
"Abbiamo dimostrato che l'assenza di cbx7 determina lo sviluppo di adenomi e carcinomi polmonari" spiega Fusco. "Il meccanismo alla base di questi tumori coinvolge la ciclina E, una proteina la cui espressione è regolata negativamente da cbx7. L'aspetto importante della nostra ricerca è aver dimostrato che meccanismi molto simili a quelli identificati nei modelli sperimentali sono alla base dello sviluppo dei carcinomi polmonari umani. Infatti anche in questi tumori si rileva l'assenza dell'espressione di cbx7 e l'aumentata espressione della proteina ciclina E, che favorisce la crescita cellulare".
Questi risultati si inseriscono nell'ambito di un percorso sperimentale cominciato all'Ieos-Cnr già negli anni Ottanta. "Il nostro gruppo lavora da tempo sulle proteine denominate HMGA (High Mobility Group A) che abbiamo isolato in collaborazione con l'Università degli studi di Trieste" prosegue Fusco. "Queste proteine si trovano nel nucleo delle cellule, regolano l'espressione di numerosi geni e rivestono un ruolo determinante nello sviluppo dei tumori: la loro espressione è particolarmente elevata nei tumori più aggressivi, mentre l'abolizione della loro espressione blocca la proliferazione delle cellule tumorali".
Il gruppo ha oggi dimostrato che le proteine HMGA interagiscono con cbx7 che, invece, si comporta in maniera opposta: la sua espressione è ridotta nei tumori tiroidei, del colon e del pancreas, ed è assente nelle neoplasie più invasive. "Pertanto, questi studi hanno chiarito che cbx7 è un eccellente marcatore per la diagnosi e la prognosi dei carcinomi polmonari e di altri organi, e che la ciclina E è un possibile bersaglio terapeutico nel tumore al polmone" conclude Fusco.
Agenzia Zoe