Ultimo aggiornamento: 3 gennaio 2022
Titolo originale dell'articolo: Circulating miRNAs as Novel Non-Invasive Biomarkers to Aid the Early Diagnosis of Suspicious Breast Lesions for Which Biopsy Is Recommended
Titolo della rivista: Cancers
Data di pubblicazione originale: 10 agosto 2021
Si basa sulla combinazione di cinque molecole diverse di microRNA e potrebbe aiutare a chiarire casi che risultano dubbi allo screening mammografico, senza bisogno di ricorrere a biopsia
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore del seno, basato sulla mammografia, è uno strumento fondamentale di salute individuale e pubblica. Individuare precocemente un cancro della mammella significa di frequente poter intervenire prima che la malattia si sia diffusa, aumentando di molto le probabilità di guarigione. Per quanto l’introduzione dello screening mammografico abbia permesso di fare passi da gigante nella prevenzione del tumore, c’è però una piccola quota di casi nei quali la mammografia e l’ecografia mammaria non riescono a discriminare tra un eventuale nodulo benigno e un tumore in fase iniziale.
Per chiarire la situazione, in questi casi si procede con una biopsia e con la successiva analisi istologica del campione. Per pazienti e medici, tuttavia, sarebbe più vantaggioso disporre di marcatori più facili da raccogliere e analizzare. Risultati promettenti in questa direzione vengono da uno studio condotto con l’importante sostegno di Fondazione AIRC da un gruppo di ricerca interdisciplinare coordinato da Elda Tagliabue, dell’IRCCS Istituto nazionale dei tumori di Milano. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cancers.
Nella ricerca di possibili marcatori per la diagnosi precoce del tumore della mammella, Tagliabue e collaboratori si sono concentrati sui microRNA circolanti nel sangue. “Sono piccole molecole di RNA che regolano l’espressione dei geni, modulando così la produzione delle proteine che ne derivano” spiega la ricercatrice. “Vari studi hanno dimostrato che queste molecole vengono anche rilasciate dalle cellule che le hanno prodotte e possono entrare nel circolo sanguigno, per raggiungere le cellule di altri distretti dell’organismo. Inoltre sappiamo che per la loro natura biochimica, queste molecole sono abbastanza stabili, ragione per cui è relativamente facile estrarle dal sangue e analizzarle”.
I ricercatori hanno anzitutto confrontato i microRNA presenti in campioni di sangue di donne che avevano già ricevuto una diagnosi di tumore del seno o di nodulo benigno, individuando le differenze più significative nelle concentrazioni di alcune di queste molecole tra le due popolazioni.
Il secondo passo è stato verificare la possibilità, misurando questi livelli, di distinguere le pazienti per le quali, a fronte di una mammografia dubbia, la biopsia avrebbe portato a diagnosi di tumore o di nodulo benigno. Racconta Tagliabue: “Abbiamo individuato una sorta di firma molecolare costituita da cinque microRNA circolanti i cui livelli distinguono con elevata accuratezza le donne con tumore da quelle con nodulo benigno.” Un’ottima notizia, ma la ricerca non finisce qui. “Per arrivare in clinica servono marcatori ancora più accurati, capaci di dire con certezza se una lesione mammografica dubbia è un tumore oppure no. La strada per riuscirci è probabilmente quella di combinare più marcatori differenti, dunque i nostri microRNA con altri, fino a raggiungere l’accuratezza desiderata”.
Valentina Murelli