Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018
Un gruppo di ricercatori italiani ha scoperto un meccanismo utilizzato dal tumore per impedire alle cellule del sistema immunitario di raggiungere i tessuti malati.
Titolo originale dell'articolo: Chemokine nitration prevents intratumoral infiltration of antigen-specific T cells
Titolo della rivista: Journal of Experimental Medicine
Data di pubblicazione originale: 1 settembre 2011
Per fermare l'azione difensiva del sistema immunitario, il tumore è in grado di produrre molecole che riescono a modificare alcune importanti proteine. Queste proteine così modificate sono in grado di bloccare i linfociti che si dirigono verso il tumore per contrastarne la crescita e la diffusione.
È questa, in sintesi, la scoperta pubblicata sul Journal of Experimental Medicine da un gruppo di ricercatori coordinati da Vincenzo Bronte dell'Istituto oncologico veneto di Padova in collaborazione con l'Istituto clinico Humanitas di Rozzano, alle porte di Milano.
"Le cellule del sistema immunitario devono raggiungere il tumore per poterlo contrastare in modo efficace. Purtroppo non è sempre possibile a causa delle strategie di difesa che il tumore stesso mette in atto. Questo è in parte dovuto all'architettura dei vasi sanguigni tumorali e in parte a meccanismi molecolari, chiariscono gli autori. "L'architettura dei vasi all'interno dei tumori solidi è anarchica, non possiede una struttura regolare, e inoltre i vasi sono più dilatati e fragili. Questo rappresenta di per sé un ostacolo al cammino dei linfociti T citotossici, le cellule che dovrebbero andare a combattere la malattia.
I ricercatori, con questo lavoro, hanno identificato un meccanismo molecolare nuovo, utilizzato dal tumore per impedire ai linfociti di raggiungerne la sede. Nel microambiente tumorale vengono prodotte molecole chiamate RNS - Reactive Nitrogen Species o specie che reagiscono con l'azoto - che riescono a modificare alcune proteine coinvolte nella riposta immunitaria, in particolare la chemochina CCL2.
Proseguendo nella loro ricerca, Bronte e colleghi, con l'aiuto di un gruppo di chimici torinesi guidati da Alberto Gasco, hanno generato un nuovo farmaco in grado di bloccare le modificazioni di CCL2 e permettere ai linfociti di arrivare al tumore e aggredirlo.
I risultati di questo lavoro hanno fatto luce su una delle strategie di difesa del tumore e aprono nuove strade verso una terapia immunitaria sempre più efficace.
Agenzia Zoe