Evitiamo un secondo tumore nei bambini guariti dalla leucemia

Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018

Già da tempo le terapie sono state adattate per ridurre il rischio di effetti indesiderati a distanza: la migliore conoscenza di questi casi aiuterà a proteggere ancora meglio questi piccoli pazienti.

Titolo originale dell'articolo: Second Malignant Neoplasms After Treatment of Childhood Acute Lymphoblastic Leukemia

Titolo della rivista: Journal of Clinical Oncology

Data di pubblicazione originale: 1 maggio 2013

Dalle leucemie infantili si guarisce e, passata la difficile fase delle terapie, si può riprendere nella maggior parte dei casi una vita del tutto normale.

Occorre però tenere d'occhio il rischio, seppure remoto, che nel corso della vita insorga un altro tumore: la probabilità che si verifichi questa evenienza, comunque piuttosto rara, varia nel tempo a seconda della neoplasia e del tipo di terapia somministrata per curare il tumore in età pediatrica.

Uno studio internazionale pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, sostenuto anche da AIRC e condotto da un gruppo che riunisce i più importanti centri di riferimento per le leucemie infantili in Europa, Nord America e Asia, ha raccolto in tutto il mondo i dati relativi a 642 casi in cui si è verificato un secondo tumore, osservando che i più comuni erano leucemie mieloidi acute (186), sindromi mielodisplastiche (69) e tumori cerebrali (non meningiomi, 116), tutte malattie che in questi casi si presentavano in maniera piuttosto aggressiva.

"Il tasso di guarigione dalle leucemie infantili è alto (nella leucemia linfoblastica acuta più dell'80% sopravvive a lungo termine), ma dobbiamo concentrarci sull'obiettivo di garantire le migliori condizioni di salute al paziente anche quando avrà superato la malattia, riducendo il più possibile il rischio di effetti collaterali delle cure" spiega Maria Grazia Valsecchi, dell'Università di Milano Bicocca, che ha coordinato la rete internazionale.

Per esempio, già da tempo l'uso di radioterapia craniale è molto limitato per evitare di favorire l'insorgenza di tumori cerebrali. Altre strategie dovranno essere studiate per prevenire l'insorgenza di malattie in età adulta senza compromettere i successi nella cura del tumore originario avuto in età pediatrica.

  • Agenzia Zadig