Ultimo aggiornamento: 27 dicembre 2023
I risultati di una ricerca sostenuta da AIRC mostrano come si potrebbe prevenire l’insorgere di alcuni tipi di infiammazioni intestinali e diversi tipi di cancro.
Titolo originale dell'articolo: EBV infection of primary colonic epithelial cells causes inflammation, DDR and autophagy dysregulation, effects that may predispose to IBD and carcinogenesis
Titolo della rivista: Virus Research
Data di pubblicazione originale: 2 ottobre 2023
Il virus di Epstein-Barr (EBV) è stato scoperto nel 1964 dal patologo Michael Anthony Epstein e dalla virologa Yvonne Barr, da cui il nome del virus, in collaborazione con il patologo Bert Achong. Appartiene alla famiglia degli Herpesvirus, che include anche i virus Herpes simplex. La prima infezione da parte di questo virus provoca la mononucleosi, malattia che ha l’incidenza maggiore nell’età dell’adolescenza ed è conosciuta comunemente come “malattia del bacio” dato che si trasmette anche attraverso la saliva. Nel mondo, circa il 90 per cento della popolazione mondiale nel corso della vita entra in contatto con questo virus, che nella maggior parte dei casi resta silente nell’organismo senza dare alcun sintomo.
L’EBV è anche un noto fattore di rischio per alcuni tipi di cancro, come alcune forme di linfoma, il carcinoma nasofaringeo e il carcinoma gastrico. Inoltre, è associato a malattie come la colite ulcerosa, che può favorire l’insorgenza di tumore al colon-retto. Tuttavia, solo una piccolissima parte delle persone che si sono infettate con questo virus sviluppa un tumore riconducibile a esso: si stima che sia associato a circa l’1,5 per cento dei casi di cancro nel mondo.
Conoscere gli effetti che questo virus può indurre nell’organismo può essere utile sia a prevenire sia a curare le malattie a esso associate. Da questo punto di vista, un nuovo tassello di conoscenza è emerso dai risultati di una ricerca guidata da Mara Cirone, professoressa associata dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza” e ricercatrice AIRC.
Grazie a esperimenti con cellule in coltura, il gruppo di ricerca ha osservato che l’EBV è in grado di infettare le cellule primarie del colon e ha inoltre individuato alcuni effetti indotti dal virus in queste cellule che possono predisporre al cancro del colon. “Abbiamo visto che l’infezione virale induce un aumento nella produzione di alcune citochine pro-infiammatorie, come l’interleuchina-1 e l’interleuchina-6, che giocano un ruolo importante nelle malattie infiammatorie del colon” spiega Cirone. Il gruppo di ricerca, quindi, ha indagato i meccanismi molecolari attivati da queste citochine, osservando che possono provocare l’attivazione di ERK, una proteina coinvolta nell’infiammazione e nell’insorgenza di tumori. Dai risultati della ricerca è emerso anche che il virus aumenta i danni al DNA e diminuisce l’espressione di alcune molecole in grado di ripararli.
I risultati dello studio potrebbero avere importanti implicazioni cliniche. Infatti, se fossero confermati da ulteriori studi, potrebbero suggerire che l’uso di corticosteroidi non sia appropriato nei casi in cui la colite ulcerosa è associata all’infezione da EBV. Infatti, questi farmaci sono utilizzati comunemente in questa malattia per il potere antinfiammatorio. Tuttavia, dal momento che indeboliscono la risposta immunitaria che controlla l’infiammazione, potrebbero anche favorire la riattivazione e la replicazione del virus e di conseguenza promuovere l’insorgere del tumore al colon. Gli effetti che favoriscono l’insorgenza di tumori si sono invece ridotti quando il gruppo di ricerca ha inibito farmacologicamente la replicazione del virus.
Questi risultati potrebbero inoltre contribuire a sviluppare metodi di prevenzione dei tumori indotti da EBV. In particolare, una risorsa potrebbe venire dall’epigenetica, ovvero l’insieme di modificazioni che possono far sì che un gene sia trascritto o meno. Queste modificazioni sono particolarmente importanti nella cancerogenesi e soprattutto in quella associata alla presenza di virus oncogeni come EBV. Come racconta Cirone, “molti degli effetti di EBV che possono predisporre all’infiammazione e al cancro potrebbero dipendere da un aumento della metilazione del DNA, uno dei più meccanismi epigenetici più comuni. In effetti, abbiamo visto che in presenza del virus aumenta l’espressione della DNA metiltrasferasi-1, uno degli enzimi responsabili dell’aggiunta di gruppi metili al DNA. E sappiamo che la metilazione del DNA è implicata in importanti processi cellulari, tra cui la riparazione dei danni al DNA. Nei nostri esperimenti, abbiamo parzialmente soppresso gli effetti oncogeni del virus usando un agente demetilante”.
Il gruppo di ricerca, che si occupa del virus di Epstein-Barr da oltre 30 anni, sta effettuando ulteriori studi per approfondire l’importanza dei meccanismi epigenetici associati al virus nell’insorgenza del tumore del colon retto. Potrebbero emergere così possibili nuove strategie per prevenire questa malattia.
Jolanda Serena Pisano