Ultimo aggiornamento: 23 agosto 2018
All'Istituto nazionale tumori di Milano è stato scoperto come alcune molecole possano agire in modo sinergico per contrastare i tumori della pelle più aggressivi.
Titolo originale dell'articolo: Synergistic anti-tumor activity and inhibition of angiogenesis by cotargeting of oncogenic and death receptor pathways in human melanoma
Titolo della rivista: Cell Death and Disease
Data di pubblicazione originale: 1 ottobre 2014
Ogni anno in Italia oltre 10.000 persone ricevono una diagnosi di melanoma, uno dei tumori della pelle più pericolosi. Nel nostro paese il melanoma è la terza neoplasia più diffusa in chi ha meno di 50 anni. Si può fare molto per curare questo tumore, soprattutto se è diagnosticato per tempo. Ma nei casi in fase avanzata spesso ci si imbatte nella resistenza alle terapie: farmaci e trattamenti utilizzati per un certo periodo non sono più efficaci.
La scienza medica è, quindi, alla continua ricerca di nuove terapie in grado di superare il problema della resistenza alle cure, contrastando lo sviluppo del tumore. Questo è quanto cercano di fare all'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, grazie anche al sostegno del Programma AIRC di oncologia clinica molecolare, con risultati promettenti, pubblicati di recente sulla rivista Cell Death and Disease. Un gruppo di ricercatori, guidati da Andrea Anichini, responsabile dell'Unità di Immunobiologia dei tumori umani presso l'istituto milanese, ha testato alcune molecole in grado di ostacolare la proliferazione incontrollata delle cellule tumorali in 49 linee cellulari di melanoma. I ricercatori hanno sperimentato gli inibitori di molecole che contribuiscono alla cascata di segnali che stimolano la replicazione cellulare (MEK1/2 e PI3K/mTOR) e la proteina TRAIL che, legandosi a un suo specifico recettore, promuove la morte programmata delle cellule, contrastando la crescita del melanoma. Il team di Anichini ha scoperto che l'azione antitumorale di queste molecole aumenta quando sono utilizzate insieme, al punto da uccidere anche le cellule di melanoma che avevano sviluppato una resistenza per gli inibitori o TRAIL quando erano usati singolarmente.
La conferma di questi dati ottenuti anche in vivo in animali di laboratorio, lascia ben sperare per una futura sperimentazione clinica nell'uomo.
Agenzia Zadig