Ultimo aggiornamento: 21 novembre 2018
Uno studio condotto interamente a Padova svela le basi molecolari della resistenza ai glucocorticoidi in una delle forme di leucemia linfoblastica acuta infantile, suggerendo una nuova via terapeutica per contrastarla.
Titolo originale dell'articolo: Glucocorticoid resistance is reverted by LCK inhibition in pediatric T-cell acute lymphoblastic leukemia
Titolo della rivista: Blood
Data di pubblicazione originale: 3 novembre 2017
I glucocorticoidi sono ormoni prodotti naturalmente dal corpo umano e usati anche come farmaci nel trattamento della leucemia linfoblastica acuta di tipo T (LLA-T), uno dei più comuni tumori pediatrici. Purtroppo molti piccoli pazienti sono resistenti a questi farmaci e per questo hanno una prognosi meno favorevole. Capire quali sono i meccanismi molecolari alla base della resistenza è fondamentale per trovare nuove strategie terapeutiche, ed è esattamente quello che è riuscito a fare il gruppo di ricercatori coordinato da Giuseppe Basso, presidente dell'Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza di Padova, e da Benedetta Accordi dell'Università di Padova. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Blood.
"Grazie a una tecnica di analisi molecolare chiamata Reverse Phase Protein Array, abbiamo identificato una serie di proteine particolarmente attive in cellule di pazienti con leucemie LLA-T resistenti ai cortisonici" spiega la biologa Valentina Serafin, primo autore della ricerca e borsista FIRC-AIRC. "La nostra attenzione si è subito concentrata su una proteina chiamata LCK, coinvolta in varie vie di segnalazione cellulare, quelle cascate di eventi molecolari che le cellule utilizzano per trasferire le informazioni al loro interno".
LCK era più attiva in cellule tumorali di pazienti resistenti al cortisone che in cellule tumorali di pazienti che rispondono al farmaco. Questo ha suggerito che LCK avesse un ruolo nel meccanismo di resistenza. In seguito i ricercatori hanno scoperto che LCK, quando è molto attiva, stimola eccessivamente la via di segnalazione della calcineurina.
La scoperta, oltre ad aumentare la conoscenza biologica su questo tipo di tumore, è particolarmente significativa perché lascia intravedere la possibilità di una rapida applicazione clinica. "Alcune molecole capaci di inibire l'attività di LCK, come il dasatinib, sono già utilizzate per il trattamento di altre leucemie pediatriche" spiega Basso. Inevitabile, dunque, verificare se queste molecole potessero essere efficaci anche nel caso della LLA-T. Serafin e colleghi lo hanno fatto con una serie di esperimenti sia in cellule isolate sia in topi di laboratorio: il trattamento contemporaneo con glucocorticoidi e dasatinib riduce l'attivazione di LCK, rendendo le cellule tumorali sensibili ai cortisonici. "Con questi risultati ‒ commenta Basso ‒ credo che si possa ipotizzare un trasferimento alla clinica abbastanza veloce".
Valentina Murelli