Cellule CAR-T contro le resistenze ai farmaci nei tumori solidi

Ultimo aggiornamento: 23 gennaio 2023

Cellule CAR-T contro le resistenze ai farmaci nei tumori solidi

Titolo originale dell'articolo: Efficacy of CAR-T immunotherapy in MET overexpressing tumors not eligible for anti-MET targeted therapy

Titolo della rivista: Journal of Experimental & Clinical Cancer Research

Data di pubblicazione originale: 21 ottobre 2022

L’immunoterapia che utilizza le cellule CAR-T potrebbe aiutare a contrastare i tumori che non rispondono alle terapie anti-MET. Lo dimostrano i risultati di uno studio coordinato da Elisa Vigna e sostenuto da AIRC

Alcuni tumori gastrointestinali e del polmone presentano una mutazione nel gene MET. Nelle cellule sane, la proteina codificata da MET contribuisce alla rigenerazione dei tessuti, ma, quando l’attivazione del gene avviene in modo sregolato, può favorire la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule tumorali e indurre la formazione di metastasi. Nonostante esista un farmaco specifico per colpire il prodotto del gene MET mutato, la terapia si è rivelata efficace soltanto per alcuni tumori. I quali oltretutto, a volte, trovano il modo di sfuggirle attraverso un processo che prende il nome di resistenza. Con l’obiettivo di contrastare questo tipo di tumori resistenti, il gruppo di ricerca di Elisa Vigna, dell’Università degli studi di Torino e dell’Istituto di Candiolo, ha messo a punto un approccio terapeutico alternativo di immunoterapia, basato sull’utilizzo delle cosiddette CAR-T (Chimeric Antigen Receptor Lymphocyte T). I risultati dello studio, sostenuto da Fondazione AIRC, sono stati pubblicati di recente sulla rivista scientifica Journal of Experimental & Clinical Cancer Research.

Il trattamento con CAR-T sfrutta la naturale capacità dei linfociti T, cellule del nostro sistema immunitario, di neutralizzare gli elementi nocivi per l’organismo. Per questo tipo di cura, in particolare, i linfociti T sono direzionati artificialmente contro le cellule tumorali. Funziona così: si prelevano i linfociti T dai pazienti, quindi si modificano geneticamente affinché possano riconoscere il bersaglio, e una volta modificati si infondono nuovamente nei pazienti stessi. Negli ultimi anni questa strategia terapeutica si è dimostrata molto efficace contro alcuni tumori ematologici. Numerosi studi, come quello di Elisa Vigna, stanno cercando di rendere efficaci le cellule CAR-T anche per la cura delle neoplasie solide.

I ricercatori guidati da Elisa Vigna hanno creato due versioni di CAR-T capaci di riconoscere le cellule tumorali in cui l’attivazione di MET è anomala. Ne hanno sperimentato l’efficacia in esperimenti con cellule coltivate in due e tre dimensioni, e inoltre con animali di laboratorio. I risultati sono promettenti, perché le MET-CAR-T sono riuscite a rallentare la crescita neoplastica e si sono dimostrate efficaci anche in quei tumori resistenti alle terapie anti-MET a bersaglio molecolare. Inoltre hanno colpito in modo mirato soltanto le cellule tumorali, suggerendo che questo tipo di approccio non generi effetti indesiderati in altre sedi dell’organismo non tumorali.

I risultati ottenuti confermano le grandi potenzialità dell’immunoterapia basata sulle CAR-T e aprono la strada a ulteriori indagini volte ad affinare questo tipo di cura nei pazienti. Qualunque trattamento, comprese le terapie a bersaglio molecolare, può con il tempo diventare inefficace, per cui è fondamentale avere a disposizione delle terapie alternative con cui agire tempestivamente e prevenire l’insorgenza delle resistenze.

  • Camilla Fiz

    Scrive e svolge attività di ricerca nell’ambito della comunicazione della scienza. Proviene da una formazione in comunicazione della scienza alla SISSA di Trieste, in biotecnologie molecolari all’Università degli studi di Torino e in pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi della stessa città. Oggi è PhD student in Science, Technology, Innovation and Media studies presso l’Università di Padova e collabora con diversi enti esterni. Il suo sito: https://camillafiz.wordpress.com/