Ultimo aggiornamento: 23 agosto 2018
Oggi è possibile ottenere la fotografia molecolare del tumore attraverso un metodo di sequenziamento di nuova generazione.
Titolo originale dell'articolo: Clinical activity of FOLFIRI plus cetuximab according to extended gene mutation status by next generation sequencing: findings from the CAPRI-GOIM trial
Titolo della rivista: Annals of Oncology
Data di pubblicazione originale: 1 giugno 2014
Il tumore del colon-retto è molto complesso dal punto di vista molecolare. Gli studi clinici condotti finora si sono concentrati sull'analisi di un numero limitato di marcatori molecolari, mettendo a punto alcune cure personalizzate, ma il potenziale terapeutico è più ampio: questo è stato recentemente dimostrato da due ricercatori napoletani sostenuti da AIRC fin dall'inizio della loro carriera.
Si tratta di Fortunato Ciardiello della Seconda Università di Napoli e di Nicola Normanno dell'Istituto tumori Fondazione Pascale di Napoli e del Centro ricerche oncologiche di Mercogliano (CROM): insieme, Ciardiello e Normanno hanno cercato di caratterizzare il carcinoma del colon-retto dal punto di vista molecolare con un approccio innovativo. I risultati dello studio, che si chiama CAPRI, sono stati pubblicati sulla rivista Annals of Oncology.
"La novità dello studio" ha affermato Normanno "è che i tumori del colon-retto sono stati esaminati in laboratorio con un metodo di sequenziamento di nuova generazione, che consente di analizzare oltre 500 mutazioni in 22 geni con una singola analisi. In pratica - ha chiarito Normanno - questo metodo è in grado di fornire una completa fotografia molecolare del tumore, consentendo di definire meglio la prognosi dei pazienti e la loro probabilità di rispondere alla terapia".
Avviato nel 2009, lo studio CAPRI ha arruolato 340 pazienti con carcinoma del colon-retto metastatico e ha visto la partecipazione di 25 centri di oncologia nell'ambito del Gruppo Oncologico dell'Italia Meridionale (GOIM). "Abbiamo dato vita a uno studio ampio» ha raccontato Ciardiello «per valutare l'efficacia del trattamento con la chemioterapia convenzionale in abbinamento a un farmaco a bersaglio molecolare, cioè diretto contro la proteina EGFR, importante per la crescita tumorale".
I ricercatori hanno dimostrato che i pazienti che si sono avvantaggiati del trattamento con farmaci anti EGFR non presentavano mutazioni nei due geni KRAS e NRAS, confermando l'ipotesi che le mutazioni di questi due geni producono resistenza ai farmaci anti-EGFR. La classificazione molecolare dei carcinomi del colon-retto tramite il sequenziamento di nuova generazione permette quindi di offrire a ogni paziente la migliore terapia.
Ha concluso Normanno: "La conoscenza delle alterazioni molecolari di ogni singolo tumore consente non solo di selezionare meglio i pazienti da trattare con i farmaci ora disponibili nella pratica clinica, ma anche di identificare casi che potrebbero beneficiare di nuovi agenti farmacologi attualmente in fase di sperimentazione".
Redazione